Quanto deve dare un marito alla moglie in caso di separazione?
Tolomeo Bianchi
2025-11-16 20:04:13
Numero di risposte
: 17
Nel caso in cui il coniuge richiedente non disponga di alcuna fonte di reddito, si dovrà valutare, eventualmente con il consenso dell’altro coniuge, se sia possibile come primo contributo economico l’assegnazione della casa coniugale.
Nel caso di situazioni reddituali medie del coniuge che deve pagare l’assegno di mantenimento, e in assenza di altre condizioni valutative, la liquidazione dell’assegno è la seguente:
- con assegnazione della casa coniugale: assegno pari a circa 1/4 del reddito del coniuge obbligato;
- senza assegnazione della casa coniugale: assegno pari a circa 1/3 del reddito del coniuge obbligato.
Nel caso in cui il coniuge richiedente l’assegno disponga di redditi propri non adeguati, i criteri liquidativi del precedente caso vengono applicati operando però, quale parametro di riferimento, sul differenziale di reddito tra i coniugi.
La liquidazione dell’assegno di mantenimento potrebbe essere effettuata considerando 1/4 del reddito del coniuge obbligato cioè 1/4 di € 1.200,00 - € 600,00 - con assegnazione della casa coniugale.
Oppure, senza assegnazione della casa coniugale: 1/3 del reddito del coniuge obbligato cioè 1/3 di € 1.200,00 - € 600,00.
Ausonio Fabbri
2025-11-09 17:11:17
Numero di risposte
: 22
Il giudice ordina al marito di versare all’ex moglie un assegno di mantenimento di circa 800 euro al mese in modo da garantire alla moglie 1.600 euro.
L’”assegno di divorzio” sarà dovuto solo ed esclusivamente se l’ex coniuge per ragioni obiettive – ad esso non imputabili – non è in grado di provvedere al proprio mantenimento.
Il Tribunale di Milano con la sentenza n. 11504/17, a seguito della sentenza sopra citata della cassazione è intervenuto fissando in circa 1.000,00 euro all’anno la misura di reddito sopra la quale il coniuge non ha più diritto all’”assegno di divorzio” da parte dell’ex marito in quanto autosufficiente economicamente.
Il diritto all’assegno cessa se il beneficiario passa a nuove nozze, mentre se sopraggiungono “giustificati motivi” il Tribunale può modificare le statuizioni sull’”assegno di divorzio “.
Tra questi “giustificati motivi” rientra a pieno titolo una nuova convivenza di fatto instaurata dall’ex coniuge, la quale fa cessare definitivamente il diritto a percepire l’”assegno di divorzio”
Caligola Gentile
2025-11-02 09:58:15
Numero di risposte
: 30
Il giudice deve verificare se vi sono le condizioni economiche per richiedere tale sostegno.
La moglie, infatti, ha diritto a richiedere il mantenimento se non dispone di redditi propri sufficienti per mantenere il tenore di vita goduto durante il matrimonio.
Non esiste una formula standard per il calcolo del mantenimento alla moglie.
Tuttavia, la giurisprudenza ha stabilito che l’assegno di mantenimento deve garantire al coniuge beneficiario un tenore di vita quanto più simile possibile a quello goduto durante il matrimonio.
Il giudice prende in considerazione vari elementi economici: Redditi di entrambi i coniugi: Se il marito ha un reddito elevato e la moglie non lavora, il mantenimento sarà tendenzialmente più alto.
Il principio di equità è uno dei criteri fondamentali per la determinazione del mantenimento.
Quali sono le aliquote che nella pratica vengono applicate?
Esempio 1: Se il marito guadagna 3.000 euro al mese e la moglie non lavora, il giudice potrebbe stabilire un mantenimento di circa 1.000-1.200 euro al mese, a seconda delle spese della moglie e della durata del matrimonio.
Esempio 2: In caso di un matrimonio di breve durata, il mantenimento potrebbe essere molto più basso, ad esempio 500 euro al mese, soprattutto se la moglie ha la possibilità di trovare un lavoro a breve termine.
Esempio 3: Se il marito ha un reddito molto elevato (ad esempio, 10.000 euro al mese) e la moglie non ha mai lavorato, il mantenimento potrebbe superare i 3.000 euro mensili, specialmente se vi sono figli a carico.
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