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Quando si divorzia, a quanto ammonta l'assegno per la moglie?

Alessandro Sanna
Alessandro Sanna
2025-09-15 21:08:38
Numero di risposte : 23
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Una quota mensile per aiutarla a vivere il meglio possibile, definito dalla legge assegno di divorzio. Ma non in tutti i casi. In caso di divorzio, invece, il marito deve dare alla moglie un assegno di divorzio per garantire che possa avere almeno l’autosufficienza economica. L’assegno di divorzio garantisce alla moglie di potere vivere in modo considerato dignitoso, il che non significa necessariamente essere benestante se il marito è ricco, ma semplicemente poter badare a sé stessa. Se l’ex moglie vive in una città, per la quale i giudici ritengono che siano sufficienti mille euro per essere autosufficienti, e la moglie ha un lavoro con uno stipendio di 500 euro mensili, l’ex marito dovrà versare un assegno di divorzio pari ai 500 euro mancanti, per poter vivere dignitosamente. Risulta quasi scontato, sottolineare che il coniuge forte, deve avere le possibilità economica per provvedere a versare la cifra richiesta. Con il termine indipendenza economica si intende la capacità di un adulto sano di provvedere al proprio sostentamento, di avere quindi le risorse per potere fare fronte alle spese essenziali per vitto, alloggio, ed esercizio di diritti fondamentali. Come si determina tale capacità? Analizzando alcuni parametri, come: la soglia per accedere al patrocinio a spese dello Stato: 1000 euro al mese circa reddito medio nella zona in cui vive chi chiede l’assegno. Il possesso di redditi patrimoniali il possesso di una casa. Valutare il possedimento di beni o redditi non pone problemi particolari nella valutazione. E’ molto più difficile dimostrare che il coniuge debole non sta lavorando per cause non imputabile direttamente a lui. In questo caso bisogna conservare tutti i documenti utili per dimostrare la buona volontà, come ad esempio, domande di lavoro, pubblicazione di annunci, iscrizione presso agenzie interinali, ecc.
Sirio Valentini
Sirio Valentini
2025-09-15 21:05:40
Numero di risposte : 18
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Il calcolo dell’assegno di mantenimento per la moglie dipende da diversi fattori, tra cui il tenore di vita durante il matrimonio, i redditi dei coniugi e il modello MoCAM. Il mantenimento ha l’obiettivo di garantire al coniuge beneficiario uno stile di vita il più possibile simile a quello goduto durante il matrimonio. Reddito Mensile del Coniuge Obbligato Assegnazione Casa Coniugale Importo Assegno di Mantenimento € 1.200 Sì € 300 (1/4 del reddito) € 1.200 No € 400 (1/3 del reddito) € 1.600 Sì € 400 (1/4 del reddito) € 1.600 No € 535 (1/3 del reddito). L’assegno può essere versato in forma periodica (mensile) o come contributo specifico per alcune spese (ad esempio, canone d’affitto o oneri condominiali). Per ottenere l’assegno di mantenimento per la moglie, devono verificarsi precise condizioni: il coniuge beneficiario deve richiedere formalmente l’assegno,non deve esserci un addebito di separazione a carico del coniuge richiedente, il coniuge richiedente non deve avere redditi adeguati o la possibilità di procurarseli per motivi oggettivi, il coniuge obbligato al mantenimento deve avere la capacità economica di sostenerlo. I valori riportati sono puramente indicativi e possono variare in base alla situazione economica dei coniugi e alla valutazione specifica del giudice. Determinare l’importo giusto per l’assegno di mantenimento per la moglie richiede un’analisi precisa di redditi, proprietà e altre variabili economiche. Con reddito proprio di 600 euro e assegnazione della casa coniugale: si calcola 1/4 del reddito del coniuge obbligato meno 600 euro. La moglie non ha reddito: con assegnazione della casa coniugale, l’assegno è pari a circa 1/4 del reddito del coniuge obbligato (300-400 euro per un reddito di 1.200-1.600 euro), senza assegnazione della casa coniugale: l’assegno è pari a circa 1/3 del reddito del coniuge obbligato (400-535 euro). Per rendere più chiaro questo processo, riportiamo una tabella esemplificativa.
Alighieri Longo
Alighieri Longo
2025-09-15 20:02:15
Numero di risposte : 23
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All’esito della separazione, il giudice ordina al marito di versare all’ex moglie un assegno di mantenimento di circa 800 euro al mese in modo da garantire alla moglie 1.600 euro. Al marito residuano così, per sé, 1.700 euro. All’esito del divorzio, invece, il giudice rivede l’importo dell’assegno e condanna il marito a pagare all’ex moglie solo 400 euro poiché, secondo il Tribunale, in base al reddito già posseduto dalla donna, alla sua età, alle sue condizioni di salute e alle capacità di lavoro, la donna è autosufficiente con 1.200 euro al mese. Il Tribunale di Milano con la sentenza n. 11504/17, a seguito della sentenza sopra citata della cassazione è intervenuto fissando in circa 1.000,00 euro all’anno la misura di reddito sopra la quale il coniuge non ha più diritto all’”assegno di divorzio” da parte dell’ex marito in quanto autosufficiente economicamente. La sentenza n. 18287/18 delle Sezioni Unite, ha mitigato la rigidità di tale criterio meramente economico, statuendo che il diritto all’assegno divorzile non può basarsi esclusivamente sull’accertamento dell’autosufficienza economica. Il diritto all’assegno cessa se il beneficiario passa a nuove nozze, mentre se sopraggiungono “giustificati motivi” il Tribunale può modificare le statuizioni sull’”assegno di divorzio “. Tra questi “giustificati motivi” rientra a pieno titolo una nuova convivenza di fatto instaurata dall’ex coniuge.
Cirino Santoro
Cirino Santoro
2025-09-15 17:19:59
Numero di risposte : 9
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Nel caso di situazioni reddituali medie del coniuge che deve pagare l’assegno di mantenimento, e in assenza di altre condizioni valutative, la liquidazione dell’assegno è la seguente: - con assegnazione della casa coniugale: assegno pari a circa 1/4 del reddito del coniuge obbligato; - senza assegnazione della casa coniugale: assegno pari a circa 1/3 del reddito del coniuge obbligato. Nel caso in cui il coniuge richiedente l’assegno disponga di redditi propri non adeguati, i criteri liquidativi vengono applicati operando però, quale parametro di riferimento, sul differenziale di reddito tra i coniugi. La casistica esposta è a titolo esemplificativo e va considerato che nelle cause di separazione è spesso molto discussa tra le parti la reale ed effettiva condizione patrimoniale e reddituale della parte destinataria della richiesta di mantenimento e, talvolta, anche quella della parte richiedente.