Quanto tempo ha un coniuge per lasciare la casa dopo la separazione?

Violante Grassi
2025-09-04 00:50:41
Numero di risposte
: 20
Dunque, con la sentenza di separazione, il tribunale autorizza i coniugi a vivere separatamente e, in presenza delle predette condizioni, può assegnare l’immobile al genitore cosiddetto “collocatario” (ossia presso cui vengono sistemati i figli).
Già da quel momento, l’altro genitore è obbligato ad andare via di casa.
Dunque, in teoria, già la sera stessa della separazione, il coniuge dovrà trovare una sistemazione alternativa.
Potrai chiedergli la copia delle sue chiavi visto che non potrà più accedere in quella che, da quel momento in poi, diventa la tua abitazione.
Resta, ovviamente, salva la possibilità che tu gli conceda qualche giorno di tempo in più per trovare una sistemazione alternativa dove vivere.
In ogni caso, il marito costretto ad andare via di casa non potrà accampare giustificazioni come l’assenza di soldi per trovare un altro appartamento ove stare o l’impossibilità di procedere a un trasloco in tempi brevi.
Salvo, infatti, che il giudice non disponga diversamente, l’assegnazione della casa ha effetto immediato.

Francesca Conte
2025-09-03 23:14:48
Numero di risposte
: 18
Andare via di casa per qualche ora o per qualche giorno (la cosiddetta “pausa di riflessione”) non fa scattare l’abbandono del tetto coniugale.
Tuttavia, la legge non fissa un limite temporale in cui una persona si può allontanare dalla dimora comune.
In particolare, l’abbandono scatta quando, in assenza di una giusta causa o senza il consenso dell’altro coniuge, una persona si allontana da casa: dichiarando di non volervi più fare ritorno; oppure affermando di non sapere quando e se vi farà ritorno (lasciando così il coniuge in uno stato di incertezza); quando l’assenza è talmente prolungata da mettere in crisi il matrimonio e rendere impossibile la prosecuzione dell’unione.
Non c’è abbandono se l’assenza dura qualche giorno (di norma non più di cinque o sei giorni);
quando il coniuge che si allontana manifesta la volontà di tornare a vivere dai genitori.
Non c’è allontanamento dalla casa coniugale se il coniuge si sposta in una pertinenza (ad esempio la soffitta o l’attico) oppure in una parte autonoma e diversa della stessa abitazione, ma accatastata come un unico immobile.
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