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Come si fa a dimostrare il mobbing?

Furio Bernardi
Furio Bernardi
2025-08-06 08:12:10
Numero di risposte : 16
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Il lavoratore che lamenti di aver subito comportamenti mobbizzanti e che intenda chiedere in giudizio il risarcimento del danno è gravato dall’onere di dare la prova delle condotte realizzate in suo danno, del danno patrimoniale o esistenziale subito, dell’eventuale incidenza di tale danno sulla sua integrità psico-fisica. Occorre provare di aver subito un complesso dei comportamenti tali da dar vita nell’insieme ad un’azione effettivamente mobbizzante. Il soggetto danneggiato deve fornire la prova del collegamento ( nesso causale) tra tali condotte e il danno subito, danno che naturalmente deve poterne costituire una conseguenza immediata e diretta. Fornita questa prova, l’esistenza del pregiudizio all’integrità psico-fisica, viene ricavata presuntivamente, giacchè si ritiene che a tale tipo di condotte consegua automaticamente un danno. Il datore di lavoro, per converso, deve vincere la presunzione di colpa esistente in suo danno, provando che le condotte indicate dal lavoratore non possono essere qualificate come mobbizzanti, che per ciascuna di esse esiste una valida spiegazione e che le stesse non sono finalisticamente collegate tra loro. Nel caso in cui le condotte mobbizzanti siano poste in essere dai dipendenti del datore di lavoro nei confronti dei colleghi, il datore di lavoro risponde “se non prova di aver fatto tutto il possibile per evitare il danno”.
Giacobbe Milani
Giacobbe Milani
2025-07-27 21:53:24
Numero di risposte : 19
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Per poter effettuare una azione legale è necessario dimostrare, con l’aiuto dell’avvocato, la presenza di comportamenti illeciti. È importante che i comportamenti vessatori non siano isolati ma ripetuti. Ad esempio i rimproveri ingiustificati, le umiliazioni e le critiche al lavoro svolto devono essere reiterati per un lungo periodo. Per portare avanti un azione legale vincente è necessario che i comportamenti vessatori subiti siano provati con delle testimonianze. Testimonianze dei colleghi o di chi è presente sul posto di lavoro E-mail, lettere ed sms tra la vittima e l’autore del mobbing Registrazioni di conversazioni effettuate tra il lavoratore e il datore di lavoro sul luogo di lavoro, in quanto – se effettuate nel rispetto di determinati limiti – non rappresentano una violazione della privacy di chi è registrato inconsapevolmente. La procedura da seguire è complicata in quanto le conseguenze della condotta vessatoria sono soggettive e richiedono quindi un’attenta valutazione, motivo per cui è indispensabile rivolgersi ad un legale. Danno alla salute fisica e/o mentale: i danni subiti devono essere provati con delle perizie mediche. Rapporto diretto tra i comportamenti ostili e i danni subiti, per dimostrare che il danno è strettamente causato dalla condotta del datore di lavoro. Per poter fare una denuncia e perché un risarcimento possa essere riconosciuto alla vittima, è quindi fondamentale dimostrare la presenza dei comportamenti ostili, dei danni e della correlazione tra questi due elementi.
Emanuela Sorrentino
Emanuela Sorrentino
2025-07-27 20:40:09
Numero di risposte : 17
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Per dimostrare il mobbing, il lavoratore dovrà provare gli atti aggressivi, discriminatori e vessatori e la loro ripetizione nel tempo i danni riportati a seguito di tali comportamenti il nesso/collegamento tra le condotte ed i pregiudizi subiti. A tal fine sarà necessario raccogliere le testimonianze dei colleghi o di chi era presente sul luogo di lavoro, conservare le email, le lettere e i messaggi, specie se contengono offese, calunnie o frasi diffamatorie nei confronti della vittima. È altresì importante avere la documentazione medica che attesti le patologie riportate. Inoltre, è fondamentale, per poter ottenere tutela in sede civile o penale, dimostrare che le condotte avevano un chiaro obiettivo persecutorio, non rientrando nel normale esercizio dei poteri organizzatori e di controllo delle attività, e neppure si trattava di episodi di conflittualità normalmente ricorrenti in ambito lavorativo. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 10037/2015, ha individuato 7 parametri che dovrebbero essere provati dal lavorare per dimostrare di essere stato vittima di mobbing e ottenere il risarcimento dei danni. Secondo i giudici, infatti, gli atti vessatori devono essersi verificati sul luogo di lavoro e devono presentare i seguenti elementi: le umiliazioni, mortificazioni e gli altri comportamenti devono avere una durata nel tempo devono essere reiterate e non episodiche le azioni ostili devono essere almeno due tra le seguenti: attacchi alla possibilità di comunicare, alla reputazione, isolamento sistematico, cambiamenti delle mansioni lavorative, violenze o minacce il lavoratore deve trovarsi in una posizione di inferiorità manifesta le condotte vessatorie devono procedere per fasi successive che cominciano con un conflitto mirato seguito dall’inizio del mobbing per poi proseguire con sintomi psicosomatici aggravati da errori e abusi che causano aggravamento dello stato di salute della vittima deve infine esservi l’intento persecutorio.
Ausonio Fabbri
Ausonio Fabbri
2025-07-27 19:52:37
Numero di risposte : 17
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La prima cosa utile da fare sarebbe informarsi su quali siano le sedi e le procedure per poter presentare una denuncia. In Italia infatti il mobbing è considerato un reato, ma la legge prevede che la vittima debba dimostrare di aver subito un danno ingiusto. Potrebbero esserci diversi modi per poter dimostrare di aver subito mobbing, come ad esempio l’utilizzo di strumenti informatici o telefonici, l’osservazione dei comportamenti e il racconto della propria esperienza. Purtroppo però questo non sempre è sufficiente a costituire una prova inequivocabile. In caso di mobbing sul posto di lavoro, la vittima può sicuramente pensare di rivolgersi ad alcune istituzioni specifiche come il centro anti-mobbing o il sindacato, strutture in grado di offrire assistenza e consulenza per risolvere la situazione.