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Quando viene tolta la pensione di invalidità?

Giuseppina Leone
Giuseppina Leone
2025-09-12 09:55:13
Numero di risposte : 22
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La pensione di invalidità può essere tolta nel caso in cui lo stato di invalidità sia soggetto a visita di revisione da parte della Commissione medica dell’ASL. Se, durante l’appuntamento di revisione, la Commissione certifica la completa guarigione del soggetto, lo stato di invalidità civile non viene confermato. Però, se l’invalidità viene confermata, cosa accade se cambia la percentuale riconosciuta? Se la Commissione attesta un miglioramento delle condizioni dell’interessato, viene attribuita una percentuale d’invalidità più bassa rispetto al 100%. Tuttavia, in queste ipotesi, nonostante la pensione venga revocata, comunque si mantiene il diritto ad alcune agevolazioni in relazione alla percentuale di invalidità riconosciuta. La pensione può essere tolta anche quando vengono meno gli altri requisiti espressamente stabiliti dall’INPS, come ad esempio il superamento dell’età di 67 anni. La pensione di invalidità si concretizza in un aiuto economico a coloro che, oltre ad avere una condizione di inabilità lavorativa totale e permanente, sono in uno stato di bisogno economico.
Clodovea Bellini
Clodovea Bellini
2025-09-12 09:15:37
Numero di risposte : 22
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La pensione di invalidità può essere tolta se l'invalido parziale guadagna più di 4800,38 euro all'anno. In questo caso, l'invalido perde il diritto alla pensione o, per meglio dire, all'assegno mensile di assistenza. Le comunicazioni da fare all'Inps in caso di superamento del limite di reddito - per gli invalidi civili parziali - la comunicazione all'Inps va fatta immediatamente tramite Caf o tramite la compilazione online del modello AP 70. La comunicazione all'Inps deve essere fatta entro 30 giorni. In caso dubbio, è necessario presentare annualmente all'Inps una comunicazione attraverso il modulo Iclav.
Carmela Grassi
Carmela Grassi
2025-09-12 09:05:58
Numero di risposte : 17
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Al compimento del 67° anno del titolare della prestazione, l’assegno mensile di assistenza e la pensione di invalidità per gli invalidi civili, così come la pensione non reversibile per i sordi, sono sostituiti dall’assegno sociale. Gli invalidi civili e i sordi, che hanno compiuto i 65 anni di età entro il 31 dicembre 1995 (cioè i nati entro il 1930), continuano a percepire, come sostitutiva della precedente prestazione, la pensione sociale. L’assegno sociale sostitutivo continuerà ad essere erogato alle suddette condizioni anche nel caso in cui, in sede di visita medica di verifica, non venisse confermato il requisito sanitario che aveva dato luogo alla prestazione originaria.
Bruna Parisi
Bruna Parisi
2025-09-12 06:46:55
Numero di risposte : 22
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Al compimento del 67° anno di età, infatti, cessa l’erogazione di tutte le prestazioni pregresse in favore dell’assegno sociale. L’assegno sociale è destinato agli invalidi civili titolari di assegno mensile, ai titolari di pensione di invalidità totale e ai non udenti titolari di pensione non reversibile. Tuttavia, la pensione per ciechi assoluti e la pensione per ciechi parziali non si tramutano in assegno sociale e continuano ad essere erogate anche dopo il 67° anno di età.
Yago Santoro
Yago Santoro
2025-09-12 06:44:21
Numero di risposte : 18
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Si perde il diritto a percepire l’assegno di invalidità quando: si supera il limite di età stabilito, cioè i 67 anni; si supera la soglia di reddito; si svolge un’attività lavorativa che frutta un reddito superiore a quello massimo consentito; a seguito di una visita di accertamento, emerge che non si raggiunge più la percentuale minima di riduzione della capacità lavorativa che dà diritto alla prestazione. Secondo la Cassazione, però, quando viene meno quest’ultimo requisito, cioè quello sanitario, l’indebito assistenziale comporta la restituzione del trattamento ricevuto solo dalla data in cui il provvedimento è stato comunicato al diretto interessato e non prima. Al fine di conteggiare, quindi, l’eventuale cifra da restituire, farà fede il giorno in cui l’esito della visita di controllo è stato portato a conoscenza dell’utente. Con due sole eccezioni: che l’erogazione indebita sia addebitabile all’invalido civile; che non sussistano le condizioni di un legittimo affidamento.