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Quando due si lasciano a chi va la casa?

Vinicio Basile
Vinicio Basile
2025-10-29 08:14:16
Numero di risposte : 27
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La legge prevede che il godimento della casa coniugale è attribuito considerando il preminente interesse dei figli. Scopo dell'assegnazione della casa ad uno dei genitori è la tutela dell'interesse dei figli a conservare l'habitat domestico, inteso come il centro delle consuetudini in cui si è espressa la vita della famiglia. Restare ad abitare nella casa coniugale spetta dunque: - al genitore con il quale sono collocati stabilmente i figli minori, quando è previsto un regime di affidamento condiviso; - al genitore cui sono affidati in via esclusiva i figli minori ; - al genitore con il quale restano a convivere i figli maggiorenni non autonomi. Il genitore estromesso non perde la titolarità dei suoi diritti sulla casa: rimane proprietario, comproprietario o usufruttuario dell'immobile. Il diritto al godimento della casa familiare viene meno quando i figli divengono maggiorenni e autonomi, ma anche nel caso che l'assegnatario non abiti o cessi di abitare stabilmente nella casa familiare o conviva more uxorio o contragga nuovo matrimonio, ma diverse pronunce hanno attenuato quest'ultimo criterio.
Patrizia Mancini
Patrizia Mancini
2025-10-29 06:31:51
Numero di risposte : 34
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Quando una coppia si separa e ci sono figli – minori o maggiorenni non ancora autosufficienti – la casa viene assegnata al genitore presso cui il giudice colloca i figli. La casa resta al suo legittimo proprietario quando si verifica una di queste ipotesi: i figli diventano autonomi economicamente; i figli vanno a vivere da soli; il genitore collocatario si trasferisce altrove; i figli perdono il diritto al mantenimento. Il giudice attribuisce il diritto di abitazione nella casa familiare al genitore collocatario anche se questi è proprietario di una sua abitazione. In assenza di figli o se questi sono già autonomi, la casa resta al proprietario. La casa familiare torna al suo legittimo proprietario quando si verifica una di queste ipotesi. Se i suoceri hanno prestato la casa al figlio con un contratto di comodato verbale o, se scritto, privo di un termine di scadenza, la casa viene assegnata dal giudice al genitore presso cui sono stati collocati i figli. Anche in questo caso, l’immobile torna ai proprietari quando cessa il diritto di abitazione. È importante chiarire che il giudice non assegna la proprietà della casa, ma solo il diritto di abitazione.
Isabel Rossi
Isabel Rossi
2025-10-29 04:58:02
Numero di risposte : 23
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Quando due coniugi si separano, la questione della casa coniugale può essere un punto di contesa. In generale, la casa coniugale è considerata un bene comune dei coniugi e, in caso di separazione, si deve decidere a chi spetti. Ci sono diverse possibilità: la casa può essere assegnata a uno dei coniugi, i coniugi possono decidere di vendere la casa e dividere il ricavato, oppure possono accordarsi per una soluzione diversa. La legge prevede che, in caso di separazione, la casa coniugale sia assegnata al coniuge che ha la custodia dei figli, se ve ne sono. Tuttavia, la decisione finale spetta al giudice, che deve tenere conto delle esigenze di entrambi i coniugi e dei figli. In ogni caso, è importante che i coniugi si accordino sulla divisione dei beni, compresa la casa coniugale, per evitare dispute e contese legali. La separazione può essere consensuale o giudiziale: nella prima ipotesi, i coniugi si accordano sulla divisione dei beni e sulla casa coniugale, nella seconda ipotesi, la decisione spetta al giudice. In ogni caso, la casa coniugale è un bene importante che richiede una decisione attentamente ponderata.