Cosa fare se l'Inps sbaglia la pensione?
Giovanni Serra
2025-10-29 04:46:30
Numero di risposte
: 18
In caso di possibili errori da parte dell’Inps nel calcolo della Pensione, si può presentare un ricorso amministrativo all’Inps andando sul Sito Web Inps nella sezione riservata al Cittadino muniti di codice fiscale e Pin dispositivo rilasciato dall’Istituto stesso e stampare i moduli nella sezione “Ricorso Amministrativo Pensionistico”.
Una volta compilati i moduli, vanno spediti tramite PEC o normale raccomandata con ricevuta di ritorno all’Inps.
I Pensionati meno pratici con l’uso della tecnologia, possono recarsi presso l’ufficio territoriale competente, Caf o Patronati convenzionati con l’Inps.
Se l’Inps dovesse esitare la pratica con esito negativo sarà necessario rivolgersi:
Al Giudice Previdenziale: per tutte le controversie in materia di assicurazioni sociali a favore di lavoratori dipendenti e autonomi, infortuni sul lavoro, malattie professionali, assegni per il nucleo familiare, risarcimento danni per errore dell’Inps nella comunicazione delle informazioni sulla posizione contributiva;
Alla Corte dei Conti: per tutte le controversie in materia di Pensioni, assegni o indennità civili, militari o di guerra;
Al Tribunale ordinario, Al Giudice di Pace o Al Tar: per tutte le controversie in materia di previdenza complementare, interessi accessori e legittimi.
Sarà proprio il Comitato a discutere e decidere se accogliere la richiesta del Pensionato, tutta o in parte, o di rigettare la richiesta.
Seguirà una comunicazione scritta al Pensionato con l’esito, favorevole o sfavorevole che sia.
Si può procedere ad effettuare un ricorso amministrativo pensionistico se si appartiene ad una delle seguenti categorie:
Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti dell’AGO, ossia l’Assicurazione Generale Obbligatoria;
Gestioni speciali dei lavoratori autonomi, ossia commercianti, artigiani, coltivatori diretti, coloni e mezzadri;
Gestione Separata;
Fondo speciale di previdenza per le persone che svolgono lavori di cura non retribuiti derivanti da responsabilità familiari;
Fondo Ferrovie dello Stato;
Fondo Quiescenza Poste;
Cassa Trattamenti Pensionistici ai dipendenti dello Stato;
Cassa Pensioni Dipendenti Enti Locali;
Cassa Pensioni Ufficiali Giudiziari;
Cassa Pensioni Insegnanti di asilo e scuole parificate;
Cassa Pensioni Sanitari;
Fondo di Previdenza ex INADEL;
Fondo di Previdenza ex ENPAS;
Assicurazione Sociale Vita.
Sarah Colombo
2025-10-26 10:16:30
Numero di risposte
: 22
Il ricorso amministrativo può essere inviato esclusivamente attraverso una delle seguenti modalità telematiche: online sul sito www.inps.it e utilizzando il percorso “Tutti i servizi” > “Ricorsi Online”;
tramite Ente di patronato o altri soggetti abilitati all’intermediazione con l’Istituto.
Il ricorso amministrativo deve essere presentato entro il termine di 90 giorni decorrente dalla data di ricezione del provvedimento che si intende impugnare.
Per i soli Comitati della Gestione Dipendenti Pubblici, il termine di presentazione è di 30 giorni decorrenti dalla data di ricezione del provvedimento, tranne per i provvedimenti di pensione per i quali il termine di 30 giorni decorre dalla data di primo pagamento della pensione.
Nel caso di presentazione di un ricorso amministrativo effettuata direttamente da parte del cittadino, il ricorrente, dopo aver effettuato l’accesso alla procedura, dovrà compilare le schede della procedura secondo il percorso guidato.
Quirino D'amico
2025-10-13 06:44:05
Numero di risposte
: 28
Poco importa se questa somma è più o meno impercettibile: per richiedere la restituzione, l’INPS deve dimostrare che c’è stata malafede del Pensionato, o anche una condotta fraudolenta tale da indurre all’errore.
L’Istituto non può chiedere la restituzione delle somme erroneamente erogate quando l’errore non è imputabile alla condotta del Pensionato.
Un principio che era già stato ribadito dalla Corte di Cassazione che in una pronuncia risalente al 2018 aveva escluso che quando si tratti di un errore “esclusivamente imputabile all’Istituto” ci possa essere l’obbligo per il pensionato di restituire quanto ricevuto.
Non è così raro che l’INPS commetta degli errori nel pagamento delle pensioni.
Indipendentemente dalla cifra, la richiesta di restituzione da parte dell’INPS è legittima solo quando si rileva la malafede del Pensionato, oppure si dimostra che è il comportamento fraudolento di quest’ultimo ad aver comportato l’errore.
Isabella Basile
2025-10-10 21:19:28
Numero di risposte
: 15
Nonostante i tribunali continuino a dichiarare illegittima la prassi di recupero a seguito di errori di ricalcolo INPS purtroppo l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale CI PROVA SEMPRE ed emette provvedimenti di recupero delle somme a distanza anche di 10 anni per importi a volte superiori ai 30/50 mila euro.
Purtroppo l’unica possibilità per difendersi è quella di rivolgersi ad un legale e contestare le pretese dell’ Inps con un ricorso al Giudice delle pensioni in Tribunale o alla Corte dei Conti.
Noi di Gestione Crediti Pubblici precisiamo che, pur essendo l’Istituto legittimato a operare il ricalcolo della pensione viziata dall’errore, non può provvedere al recupero delle somme in eccesso corrisposte al pensionato, salvo che l’indebita prestazione sia dovuta a dolo dell’interessato.
Proprio la Corte dei Conti con la sentenza n°383/2021 — argomento trattato sul nostro sito specializzato rimborsopensioni.it — chiarisce ogni dubbio dando ragione a tutti quei pensionati che, a distanza di anni dal ricevimento della loro pensione, si sono visti richiedere dall’INPS la restituzione d’ingenti somme percepite (secondo l’Istituto) indebitamente.
L’uomo non deve restituire un euro, dal momento che l’errore non è imputabile al pensionato.
Se sei tra i pensionati a cui è cui è stata richiesta la restituzione di somme non dovute puoi chiamare lo 055 290831 oppure scriverci a [email protected] Lo Staff di Gestione Crediti Pubblici
Gilda Gallo
2025-10-04 18:02:27
Numero di risposte
: 24
In caso di erogazione di prestazioni non dovute, in tutto o in parte, l’INPS ha il diritto di recuperare le somme indebitamente corrisposte.
Le azioni di recupero prevedono: la compensazione delle somme con crediti che il debitore ha nei confronti dell’INPS;
la trattenuta delle somme sulle prestazioni di cui il debitore è titolare;
il pagamento delle somme con avviso di pagamento PagoPA che, su richiesta del debitore, può essere rateizzato entro 30 giorni dalla ricezione della prima notifica di indebito.
È inoltre possibile simulare, variando l’importo e/o il numero delle rate potenziali, e attivare online autonomamente un piano di recupero rateale con rimessa in denaro mediante avvisi di pagamento PagoPA.
Guido Pellegrini
2025-09-21 17:50:25
Numero di risposte
: 25
Se l'Inps sbaglia la pensione, si può procedere con un ricorso.
L'Inps può rettificare in ogni momento le pensioni per via di errori di ogni natura.
L'Inps non può comunque recuperare le somme già corrisposte, a meno che l'indebita prestazione erroneamente corrisposta non sia dipendente dal dolo del soggetto interessato.
In caso di recupero derivante dall'annullamento di un inquadramento illegittimo di un proprio dipendente, la Pubblica Amministrazione non potrà che tenere in considerazione il principio di corrispettività delle prestazioni di lavoro subordinato medio tempore espletate, e non deve procedere alla ripetizione in caso di mansioni effettivamente svolte.
L'articolo 2126 del codice civile assicura la debenza e delle retribuzioni, e il dpR n. 818/57 assicura la compatibilità dei contributi indebitamente versati che rendono non più indebita la pensione maturata.
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