Quando ci si separa, a chi va la casa coniugale?
Gino Romano
2025-11-02 09:28:15
Numero di risposte
: 20
L’assegnazione della casa coniugale per separazione è regolata dall’articolo 337-sexies del Codice Civile.
Questa norma stabilisce che la casa deve essere assegnata al coniuge che continua a vivere con i figli, anche se l’immobile è di proprietà dell’altro coniuge.
Dunque, se per esempio, durante la separazione la casa coniugale è di proprietà del marito, questa può essere attribuita alla moglie se con lei restano a vivere i figli.
Il principale obiettivo di questa disposizione è preservare la stabilità e il benessere dei figli, evitando loro il disagio di dover affrontare un cambiamento radicale nell’ambiente familiare a seguito della separazione dei genitori.
Quando i coniugi sono senza figli e siano in regime di separazione dei beni, e la casa coniugale sia di proprietà esclusiva di uno dei coniugi, quest’ultimo mantiene il diritto di proprietà sull’immobile.
In altre parole, se uno dei coniugi è l’unico proprietario della casa, questa rimarrà di sua esclusiva proprietà anche dopo la separazione.
Danilo Guerra
2025-11-02 07:59:47
Numero di risposte
: 31
Per la legge spetta al genitore collocatario, per tutelare l'interesse dei figli a conservare l'habitat domestico, il centro delle consuetudini in cui si è espressa la vita della famiglia.
La legge prevede che il godimento della casa coniugale è attribuito considerando il preminente interesse dei figli.
Restare ad abitare nella casa coniugale spetta dunque: al genitore con il quale sono collocati stabilmente i figli minori, quando è previsto un regime di affidamento condiviso.
Al genitore cui sono affidati in via esclusiva i figli minori.
Al genitore con il quale restano a convivere i figli maggiorenni non autonomi.
Il genitore estromesso non perde la titolarità dei suoi diritti sulla casa: rimane proprietario, comproprietario o usufruttuario dell'immobile.
Egli perde, invece, le facoltà di abitare e di disporre materialmente della casa, perché il provvedimento di assegnazione crea un diritto di godimento a favore del genitore assegnatario.
I figli dei genitori non sposati fra loro, nati fuori dal matrimonio, hanno diritti identici a quelli dei figli nati nel matrimonio, anche per quanto riguarda l'assegnazione della casa familiare.
Il diritto al godimento della casa familiare viene meno quando i figli divengono maggiorenni e autonomi.
Ninfa Ricci
2025-11-02 06:07:59
Numero di risposte
: 26
- Se l’immobile è di proprietà esclusiva di uno dei due, l’altro deve andarsene; non c’è alcun dubbio su questo.
- Se, invece, l’immobile appartiene in comproprietà ai coniugi, allora si verifica una situazione paradossale: entrambi hanno diritto di continuare ad abitarvi.
- Essi, pertanto, dovranno accordarsi su chi rimarrà nella casa e chi, invece, si trasferirà altrove.
- L’accordo potrebbe contemplare che uno dei due lasci la disponibilità materiale della casa all’altro, ricevendo da questo una somma mensile a titolo di indennità di occupazione.
- Al limite, potrà essere anche prevista una occupazione gratuita, quando ad esempio la moglie abbia diritto ad un mantenimento.
- Al posto dell’assegno, la coppia potrebbe, appunto, stabilire che, per esempio, la moglie occuperà l’immobile a titolo gratuito anche per la metà casa dell’altro coniuge.
- L’accordo potrebbe anche essere nel senso che la casa venga messa in vendita sul mercato e, a vendita compiuta, venga suddiviso il ricavato tra i due coniugi.
- E, ancora, uno potrebbe acquistare la metà dell’altro.
- Tuttavia, il coniuge interessato potrà rivolgersi al tribunale ordinario per ottenere la divisione della proprietà comune.
- E’ questo il giudizio di divisione.
- Ma questo sarà un procedimento diverso da quello di separazione o divorzio.
- Nulla, comunque, impedirà che l’accordo venga raggiunto durante lo svolgimento del giudizio di divisione.
- I coniugi potranno, infatti, sempre concordare la vendita dell’immobile, da uno all’altro o a terzi.
- Se questo non avverrà, il giudizio porterà alla vendita all’asta dell’immobile comune, con divisione tra i coniugi del ricavato.
- Dunque, ricapitolando: se ti stai separando o stai divorziando e non hai figli, oppure se i Tuoi figli sono già adulti, hanno un lavoro e vivono per conto loro, devi sapere che la casa coniugale non potrà venire assegnata né a te né al tuo coniuge.
- Sarà però possibile un accordo, in tutto e per tutto libero, non essendo coinvolti minori da tutelare.
- Se l’accordo non si raggiunge, allora la strada da seguire è quella della divisione dell’immobile comune.
- Nessun giudice, in ogni caso, potrà attribuire ad uno dei due il diritto di abitare nella ex casa coniugale.
Valentina Grasso
2025-11-02 05:58:37
Numero di risposte
: 25
Quando ci si separa, la casa coniugale può essere assegnata a uno dei due coniugi in base a diversi fattori, come ad esempio l'accordo tra le parti o la decisione del giudice. Nel caso in cui si raggiunga un accordo, la casa coniugale può essere assegnata a uno dei due coniugi, oppure può essere messa in vendita e il ricavato diviso equamente. Se non si raggiunge un accordo, la decisione spetta al giudice, che terrà conto di vari fattori come le esigenze abitative dei coniugi e dei figli, la capacità economica di ciascun coniuge e la durata del matrimonio. In generale, l'assegnazione della casa coniugale è disciplinata dall'articolo 337-sexies del Codice Civile, che prevede che il giudice possa assegnare la casa coniugale al coniuge che ne abbia maggiore necessità, tenendo conto delle esigenze abitative dei figli e delle capacità economiche dei coniugi.
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