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Chi dà una casa in comodato d'uso gratuito si deve pagare l'IMU?

Raffaele Lombardi
Raffaele Lombardi
2025-05-23 09:02:13
Numero di risposte: 8
In caso di comodato d’uso gratuito di una casa, chi è tenuto a pagare IMU, Tasi e Tari? Poiché il comodatario è titolare di un diritto personale di godimento e non di un diritto di proprietà, non deve pagare le relative imposte sulla proprietà. Al pagamento dell’IMU sono dunque tenuti i proprietari oppure i titolari di un diritto reale d’uso o usufrutto. La legge di stabilità 2016 ha infatti introdotto un’agevolazione IMU e Tasi consistente in una riduzione del 50% della base imponibile per gli immobili concessi in comodato d’uso gratuito ai parenti di primo grado in linea diretta, che utilizzano l’immobile come abitazione principale.
Felice Rossi
Felice Rossi
2025-05-23 08:10:01
Numero di risposte: 10
La base imponibile IMU è ridotta al 50% per alcune categorie di immobili e tra questi: gli immobili, esclusi quelli “di lusso” (A/1, A/8 e A/9, concessi in comodato ai parenti in linea retta entro il primo grado che la utilizzano come abitazione principale a condizione che: il contratto sia registrato; il comodante: possieda un solo immobile in Italia; risieda anagraficamente e dimori abitualmente nello stesso Comune in cui è situato l’immobile concesso in comodato. Il beneficio si applica anche nel caso in cui il comodante, oltre all'immobile concesso in comodato, possieda nello stesso Comune un altro immobile adibito a propria abitazione principale, ad eccezione delle unità abitative classificate nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9. La riduzione del 50% si applica anche al coniuge del comodatario nel caso di decesso di quest’ultimo e presenza di figli minori. Per le unità immobiliari, fatta eccezione per quelle classificate nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9, concesse in comodato dal soggetto passivo ai parenti in linea retta entro il primo grado che le utilizzano come abitazione principale vi è obbligo dichiarativo. Il principio generale prevede che tale obbligo sorge solo nei casi in cui sono intervenute variazioni rispetto a quanto risulta dalle dichiarazioni già presentate, nonché nei casi in cui si sono verificate variazioni che non sono, comunque, conoscibili dal comune. La registrazione del contratto di comodato può essere effettuata telematicamente avvalendosi dei servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate. In alternativa, la registrazione del contratto di comodato può essere effettuata presentando, presso qualsiasi ufficio territoriale dell’Agenzia delle Entrate, il modello di richiesta di registrazione atti privati modello RAP. Il modello RAP, nella versione approvata con il provvedimento, può essere utilizzato per la registrazione in via telematica dei contratti di comodato. Per i contratti di comodato è dovuta l’imposta di registro di 200 euro, inoltre per i comodati in forma scritta è dovuta l’imposta di bollo di 16 euro. L’importo dei contrassegni deve essere di 16 euro ogni 4 facciate scritte e, comunque, ogni 100 righe. Dal 20 dicembre 2022 è possibile utilizzare il servizio web per la registrazione dei contratti di comodato. In particolare, il servizio consente di trasmettere telematicamente all'Agenzia delle Entrate la richiesta di registrazione di alcune tipologie di atti privati (modello Registrazione Atti Privati). Attualmente con il modello RAP è possibile registrare i contratti di comodato d’uso gratuito.
Davide Rossi
Davide Rossi
2025-05-23 07:47:05
Numero di risposte: 4
La normativa in materia di imposta sulla casa prevede uno sconto del 50 per cento per gli immobili locati con contratto di comodato, nel rispetto di specifici requisiti. La prima condizione da rispettare è che il contratto sia regolarmente registrato. La riduzione dell’IMU per l’immobile in comodato d’uso gratuito è una delle agevolazioni confermate dalla Legge di Bilancio 2020, che ha istituito la nuova imposta unica sulla casa e modificato notevolmente la disciplina in materia. La normativa di riferimento è contenuta nel comma 747, articolo 1, della legge n. 160/2019, che alla lettera c) prevede la riduzione della base imponibile al 50 per cento. Per beneficiare della riduzione di IMU al 50 per cento dell’importo dovuto sarà necessario, inoltre, rispettare ulteriori requisiti: l’immobile deve essere utilizzato dal comodatario come abitazione principale; l’immobile concesso in comodato d’uso gratuito non deve rientrare tra le categorie catastali di lusso (A/1, A/8 e A/9); il comodante deve possedere un solo immobile in Italia oltre alla casa principale; il comodante deve avere residenza e dimora abituale nello stesso Comune in cui è situato l’immobile concesso in comodato d’uso. Inoltre, seppur nel rispetto dei requisiti sopra elencati, è previsto l’obbligo di pagamento in misura intera delle due imposte nei seguenti casi: comodati per le abitazioni di lusso (Categorie catastali A1, A8 e A9); proprietari di 3 o più immobili ad uso abitativo; prima e seconda casa situate in due comuni differenti; residenza in un comune e seconda casa ubicata in un comune diverso; proprietari di immobili residenti all’estero; immobile concesso in comodato d’uso gratuito non adibito ad abitazione principale dal comodatario; contratto di comodato d’uso stipulato tra nonni e nipoti.
Giulietta Neri
Giulietta Neri
2025-05-23 06:05:01
Numero di risposte: 7
L’Imu deve essere sempre versata dal proprietario dell’immobile, anche quando dovesse decidere di darlo in comodato d’uso gratuito. I contribuenti hanno diritto alla riduzione dell’aliquota Imu al 50% nel momento in cui si verificano determinati casi. La riduzione del 50% della base imponibile dell’Imu non spetta, però, per gli immobili che sono classificati nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9, anche quando vengono concesse in uno comodato d’uso gratuito ai parenti in linea retta entro il primo grado. Fatta eccezione per il caso appena descritto, è necessario che l’immobile venga adibito ad abitazione principale. La riduzione di applica nel caso in cui venga registrato il contratto di comodato. Il comodante sia proprietario di un solo immobile dato in comodato, può possederne un altro adibito ad abitazione principale, le unità abitative non devono essere classificate nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9. Il comodante deve risiedere anagraficamente nello stesso comune dove è situato l’immobile dato in comodato. Per i pensionati residenti all’estero, dal 2020, non spetta più l’esenzione completa dell’Imu. Hanno diritto ad una riduzione del 25% dell’Imu i proprietari che concedono in locazione a canone concordato l’immobile. Per la casa che viene affittata a canone libero, invece, è previsto il pagamento dell’intero importo dell’Imu, che è sempre a carico del proprietario.
Morgana Galli
Morgana Galli
2025-05-23 05:40:51
Numero di risposte: 10
Il comodato d’uso gratuito è un contratto che permette al proprietario di un bene mobile o immobile di concederlo in uso gratuito a un altro soggetto, solitamente un familiare, il quale se ne serve per un periodo di tempo o per un uso determinato, con l’obbligo di restituirlo. Secondo quanto previsto dall’articolo 9 del Decreto Legislativo n. 23/2011, anche in caso di comodato d’uso gratuito, il pagamento dell’IMU spetta al proprietario dell’immobile, o al titolare di diritto reale di usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi e superficie secondo le quote di possesso. Il comodatario, quindi, non è il soggetto passivo dell’IMU, visto che è titolare di un diritto personale di godimento e non di un diritto di proprietà. Come già accennato prima, per chi concede un immobile in comodato d’uso gratuito, è prevista una riduzione dell’IMU, a patto però di rispettare una serie di condizioni che vedremo a breve. La legge di bilancio 2020 prevede la riduzione della base imponibile al 50% per gli immobili concessi in comodato gratuito ai parenti in linea retta entro il primo grado. Questo beneficio si estende, in caso di morte del comodatario, al coniuge di quest’ultimo in presenza di figli minori. La riduzione del 50% della base imponibile dell’IMU non si applica alle unità immobiliari classificate nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9. Di seguito elenchiamo le condizioni da rispettare per poter beneficiare dell’agevolazione sull’imposta: parentela: comodato d’uso gratuito solo tra parenti in linea retta, quindi tra genitori e figli; residenza: il comodante deve risiedere nello stesso Comune in cui si trova l’immobile dato in comodato. Il comodante non deve possedere altri immobili di natura abitativa in Italia, ad eccezione dell’abitazione principale ubicata nello stesso Comune e non classificata nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9 (immobili di lusso); destinazione d’uso: il comodatario deve utilizzare l’immobile come abitazione principale; tipologia immobile: è necessario che l’unità abitativa in comodato non sia classificata nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9; contratto: il contratto di comodato d’uso gratuito deve essere regolarmente registrato presso l’Agenzia delle Entrate. Da tenere bene a mente un indirizzo della Corte di Cassazione che con la sentenza n. 37346 del 20/12/2022, ha chiarito che nel caso in cui comodante e comodatario sono comproprietari dell’immobile oggetto di comodato, non è possibile riconoscere l’agevolazione fiscale IMU consistente nella riduzione della base imponibile del 50%.
Gianni Sartori
Gianni Sartori
2025-05-23 05:14:43
Numero di risposte: 6
Il soggetto tenuto al pagamento dell'IMU imposta municipale propria, proprietario di immobile, nel caso conceda il proprio immobile in comodato d'uso gratuito, ha diritto ad una riduzione dell'imposta a certe condizioni. Tra le agevolazioni previste per l'IMU 2023 vi è la riduzione dell'aliquota del 50% in specifici casi indicati dalla norma di riferimento. In particolare, l’art. 1, comma 747 della legge 160/2019 stabilisce che la base imponibile dell’IMU è ridotta del 50 %, per le abitazioni concesse in concesse in comodato d'uso ai parenti in linea retta. La riduzione del 50% della base imponibile per le unità immobiliari, fatta eccezione per quelle classificate nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9, concesse in comodato dal soggetto passivo ai parenti in linea retta entro il primo grado che le utilizzano come abitazione principale, si applica a condizione che il contratto di comodato sia registrato. Il comodante possieda in Italia la sola abitazione concessa in comodato. Oltre a quest’ultima, egli può tuttavia possedere un altro immobile adibito a propria abitazione principale, ad eccezione delle unità abitative classificate nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9. Il comodante risieda anagraficamente nonché dimori abitualmente nello stesso comune in cui è situato l'immobile concesso in comodato. La riduzione della base imponibile si applica anche qualora, in caso di morte del comodatario, l’immobile resta destinato ad abitazione principale del coniuge di quest'ultimo in presenza di figli minori.
Thea Ricci
Thea Ricci
2025-05-23 04:43:08
Numero di risposte: 6
Il beneficio si applica anche nel caso in cui il comodante oltre all’immobile concesso in comodato possieda nello stesso comune un altro immobile adibito a propria abitazione principale, ad eccezione delle unità abitative classificate nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9. Sussistono i presupposti se il comodante possiede un solo alloggio in tutta Italia e lo concede in comodato al genitore o al figlio, oppure, il comodante può possedere fino a due alloggi ma devono essere siti in Bollate e genitore e figlio devono risiedere entrambi a Bollate: entrambi gli immobili devono essere adibiti ad abitazione principale. Per esempio: se il padre ha due alloggi, che vengono utilizzati dal genitore e figlio come abitazioni principali ed entrambi risiedono in Bollate, i presupposti sono esistenti, mentre se il padre (o viceversa) vive in casa di proprietà a Novate Milanese e concede al figlio una casa in Bollate, dove il medesimo risiede, non sussistono i requisiti. Ciò vale anche se ci sono case al mare o in montagna: si devono possedere al massimo due appartamenti destinati ad abitazione principale nel medesimo Comune da genitori e figli. Copia dei nuovi comodati registrati deve pervenire all’Ufficio Tributi: inoltre, per legge, per ottenere l’agevolazione è necessaria anche la presentazione della dichiarazione IMU al Comune.