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Quanto spetta di buonuscita per licenziamento?

Mariagiulia Costa
Mariagiulia Costa
2025-09-30 23:21:52
Numero di risposte : 26
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Il datore di lavoro, per evitare il giudizio, può offrirti una somma netta di importo da un minimo di 3 ad un massimo di 27 mensilità della retribuzione di riferimento per il calcolo del trattamento di fine rapporto. La somma deve essere offerta tramite assegno circolare e l’accettazione equivale a rinuncia all’impugnazione del licenziamento, anche se già proposta. La conciliazione deve essere fatta davanti al giudice o in sede sindacale o davanti alla commissione di conciliazione presso l’ispettorato territoriale del lavoro. A seconda della gravità del vizio del licenziamento accertato dal giudice, potrai ottenere la reintegrazione nel posto di lavoro oppure un’indennità risarcitoria. Puoi ottenere la reintegrazione, oltre ad un risarcimento del danno, in caso di licenziamento discriminatorio, intimato in forma orale o nullo oppure se dimostri l’insussistenza del fatto a te contestato; in tutti gli altri casi avrai solo diritto a un’indennità risarcitoria.
Stefania Ricci
Stefania Ricci
2025-09-29 23:37:14
Numero di risposte : 24
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La somma di denaro pagata dal Datore di Lavoro al Lavoratore aiuta a prevenire future liti: il Datore di Lavoro allevia i rischi di una condanna giudiziale e il Lavoratore ottiene immediato soddisfacimento delle sue pretese. La quantificazione della buonuscita è collegata a tre aspetti:1- quali violazioni di legge sono avvenute durante il rapporto di lavoro?2- a quali conseguenze portano le violazioni di legge che sono accadute?3- che rischi di causa si presentano per l’accertamento della violazione di legge? Questa prognosi è di tipo tecnico, solo un professionista qualificato può quantificare una buonuscita in modo motivato. Due delle principali fonti di risarcimento sono il licenziamento illegittimo e l’errato livello di inquadramento. Il Livello di inquadramento è una classificazione del contratto collettivo dei lavoratori in base alle mansioni. Le mansioni hanno un livello di difficoltà e di preparazione diverso, quindi, il contratto collettivo stabilisce dei minimi di paga differenti.
Maristella Sartori
Maristella Sartori
2025-09-20 01:26:11
Numero di risposte : 16
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L'indennità di Buonuscita (IBU) per dipendenti pubblici è un Trattamento di Fine Servizio (TFS) che consiste in una somma di denaro spettante al lavoratore alla risoluzione del rapporto di lavoro con lo Stato. L'importo si ottiene moltiplicando un dodicesimo dell'80% della retribuzione contributiva annua utile lorda – compresa la tredicesima mensilità – percepita alla cessazione dal servizio per il numero degli anni utili ai fini del calcolo. Ai dipendenti che risolvono il rapporto di lavoro il pagamento dell'Indennità di Buonuscita è disposto come segue: in un unico importo annuale se l'ammontare complessivo lordo è pari o inferiore a 50.000 euro; in due importi annuali se l'ammontare complessivo lordo è superiore a 50.000 euro ma inferiore a 100.000 euro; in tre importi annuali se l'ammontare complessivo lordo è superiore a 100.000 euro. I servizi utili al conseguimento dell'Indennità di Buonuscita danno luogo all’obbligo contributivo a carico del datore di lavoro e del lavoratore. L'iscrizione all'INPS Gestione Dipendenti Pubblici (GDP) comporta l'obbligo del versamento di un contributo stabilito nella misura del 9,6% della retribuzione utile considerata in ragione dell’80% e così ripartito: 7,1% a carico dell’ente e 2,5% a carico del dipendente. Dal 1° maggio 2014, per la generalità dei dipendenti pubblici, la retribuzione annua lorda considerata come base del calcolo non può eccedere la soglia di 240.000 euro. Il diritto all'Indennità di Buonuscita o a eventuali riliquidazioni e aggiornamenti nel tempo si prescrive sia per gli iscritti sia per i loro superstiti, dopo cinque anni dal momento in cui è sorto.
Fulvio Pellegrini
Fulvio Pellegrini
2025-09-09 09:41:00
Numero di risposte : 24
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E’ più corretto parlare di riconoscimento di un corrispettivo al dipendente per rinunciare all’impugnativa di licenziamento. Nel nostro paese infatti ci sono diverse tutele, e la principale differenza è tra aziende con più di 15 dipendenti e aziende con meno di 15 dipendenti. In linea generale nelle aziende con meno di 15 dipendenti in caso di licenziamento illegittimo al lavoratore spetta un risarcimento del danno da 2 a 6 mensilità mentre nelle aziende con più di 15 dipendenti il risarcimento del danno può arrivare fino a 24/36 mesi. Ricapitolando: in caso di azienda con più di 15 dipendenti e un licenziamento ingiustificato, la buonuscita per licenziamento può essere elevata, anche di 24 mensilità. In caso di licenziamento solido con piccole aziende, la buonuscita per licenziamento sarà molto bassa, una o due mensilità.