:

Eredità e regime patrimoniale: come funziona in caso di separazione?

Alighieri Santoro
Alighieri Santoro
2025-05-26 08:48:27
Numero di risposte: 6
L’eredità ricevuta da uno dei coniugi prima o durante il matrimonio non entra a far parte della comunione dei beni. L’eredità costituisce un bene personale del coniuge che l’ha ricevuta, con la conseguenza che la stessa spetta solo e soltanto a quest’ultimo, mentre l’altro non può vantare alcuna pretesa su di essa. Questo vale non solo quando il coniuge abbia ereditato somme di denaro, ma anche nell’ipotesi in cui l’eredità riguardi beni mobili o immobili. E se il coniuge decide di vendere i beni ereditati, il denaro ricavato entra a far parte della comunione? Anche in questo caso, la risposta è negativa in quanto le somme ricavate dalla vendita dei beni ereditati, così come gli ulteriori beni eventualmente acquistati con le predette somme, rimarranno di esclusiva proprietà del coniuge. Ci possono però essere delle eccezioni. Va infatti ricordato che l’eredità percepita da uno dei coniugi può cadere in comunione dei beni quando ciò sia stato espressamente previsto all’interno del testamento. L’eredità, dunque – insieme ai beni di cui il coniuge era proprietario prima del matrimonio, ai beni acquisiti per donazione e ai beni utilizzati per lo svolgimento di attività professionale - rientra nella categoria dei beni personali del coniuge che, in quanto tali, rimangono di proprietà del coniuge che li ha acquistati o percepiti e non confluiscono nel patrimonio comune.
Neri Carbone
Neri Carbone
2025-05-23 13:47:06
Numero di risposte: 6
La separazione dei beni semplifica le pratiche in caso di divorzio. Infatti, tutti i beni immobili e mobili acquisiti durante il matrimonio rimangono in ogni caso di proprietà della persona che li ha comprati. Per quanto concerne i diritti ereditari dei coniugi superstiti, non vi sono differenze significative tra comunione e separazione dei beni. In entrambi i casi, alla morte di uno dei coniugi, il patrimonio del defunto sarà suddiviso tra gli eredi legittimi, coniuge incluso, secondo quanto previsto dal codice civile. Le leggi italiane di successione mirano a proteggere il coniuge superstite, garantendogli una quota rilevante del patrimonio, anche in presenza di altri eredi. Tuttavia, vi è una differenza tra comunione e separazione dei beni, ovvero la composizione dell'asse ereditario, che include sia beni mobili che immobili. Se i beni erano in comunione legale, solo il 50% di questi entra nell'asse ereditario, poiché l'altra metà appartiene già al coniuge superstite. Nel regime di separazione dei beni, invece, l'intero patrimonio del defunto è soggetto a divisione tra gli eredi legittimi. Quando un coniuge muore in separazione dei beni e senza figli, i diritti successori vengono trasferiti automaticamente al coniuge superstite e, proporzionalmente, agli altri parenti di sangue. Secondo il Codice Civile, tutti gli eredi legittimi hanno diritto a una quota dell'eredità, che può includere beni mobili, immobili, gioielli, denaro e titoli. Quindi, in assenza di figli, il coniuge ha diritto a metà dell'asse ereditario se il defunto aveva dei fratelli e/o sorelle. Se non ci sono né figli né altri parenti prossimi, il coniuge eredita l'intero patrimonio. Il coniuge ha anche il diritto di abitazione sulla casa coniugale e l'uso dei mobili che la arredano. Al momento del decesso, secondo il codice civile occorre procedere alla cosiddetta apertura della successione per la trasmissione del patrimonio ereditario agli eredi legittimi, che comporta una serie di adempimenti. Il coniuge superstite, in quanto erede privilegiato, è obbligato a presentare la dichiarazione di successione entro dieci anni dalla morte del defunto, sempre che i beni ereditati abbiano un valore di oltre 100.000 euro.
Eliziario Vitali
Eliziario Vitali
2025-05-09 13:28:46
Numero di risposte: 4
Nella separazione dei beni, ciascun coniuge mantiene una posizione patrimoniale indipendente, eccezion fatta per i diritti di successione. Il regime patrimoniale della coppia, infatti, non va a influire sui diritti ereditari. Ha però rilevanza nel momento in cui vada stabilito il patrimonio che rientri nella successione. In caso di morte, i beni del coniuge defunto che erano in comunione legale verranno ripartiti nell’asse ereditario considerandoli solo al 50%, poiché la parte restante continuerà ad appartenere al superstite. Al contrario, nel regime di separazione cadrà in successione l’intero patrimonio del defunto, che sarà divisibile al 100% tra gli eredi.
Bibiana Ferraro
Bibiana Ferraro
2025-05-09 12:35:35
Numero di risposte: 6
In caso di separazione dei beni, i beni acquistati durante il matrimonio rimangono di proprietà esclusiva di ciascun coniuge. Nel regime di separazione dei beni, ogni coniuge conserva la proprietà esclusiva dei beni acquisiti durante il matrimonio. A differenza della comunione dei beni, dove i beni sono condivisi, con la separazione ogni coniuge ha il pieno diritto di disporre dei propri beni senza necessità di consenso dell’altro. Questo implica che, in caso di decesso, i beni di ciascun coniuge saranno ereditati solo dagli eredi legittimi del defunto, senza interferenze da parte del coniuge superstite. Se il conto è intestato a un solo coniuge, esso farà parte dell’asse ereditario. Quindi, il saldo del conto corrente sarà diviso tra gli eredi del defunto. In caso di separazione dei beni, il coniuge superstite ha sempre diritto a una quota di legittima dell’eredità, anche se il defunto ha lasciato un testamento che non lo considera. La quota legittima varia a seconda della presenza di altri eredi. In assenza di un testamento, la successione legittima determina come verrà suddiviso il patrimonio del defunto. Se ci sono figli, il patrimonio sarà diviso tra il coniuge superstite e i figli. In caso contrario, se non ci sono figli, il coniuge riceverà l’intera eredità.
Angelo Gentile
Angelo Gentile
2025-05-09 12:28:43
Numero di risposte: 3
Quando il marito o la moglie riceve un’eredità, ad esempio dai genitori deceduti o da altri parenti, occorre innanzitutto individuare il regime patrimoniale che i coniugi hanno scelto al momento delle nozze o che hanno stabilito successivamente. Se la coppia è in separazione dei beni, il problema non si pone: ciascuno dei due coniugi rimane proprietario esclusivo di ciò che gli apparteneva prima del matrimonio e diventa proprietario esclusivo anche di ciò che acquista o riceve in seguito. Se, invece, i coniugi sono in regime di comunione legale, l’immobile ereditato entra in comunione dei beni soltanto se il testamento lo prevede espressamente, altrimenti l’eredità costituisce un «bene personale» di chi l’ha ricevuta, senza che l’altro coniuge possa pretendere di parteciparvi o chiedere di condividerlo. L’immobile ereditato da un coniuge non ricade nella comunione legale dei beni. La legge lo considera un «bene personale» e, perciò, lo esclude espressamente dall’oggetto della comunione, a meno che nel testamento non sia stato specificato che esso debba essere attribuito al patrimonio comune di entrambi i coniugi. La separazione dei beni significa che i patrimoni dei coniugi rimangono del tutto separati. Ognuno resta proprietario esclusivo dei beni che aveva prima di sposarsi e di quelli che acquista o riceve successivamente, compresi gli immobili ereditati da un membro della coppia. I patrimoni personali di ciascun coniuge continuano, comunque, ad esistere e sono esclusi dalla comunione legale. Ci sono cose, mobili o immobili, che per legge, rimangono «beni personali» del marito o della moglie. L’unica eccezione avviene quando l’eredità è stata devoluta per testamento ad uno dei due coniugi e il testatore aveva manifestato la volontà espressa di far rientrare determinati beni, compresi gli immobili, in comunione. Per i giudici di piazza Cavour questo versamento non è assimilabile al pagamento di un prezzo e la causa dell’attribuzione del bene resta quella della successione ereditaria.
Leonardo Pellegrino
Leonardo Pellegrino
2025-05-09 10:31:13
Numero di risposte: 5
Lo scioglimento della comunione dei beni può verificarsi al realizzarsi delle seguenti cause: morte di uno dei coniugi; fallimento di uno dei coniugi; annullamento, scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio; separazione personale; scelta della separazione dei beni, mediante apposita convenzione. Il dubbio che spesso sorge nasce dall’errata convinzione che la separazione dei beni escluda il coniuge dall’eredità. In realtà la separazione dei beni è solo il regime patrimoniale che vige per gli acquisti in costanza di matrimonio per il quale restano di proprietà esclusiva del coniuge acquirente. Ciò non esclude i diritti successori. Pertanto sia il coniuge in comunione legale sia in separazione avrà gli stessi diritti successori. Non dobbiamo quindi confondere l’istituto della separazione dei beni con il diritto all’eredità. Il primo disciplina il regime patrimoniale di acquisto in vita. Il secondo concerne le modalità di successione post mortem. In caso di separazione, l’eredità spetterà nella quota del 100% dei beni del defunto poichè sono beni di esclusiva proprietà. Solo in caso di intervenuta sentenza di divorzio passata in giudicata, si perdono i diritti ereditari nei confronti dell’altro coniuge. Se è intervenuta esclusivamente una sentenza di separazione, senza addebito, il coniuge separato conserverà i diritti successori nei confronti dell’altro.
Elda Basile
Elda Basile
2025-05-09 10:20:26
Numero di risposte: 5
Il regime patrimoniale matrimoniale in cui i beni acquisiti durante il matrimonio sono comuni a entrambi i coniugi, anche se uno solo ha partecipato all'acquisto, si applica di default se i coniugi non stabiliscono diversamente. In un regime patrimoniale di comunione dei beni, l'eredità viene suddivisa tra il coniuge superstite e gli eredi secondo modalità ben precise. Il coniuge superstite ha diritto alla metà dei beni comuni acquistati durante il matrimonio. Se la comunione dei beni è stata costituita per legge, il coniuge superstite aggiunge alla sua metà il restante 50% del patrimonio totale. La restante metà dei beni comuni viene suddivisa tra gli eredi, che possono essere i figli, i genitori, i fratelli e le sorelle, a seconda della situazione familiare. In caso di separazione, il coniuge ha diritto alla stessa quota del coniuge superstite, purché non gli sia stata addebitata la separazione. Il coniuge superstite ha anche il diritto di abitare nella casa familiare e utilizzare gli arredi. I beni esclusi dalla comunione dei beni, come quelli di proprietà esclusiva di ciascun coniuge prima del matrimonio o ottenuti per donazione o successione, non fanno parte dell'eredità soggetta alla divisione. La suddivisione delle quote ereditarie dipende dal tipo e dal numero di eredi al momento della morte del defunto. Il coniuge ottiene i due terzi dell'eredità, mentre i fratelli e le sorelle concorrono per l'altro terzo con gli ascendenti.