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Quando si perde il diritto di abitazione casa coniugale?

Luisa Sartori
Luisa Sartori
2025-06-23 20:40:22
Numero di risposte: 6
Il diritto di abitazione può estinguersi per diverse cause. Tra le principali troviamo: Morte del titolare: Alla morte del titolare del diritto, questo cessa automaticamente. Prescrizione: Se il titolare non utilizza il diritto per un lungo periodo (20 anni), il diritto di abitazione si estingue per prescrizione. Consolidazione: Se il titolare del diritto diventa anche proprietario dell’immobile, il diritto di abitazione si estingue. Perimento del bene: Se l’immobile viene distrutto o demolito, il diritto di abitazione viene meno. Rinuncia: Il titolare può rinunciare esplicitamente al diritto di abitazione. Scadenza del termine: Se il diritto di abitazione è stato concesso per un tempo determinato, esso si estingue una volta raggiunta la scadenza. In alcuni casi, il diritto di abitazione può essere revocato dal giudice. Questo accade quando il giudice, valutando le circostanze, decide che il titolare non ha più diritto di rimanere nell’immobile. Ad esempio, può succedere quando i figli affidati al coniuge separato sono diventati maggiorenni e indipendenti.
Osea Serra
Osea Serra
2025-06-19 11:14:11
Numero di risposte: 7
Il diritto di godimento della casa familiare viene meno nel caso in cui il genitore collocatario non abita o cessa di abitare stabilmente nella casa coniugale. In tal caso è venuta meno la funzione di assicurare uno stabile domicilio ai figli. Si concretizza altresì la perdita del diritto all’ assegnazione anche quando i figli non convivono più con il genitore assegnatario, oppure sono divenuti maggiorenni ed economicamente autosufficienti. Il Primo presupposto per il diritto di abitazione del genitore è appunto la convivenza con il figlio minore o maggiorenne non economicamente indipendente. La casa familiare deve essere quindi a dimora stabile del figlio, anche se si allontana per brevi periodi. Qualora il figlio rientri nella casa familiare solo sporadicamente, la stessa non rappresenta più la dimora stabile, pertanto è venuto meno il presupposto per l’assegnazione. La perdita del diritto non è automatica ma richiede un provvedimento del giudice all’esito di un ricorso.
Ugo Gatti
Ugo Gatti
2025-06-09 08:24:16
Numero di risposte: 10
L’assegnazione della casa familiare comporta che il genitore assegnatario ha diritto di abitarla insieme ai figli, nonostante la proprietà sia per intero o in parte dell’altro coniuge. L’assegnazione non spetta ad un coniuge in quanto coniuge, ma soltanto in quanto genitore. Dunque, l’assegnazione della casa viene disposta dal giudice soltanto se la coppia abbia figli minori o maggiorenni ma non autosufficienti. Questo avviene nel caso in cui il figlio, divenuto maggiorenne, trova un lavoro e diventa pertanto economicamente autonomo. È il caso in cui il figlio si trasferisce stabilmente a vivere altrove, magari perché si sposa o inizia una relazione stabile con un’altra persona. L’assegnazione termina anche in presenza di figli minori, quando cambia la cd. collocazione del figlio. Sulla carta vi è anche un altro caso in cui il genitore assegnatario perde il diritto di abitare nella casa familiare. Si tratta del caso in cui detto assegnatario conviva con il proprio nuovo partner in quella stessa abitazione, appartenente all’altro coniuge. Un altro caso in cui si perde l’assegnazione della casa familiare si verifica quando il genitore assegnatario si trasferisce con il figlio minore in un’altra abitazione, lasciando vuota la prima. In questo caso, l’altro genitore può chiedere e ottenere la restituzione dell’immobile, sempre che ne sia il proprietario.
Soriana Cattaneo
Soriana Cattaneo
2025-05-29 22:43:18
Numero di risposte: 11
Il diritto di abitazione si estingue al verificarsi delle seguenti cause: morte del titolare; prescrizione, derivante dal non utilizzo ventennale del diritto; consolidazione, cioè per riunione nella stessa persona della titolarità del diritto di abitazione e della piena proprietà; perimento del bene; rinuncia del titolare del diritto di abitazione; scadenza del termine indicato nell’atto costitutivo. Il diritto di abitazione non si perde con il cambio di residenza, a meno che a questo evento non si accompagni il contestuale abbandono della casa per almeno venti anni: in questo caso, il diritto di abitazione si estinguerebbe per prescrizione. Il diritto di abitazione si può perdere nel caso di revoca giudiziale: ciò accade nell’ipotesi in cui il giudice, tornando sui suoi passi, decide che l’ex coniuge non ha più diritto di conservare il diritto di abitare nella casa coniugale. Come qualsiasi altro diritto, anche quello di abitazione può estinguersi per prescrizione, nel caso in cui non si viva più nell’immobile per un lungo periodo di tempo. L’abitazione si può perdere anche per rinuncia espressa del titolare, per scadenza del termine o per tutti gli altri motivi che analizzeremo nel prosieguo di questo articolo.
Sandra Montanari
Sandra Montanari
2025-05-22 08:42:16
Numero di risposte: 6
Il diritto di godimento della casa familiare viene meno quando l’assegnatario non abita o cessa di abitare stabilmente nella casa coniugale ovvero conviva o contragga nuovo matrimonio. La revoca dell’assegnazione viene disposta inoltre quando vengono meno i presupposti che giustificano il provvedimento come per esempio il raggiungimento della maggiore età e dell’autonomia economica dei figli. Il trasferimento del figlio pertanto, secondo il Giudice di Milano non esclude che lo stesso rientrerà, compatibilmente con le sue esigenze di studio e gli impegni delle lezioni, in quella che è sempre stata la sua casa di riferimento presso il genitore con cui viveva per mantenere tutti i rapporti amicali e i legami parentali che ha tessuto nel suo territorio di riferimento. Alla luce di quando sancito dal Tribunale di Milano si può quindi affermare che il semplice trasferimento del figlio, non economicamente autosufficiente, non legittima la revoca dell’assegnazione della casa familiare. Sarà pertanto necessario che il figlio stabilizzi i propri legami e la propria quotidianità nel luogo del trasferimento per poter dimostrare l’interruzione del legame con l’abitazione. Solo dopo tale radicamento potrà essere disposta la revoca del diritto di abitazione nella casa familiare.