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Chi chiede la separazione ha diritto al mantenimento?

Veronica Moretti
Veronica Moretti
2025-09-12 13:55:36
Numero di risposte : 20
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Il coniuge ha diritto all’assegno di divorzio solo ed esclusivamente se non è in grado di provvedere al proprio mantenimento per ragioni obiettive. Ai fini di valutare se l’ex coniuge sia o meno autosufficiente dovranno prendersi in considerazione il possesso di redditi di lavoro. Il Tribunale di Milano con la sentenza n. 11504/17, a seguito della sentenza sopra citata della cassazione è intervenuto fissando in circa 1.000,00 euro all’anno la misura di reddito sopra la quale il coniuge non ha più diritto all’”assegno di divorzio” da parte dell’ex marito in quanto autosufficiente economicamente. Il diritto all’assegno divorzile non può basarsi esclusivamente sull’accertamento dell’autosufficienza economica. Il diritto all’assegno cessa se il beneficiario passa a nuove nozze. Se sopraggiungono “giustificati motivi” il Tribunale può modificare le statuizioni sull’”assegno di divorzio “. Tra questi “giustificati motivi” rientra a pieno titolo una nuova convivenza di fatto instaurata dall’ex coniuge, la quale fa cessare definitivamente il diritto a percepire l’”assegno di divorzio”.
Alighieri Longo
Alighieri Longo
2025-09-12 10:37:13
Numero di risposte : 23
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Ha diritto all’assegno di mantenimento il coniuge che versa in una condizione economica inferiore rispetto all’altro. La Cassazione ha affermato con chiarezza che l’assegno di mantenimento spetta al coniuge che, senza colpa, si trova nell’impossibilità oggettiva di mantenere un tenore di vita adeguato, vale a dire uno standard di vita analogo a quello che il matrimonio gli avrebbe potuto offrire. Il giudice della separazione, con sguardo attento, deve comparare le condizioni economiche di entrambi i coniugi, tenendo conto di variabili come la durata della convivenza e le prospettive future. Il giudice della separazione deve tener conto delle potenzialità economiche di entrambi i coniugi, da individuarsi con riferimento allo standard di vita familiare reso oggettivamente possibile dal complesso delle loro risorse economiche, in termini di redditività, capacità di spesa, garanzie di elevato benessere e di fondate aspettative per il futuro. Nell’esame della condizioni economiche – specifica la Suprema Corte – non è necessario che il giudice si addentri in una dettagliata disamina dei patrimoni e dei redditi dei coniugi.