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Cosa succede se non c'è un amministratore di condominio?

Demis Grasso
Demis Grasso
2025-08-29 11:03:26
Numero di risposte : 11
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In assenza di amministratore, i condomini sono tenuti a nominare un rappresentante che convochi l’assemblea e ne curi la presidenza. Il rappresentante può essere scelto tra i condomini stessi e dura in carica per un anno, con la possibilità di essere riconfermato. Nomina del rappresentante: durante l’assemblea condominiale, i condomini devono eleggere un rappresentante che svolgerà le funzioni di amministratore. Gestire un condominio senza amministratore può essere impegnativo, ma con un po’ di organizzazione e collaborazione è possibile farlo in modo efficiente e proficuo. Maggiore impegno per i condomini: la gestione del condominio richiede tempo e impegno da parte dei condomini. Rischio di contrasti: in assenza di una figura professionale neutra, possono sorgere contrasti tra i condomini. Mancanza di competenze specifiche: non tutti i condomini hanno le competenze necessarie per gestire un condominio.
Angelo Russo
Angelo Russo
2025-08-29 08:37:18
Numero di risposte : 13
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In mancanza dell'amministratore, sul luogo di accesso al condominio o di maggior uso comune, accessibile anche ai terzi, è affissa l'indicazione delle generalità e dei recapiti, anche telefonici, della persona che svolge funzioni analoghe a quelle dell'amministratore. Non accade nulla, nel senso che non ci sono sanzioni previste per l'inadempimento dell'obbligo di nomina dell'amministratore. Se l'assemblea non provvede ciascun condomino può rivolgersi al Tribunale del luogo in cui è ubicato l'immobile per ottenere un provvedimento che, nei fatti, rappresenta un surrogato della deliberazione di nomina. Pur essendovi l'obbligo di nominare l'amministratore, se nessuno vi provvede nei modi descritti, non accade nulla. In pratica il superamento della soglia numerica indicata dalla norma comporta l'obbligo della nomina dell'amministratore che, per costante insegnamento giurisprudenziale, "raffigura un ufficio di diritto privato assimilabile al mandato con rappresentanza. Se l'assemblea non provvede, la nomina di un amministratore è fatta dall'autorità giudiziaria su ricorso di uno o più condomini o dell'amministratore dimissionario.
Valentina Grasso
Valentina Grasso
2025-08-29 08:24:45
Numero di risposte : 11
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Se all’interno del condominio ci sono più di 8 condòmini, la nomina dell’amministratore è obbligatoria. Fino a 8 condomini la nomina dell’amministratore non è obbligatoria. In questo caso, la gestione è spesso affidata ad un singolo condòmini incaricato, che svolge alcuni compiti sostituendosi all’amministratore non nominato. Nel caso in cui l’amministratore sia obbligatorio, ma i condòmini si rifiutano di procedere alla nomina, a “sostituire” l’amministratore effettivo c’è un condòmino che si occupa di alcune mansioni dell’amministratore. L’obbligo non prevede sanzioni, quindi non accade nulla a livello di responsabilità civile e penale.
Gianmarco Valentini
Gianmarco Valentini
2025-08-29 06:23:29
Numero di risposte : 14
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Un condominio può sussistere senza che venga nominato un amministratore. In tutti questi casi, il condominio deve comunque far fronte alle incombenze ordinarie e straordinarie di cui in genere si occupa l’amministratore. La scelta di avere un condominio senza amministratore richiede comunque ai condomini di nominare un rappresentante facente funzione, che, in quanto mandatario dei condomini, si occupi della gestione dell’edificio. La nomina di tale figura richiede le stesse maggioranze obbligatorie per nominare l’amministratore: la maggioranza dei presenti in assemblea che rappresentino almeno metà dei millesimi di proprietà del condominio. Qualora si scelga di avere un condominio senza amministratore, l’assemblea potrà nominare di volta in volta il facente funzioni più adatto in base alle competenze specifiche e alla disponibilità di quest’ultimo. Se il condominio è senza amministratore fin dall’inizio, il facente funzioni dovrà occuparsi di due adempimenti necessari nel momento in cui si forma il condominio: l’apertura di un codice fiscale del condominio, che servirà a identificare il condominio nei rapporti verso terzi, e l’apertura del conto corrente intestato al condominio, dove devono transitare tutte le somme riscosse nella gestione ordinaria e straordinaria.