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Chi si licenzia ha diritto alla buonuscita?

Folco Morelli
Folco Morelli
2025-09-09 14:14:36
Numero di risposte : 15
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Hanno diritto all'Indennità di Buonuscita i dipendenti civili e militari dello Stato assunti con contratto a tempo indeterminato entro il 31 dicembre 2000 e, indipendentemente dalla data di assunzione, i dipendenti rimasti in regime di diritto pubblico, ai sensi dell’articolo 3, decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, che hanno risolto, per qualunque causa, il rapporto di lavoro e quello previdenziale con almeno un anno di iscrizione. I lavoratori con diritto all'Indennità di Buonuscita che aderiscono a un fondo di previdenza complementare passano automaticamente in regime di TFR. Il valore dell'Indennità di Buonuscita maturata fino a quel momento costituisce il montante della prestazione di fine rapporto, a cui si aggiungono i nuovi accantonamenti annui per il TFR e le relative rivalutazioni. La prestazione verrà corrisposta alla risoluzione del rapporto di lavoro. L'Indennità di Buonuscita è corrisposta d'ufficio, pertanto il lavoratore non deve fare alcuna domanda per ottenere la prestazione. Le somme spettanti saranno accreditate sui conti correnti o su altri strumenti di pagamento elettronici dotati di IBAN (carta di debito o di credito prepagata) individuati dall’interessato. Il diritto all'Indennità di Buonuscita o a eventuali riliquidazioni e aggiornamenti nel tempo si prescrive sia per gli iscritti sia per i loro superstiti, dopo cinque anni dal momento in cui è sorto. Si può interrompere la prescrizione con un atto rivolto alla sede competente per territorio che dimostri l'intenzione di avvalersi del diritto. I servizi utili al conseguimento dell'Indennità di Buonuscita danno luogo all’obbligo contributivo a carico del datore di lavoro e del lavoratore. Sono utili ai fini dell'Indennità di Buonuscita i servizi: di ruolo; non di ruolo, purché di durata non inferiore a un anno continuativo; ricongiunti, ai sensi della legge 22 giugno 1954, n. 523; Per il conseguimento dell'Indennità di Buonuscita, l'iscrizione all'INPS Gestione Dipendenti Pubblici (GDP) comporta l'obbligo del versamento di un contributo stabilito nella misura del 9,6% della retribuzione utile considerata in ragione dell’80% e così ripartito: 7,1% a carico dell’ente e 2,5% a carico del dipendente.
Felicia Fabbri
Felicia Fabbri
2025-09-09 13:46:15
Numero di risposte : 31
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Il lavoratore ha sempre diritto di ricevere la liquidazione del TFR, salvo nei seguenti casi. Il lavoratore sceglie di ricevere il tfr ogni mese in busta paga e non può quindi pretenderlo alla fine del rapporto di lavoro. Il trattamento di fine rapporto é stato destinato alla previdenza complementare per formare la c.d. pensione complementare. Il tfr non viene erogato neanche nel caso in cui la liquidazione spettante venga utilizzata per compensare un debito del lavoratore nei confronti del datore. Il datore, in accordo col dipendente, può erogare il tfr a rate alla cessazione del rapporto, se non è espressamente vietato dalla contrattazione e se vengono corrisposti al lavoratore gli interessi.
Caligola Gentile
Caligola Gentile
2025-09-09 12:03:11
Numero di risposte : 30
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Chi si licenzia ha diritto alla buonuscita se il licenziamento è illegittimo, ossia se viola degli obblighi normativi. Il licenziamento può essere legittimo, cioè fatto rispettando le norme di legge, oppure illegittimo, cioè violando degli obblighi normativi. Due delle principali fonti di risarcimento sono il licenziamento illegittimo e l’errato livello di inquadramento. Il Datore di Lavoro paga al Lavoratore una somma di denaro per prevenire future liti, come ad esempio nel caso di licenziamenti senza giusta causa o licenziamento giustificato motivo oggettivo illegittimo. La quantificazione della buonuscita è collegata a tre aspetti: quali violazioni di legge sono avvenute durante il rapporto di lavoro, a quali conseguenze portano le violazioni di legge che sono accadute, e che rischi di causa si presentano per l’accertamento della violazione di legge.
Sibilla Bianco
Sibilla Bianco
2025-09-09 11:32:57
Numero di risposte : 25
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L’indennità di buonuscita spetta ai dipendenti civili e militari dello Stato assunti a tempo indeterminato entro il 31 dicembre 2000. Rientrano nel diritto anche coloro che, pur assunti dopo tale data, sono rimasti in regime di diritto pubblico, come previsto dal decreto legislativo 165/2001. Per maturare la prestazione è necessario aver cessato il servizio e avere almeno un anno di iscrizione previdenziale. I lavoratori pubblici assunti dopo il 2000, invece, rientrano automaticamente nel regime TFR. La buonuscita dipendenti privati corrisponde al TFR, cioè il trattamento di fine rapporto. Viene calcolato ogni anno su una quota della retribuzione e rivalutato secondo gli indici stabiliti dalla legge. Il TFR viene liquidato in un’unica soluzione alla cessazione del lavoro, a meno che il lavoratore non scelga di destinarlo a un fondo pensione. Anche i lavoratori pubblici che aderiscono alla previdenza complementare passano al TFR. In questo caso, l’importo maturato come buonuscita viene integrato nei nuovi accantonamenti.