Quando si perde l'assegnazione della casa coniugale?

Santo Giordano
2025-05-21 16:47:41
Numero di risposte: 3
Il provvedimento di assegnazione della casa familiare viene meno nei seguenti casi:
- se l’assegnatario vi rinuncia;
- quando il figlio diventa economicamente autonomo
- quando il figlio, anche se non indipendente dal punto di vista economico, si trasferisce a vivere stabilmente altrove.
Nel caso in cui il trasferimento sia dovuto a ragioni di studio, le situazioni vanno valutate caso per caso, ma in via prevalente si ritiene che l’assegnazione debba rimanere in vita fino a che non si interrompe in maniera stabile il rapporto con l’abitazione.
Se sono più di uno, quando l’ultimo dei figli diventa indipendente.
In altre parole, il proprietario della casa rimane tale, ma la disponibilità dell’immobile viene vincolata all’interesse dei figli ed al loro di diritto di crescere in modo equilibrato e sereno.
Se si tratta di immobile in locazione, l’assegnatario subentra in automatico nel contratto di locazione in essere, assumendo gli obblighi del conduttore.
Pertanto, è escluso che l’assegnazione della casa coniugale possa essere applicata alle coppie senza figli, anche nel caso in cui ci sia notevole divario tra le condizioni economiche dei coniugi e l’uso della casa possa assumere una funzione riequilibratice del divario nell’assetto economico dei coniugi.

Sebastiano Rizzo
2025-05-21 16:37:42
Numero di risposte: 4
Si perde l'assegnazione della casa familiare nel caso in cui il figlio, divenuto maggiorenne, trova un lavoro e diventa pertanto economicamente autonomo.
Non importa che egli rimanga a vivere nella casa familiare.
L'assegnazione della casa familiare si perde anche quando il figlio si trasferisce stabilmente a vivere altrove, magari perché si sposa o inizia una relazione stabile con un’altra persona.
Attenzione, però: l’assegnazione non viene meno nel caso di trasferimento del figlio per ragioni di studio.
L'assegnazione termina anche in presenza di figli minori, quando cambia la cd. collocazione del figlio.
Questo avviene perché la legge intende assicurare ai figli la conservazione dell’habitat domestico.
Per questa ragione, la casa segue il figlio.
Sulla carta vi è anche un altro caso in cui il genitore assegnatario perde il diritto di abitare nella casa familiare, si tratta del caso in cui detto assegnatario conviva con il proprio nuovo partner in quella stessa abitazione, appartenente all’altro coniuge.
Un altro caso in cui si perde l’assegnazione della casa familiare si verifica quando il genitore assegnatario si trasferisce con il figlio minore in un’altra abitazione, lasciando vuota la prima.
In questo caso, l’altro genitore può chiedere e ottenere la restituzione dell’immobile, sempre che ne sia il proprietario.

Loredana Giuliani
2025-05-21 15:56:04
Numero di risposte: 5
L'assegnazione della casa coniugale, come stabilito dalla legge italiana, ha lo scopo principale di tutelare i figli.
Di norma, viene assegnata al genitore presso il quale i figli risiedono stabilmente per garantire loro stabilità e continuità.
Tuttavia, il diritto di abitare nella casa coniugale non è eterno e può venire meno in specifiche circostanze.
Il diritto di abitare nella casa coniugale è strettamente legato alla presenza dei figli.
Se i figli raggiungono la maggiore età, diventano economicamente indipendenti o decidono di andare a vivere altrove, il coniuge assegnatario perde il diritto di abitare nell'immobile.
Se il coniuge assegnatario della casa decide di instaurare una convivenza stabile e duratura con un nuovo partner, perde il diritto di rimanere nella casa coniugale.
La legge interpreta questo cambiamento come una cessazione della necessità di mantenere l'ambiente domestico precedente, poiché si forma una nuova famiglia.
Inoltre, l’assegnazione della casa coniugale può essere revocata se il coniuge assegnatario cambia la destinazione d’uso dell’immobile senza il consenso dell’ex coniuge o del giudice.
Infine, se il coniuge non assegnatario decide di vendere la casa, il diritto di assegnazione del coniuge assegnatario può decadere, ma solo in determinate condizioni e dopo il coinvolgimento di un giudice.

Federica Barbieri
2025-05-21 15:34:13
Numero di risposte: 5
Il diritto di abitazione nella casa coniugale cessa non appena i figli perdono il diritto di essere mantenuti.
Le principali circostanze in cui questo accade sono:
Figli maggiorenni autosufficienti: Quando il figlio raggiunge l’autonomia economica, il diritto di abitazione cessa.
Figli non autosufficienti che non studiano o cercano lavoro: Anche in questo caso, il genitore che li ospita deve restituire l’immobile.
Figli maggiorenni che, nonostante ricerchino lavoro, hanno superato i 30/35 anni: La legge considera colpevole lo stato di disoccupazione oltre una certa età, facendo cessare il diritto alla casa familiare.
Figli che studiano senza profitto: Quando il figlio non ottiene risultati nello studio, perde il diritto al mantenimento e, quindi, alla casa coniugale.
Figli che vivono da soli: Il figlio che si trasferisce in un altro luogo, a prescindere dal fatto che stia studiando o lavorando, fa cessare il diritto di abitazione.

Francesco Barbieri
2025-05-21 12:52:26
Numero di risposte: 5
La casa familiare non solo è un luogo fisico, ma spesso rappresenta anche un importante asset economico ed emotivo per entrambi gli ex coniugi e, se presenti, per i figli.
La revoca dell’assegnazione della casa familiare può avvenire per:
cambiamenti nelle condizioni economiche delle parti
nuove necessità dei figli
altri cambiamenti nelle circostanze che giustificano un riesame delle condizioni stabilite nel divorzio
La revoca dell’assegnazione della casa familiare è stata considerata una “sopravvenienza” significativa da valutare ai fini della revisione dell’assegno divorzile.
Pertanto, la revoca di tale assegnazione non solo priva l’assegnatario del diritto di godimento della casa, ma può anche avere impatti finanziari considerevoli su entrambi gli ex coniugi.
Da un lato, l’ex coniuge che perde l’assegnazione della casa può trovarsi a dover affrontare nuove spese di alloggio o la necessità di trovare una nuova sistemazione, con conseguenti implicazioni economiche.

Amos Palumbo
2025-05-21 12:42:00
Numero di risposte: 4
Si perde l'assegnazione della casa coniugale quando il genitore assegnatario rinuncia alla casa.
Se l’abitazione è interamente di proprietà del genitore non assegnatario, rinunciare alla casa significa restituirla al legittimo proprietario.
La rinuncia all’assegnazione della casa libera l’immobile, ma ciò non significa che il problema sia risolto.
Se chi esce di casa deve affrontare nuove spese abitative, potrebbe chiedere un aumento dell’assegno per i figli.
L’assegnazione della casa rimane in vigore fino a quando i figli non diventano indipendenti, a prescindere da chi sia il proprietario dell’immobile.
In questo caso, chi subisce lo svantaggio economico sono i nonni, che vedono la loro proprietà occupata per anni senza possibilità di disporne liberamente.
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