Quando è nullo il contratto di comodato?

Simona Riva
2025-05-23 03:40:14
Numero di risposte: 7
Il contratto di comodato d’uso è quel contratto con il quale un soggetto affida una cosa mobile o immobile ad un altro soggetto per un determinato periodo di tempo, senza il pagamento di un corrispettivo.
Nel contratto di comodato il comodatario è tenuto a custodire e conservare il bene concesso dal contratto con la diligenza del buon padre di famiglia e non può concederne il godimento a terzi senza il consenso del comodante, altrimenti quest’ultimo ha facoltà di richiedere non solo l’immediata restituzione del bene, ma anche il risarcimento dei danni.
In caso di omessa registrazione del contratto di comodato si applicano delle sanzioni che vanno dal 120% al 240% dell'imposta dovuta.
Tuttavia, vi è la possibilità di ricorrere al cosiddetto ravvedimento operoso, che può essere applicato fino al momento in cui la violazione non sia stata già constatata e comunque non siano iniziati accessi, ispezioni, verifiche o altre attività amministrative di accertamento delle quali l’autore o i soggetti solidalmente obbligati, abbiano avuto formale conoscenza.
Il carattere essenzialmente gratuito del comodato non viene meno per effetto della apposizione di un modus, posto a carico del comodatario, di consistenza tale da non poter integrare le caratteristiche di corrispettivo del godimento della res.
Per quanto concerne l’oggetto del comodato, occorre dire che possono comodarsi sia beni mobili che beni immobili.

Bacchisio Villa
2025-05-23 01:42:35
Numero di risposte: 6
Il contratto è nullo quando è contrario a norme imperative, salvo che la legge disponga diversamente.
Producono nullità del contratto la mancanza di uno dei requisiti indicati dall’articolo 1325, l’illiceità della causa, l’illiceità dei motivi nel caso indicato dall’articolo 1345 e la mancanza nell’oggetto dei requisiti stabiliti dall’articolo 1346.
Il contratto è altresì nullo negli altri casi stabiliti dalla legge.
Il contratto è nullo quando: è contrario a norme imperative;
quando manca uno dei requisiti essenziali che la legge prescrive all’articolo 1325;
quando la causa è illecita;
quando il contratto è in frode alla legge;
quando il motivo è illecito ed è comune ad entrambi i contraenti;
quando l’oggetto è impossibile, illecito o indeterminato e indeterminabile;
quando la condizione è illecita;
quando al contratto è apposta una condizione sospensiva meramente potestativa.
Inoltre, nel comma di chiusura dell’articolo, si citano altri casi, stabiliti dalla legge, in cui il contratto è nullo.

Maurizio Rossetti
2025-05-22 23:40:05
Numero di risposte: 4
Il contratto di comodato è nullo per mancata registrazione ai sensi dell'articolo 1, comma 346, della legge n. 311 del 2004.
La legge 30 dicembre 2004 n. 311, come interpretata dalla Corte Costituzionale con l'ordinanza n. 420 del 2007 prevede una significativa interferenza dell'obbligo tributario con la validità del negozio, con la conseguenza che, secondo l'orientamento di legittimità la mancata registrazione determina la nullità.
Secondo i giudici di legittimità, il contratto in essere tra le parti era pacificamente un contratto di comodato, non registrato, che costituisce un diritto relativo di godimento in capo ai comodatari ed in quanto tale assoggettato all'obbligo di registrazione ex art. 5 comma 4 ter DPR n. 131 del 1986, sanzionato con la nullità, ai sensi dell'art. 1 comma 346 della legge n. 311 del 2004.
Il contratto era comunque contrario ad una norma imperativa e le doglianze avrebbero dovuto essere proposte In sede di separazione giudiziale.
Secondo la Cassazione, il contratto in essere tra le parti era pacificamente un contratto di comodato, non registrato, che costituisce un diritto relativo di godimento in capo ai comodatari ed in quanto tale assoggettato all'obbligo di registrazione sanzionato con la nullità.
Pertanto, in virtù della nullità, non poteva essere accolta la domanda di risoluzione e neppure quella di rilascio, giacché la comodataria deteneva l'immobile sulla base di altro titolo.
L'ex marito, proprietario di un quarto dell'immobile, non può chiedere alla ex moglie che è andata lì a vivere con i suoi genitori e i figli dopo la separazione e l'assegnazione della casa, di liberare l'immobile, perché il comodato non era stato registrato e dunque è nullo.
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