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Cosa succede se l'azienda per cui lavoro fallisce?

Valentina Gatti
Valentina Gatti
2025-11-23 23:12:03
Numero di risposte : 23
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Tuttavia, se l’azienda fallisce, il dipendente potrebbe non ricevere il TFR. In questi casi, interviene il Fondo di garanzia Inps, che tutela i lavoratori pagando il TFR e le ultime tre mensilità non saldate, sostituendosi al datore di lavoro insolvente. Anzi, all’ormai ex dipendente spetteranno anche alcune mensilità di stipendio, se non erogate. Il trattamento in oggetto consiste in una com Tuttavia, qualora l’azienda in cui il dipendente lavorava sia stata dichiarata fallita dal giudice, perché così indebitata da non essere più in grado di fronteggiare i propri obblighi, oltre alla perdita del posto di lavoro il dipendente dovrà capire come recuperare il TFR spettante per legge. Ecco perché ogni datore di lavoro deve o dovrebbe sapere che tale diritto del lavoratore non viene negato neanche in ipotesi di gravissimi problemi economici dell’impresa.
Dino Sorrentino
Dino Sorrentino
2025-11-17 00:02:55
Numero di risposte : 30
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La Corte ha ribadito come tutti i rapporti che non siano cessati prima della dichiarazione di fallimento, anche il rapporto di lavoro ancora in corso a tale data, salvo che sia autorizzato l’esercizio provvisorio, entra in una fase di sospensione. Nessuna retribuzione, salvo il caso dell’esercizio provvisorio, decorre quindi durante il periodo di sospensione che segue l’apertura del fallimento e la data in cui il curatore, con l’autorizzazione del comitato dei creditori, dichiara di subentrare nel contratto in luogo del fallito, assumendo tutti i relativi obblighi, ovvero di sciogliersi dal medesimo. La dichiarazione di fallimento non integr[a], ai sensi dell’art. 2119, secondo comma c.c., una giusta causa di risoluzione del rapporto, sicché esso non si risolve ex lege, per effetto dell’apertura della procedura concorsuale, entrando appunto in una fase di sospensione. Qualora il curatore fallimentare opti per lo scioglimento del rapporto, esso cessa per effetto, non già della dichiarazione di fallimento ex se, bensì, in presenza di un giustificato motivo oggettivo quale, come nel caso in esame, la cessazione dell’attività di impresa, per effetto dell’esercizio di una facoltà comunque sottoposta al rispetto delle norme limitative dei licenziamenti individuali e collettivi. Se il rapporto si scioglie in tal modo, in assenza di un periodo di preavviso nel quale il lavoratore abbia potuto prestare la propria attività, egli matura, così come stabilito dall’art. 2118, secondo comma c.c., il diritto alla relativa indennità sostitutiva.
Aaron Gatti
Aaron Gatti
2025-11-08 01:46:36
Numero di risposte : 32
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E’ tutto perduto, o posso recuperare i miei soldi? Per fortuna, entro determinati limiti, è lo Stato a farsi carico di parte delle retribuzioni spettanti. In caso di cessazione del rapporto di lavoro a seguito di fallimento di un’azienda i lavoratori dipendenti che non hanno percepito le ultime retribuzioni ed il TFR dovranno compiere alcuni passi al fine di vedersi riconosciute e liquidate le proprie retribuzioni. La prima cosa da fare a seguito dell’interruzione del rapporto di lavoro è inviare al fallimento la propria domanda di ammissione allo stato passivo. Decorsi trenta giorni dall’udienza il lavoratore potrà fare domanda al Fondo di Garanzia dell’INPS per il pagamento del TFR e delle ultime tre mensilità. Nel caso il vostro credito fosse superiore a quanto liquidato dall’INPS, la differenza rimarrà a carico del Fallimento e dovrete quindi sperare che la procedura recuperi sufficienti introiti dai propri creditori al fine di pagare quanto vi è dovuto. Nel caso in cui il Fallimento non dovesse recuperare fondi sufficienti purtroppo parte del vostro credito andrà perso.
Sesto Conti
Sesto Conti
2025-10-28 00:17:57
Numero di risposte : 23
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Se l'azienda per cui lavoro fallisce, il giudice nomina un curatore che tenterà di liquidare i beni dell’impresa ed eventualmente ripartire quanto recuperato tra i vari creditori. Il curatore nominato deve accertare i crediti sorti prima della dichiarazione di fallimento. Pertanto avviserà ciascun creditore della possibilità di presentare la domanda di insinuazione allo stato passivo, almeno trenta giorni prima dell’udienza fissata dal giudice per valutare i crediti. La presentazione della domanda è d’obbligo se un creditore vuole partecipare alla distribuzione dell’eventuale ricavato dalla liquidazione dei beni aziendali. Una volta che il credito è stato inserito nello stato passivo esecutivo è possibile chiedere all’Inps, attraverso il suo Fondo di garanzia, di provvede a pagare al posto del datore di lavoro il trattamento di fine rapporto e le retribuzioni maturate negli ultimi tre mesi del rapporto di lavoro, nonché i ratei di tredicesima /quattordicesima riferiti alle ultime tre mensilità. Il Fondo di garanzia dell’Inps provvede al pagamento sia del TFR rimasto in azienda sia di quello alla previdenza complementare e non versato dal datore, purché la domanda di intervento sia presentata entro cinque anni decorrenti dalla cessazione del rapporto di lavoro.
Annalisa Grasso
Annalisa Grasso
2025-10-27 21:39:43
Numero di risposte : 22
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Dopo aver accertato i predetti presupposti, il tribunale competente per territorio accoglierà l’istanza di fallimento dichiarando appunto il fallimento dell’impresa. Ai sensi dell’art. 72 legge fallimentare, a seguito della pronuncia della sentenza di fallimento, i contratti di lavoro vengono sospesi. Il curatore, che subentra all’imprenditore fallito nella gestione dell’impresa, dovrà decidere la sorte dei singoli contratti, cioè se farli proseguire oppure avviare una procedura di licenziamento. Nelle more della decisione del curatore, come abbiamo appena detto, i contratti di lavoro sono sospesi. E questo comporta che i dipendenti non sono obbligati a prestare la loro attività lavorativa e il curatore non è tenuto a retribuirli né a versargli i contributi. Il dipendente che abbia trovato un nuovo lavoro dovrà chiedere al giudice delegato del fallimento l’assegnazione di un termine entro cui il curatore dovrà decidere se tenere in vita il singolo contratto o scioglierlo con il licenziamento. Se il curatore non si pronuncia nel termine prefissato, il contratto si intenderà sciolto e il lavoratore potrà iniziare il nuovo lavoro. Se il dipendente, invece, non volesse attendere il decorso del predetto termine dimettendosi immediatamente, potrebbe andare incontro ad alcune conseguenze spiacevoli.