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Che cos'è un patto successorio rinunziativo?

Evangelista Vitale
Evangelista Vitale
2025-06-26 18:04:12
Numero di risposte: 5
Un patto successorio rinunziativo è un atto negoziale tra vivi con cui un soggetto rinuncia ai diritti che gli deriveranno da una successione futura. I patti successori rinunciativi darebbero la possibilità ai legittimari di rinunciare ai loro diritti anche durante la vita del donante, diminuendo così le limitazioni alla circolazione dei beni donati. Non si parla però di rinuncia a patrimoni di consistenza incerta, e non si rinuncia soprattutto alla chiamata all’eredità. La rinuncia può essere fatta solo se il disponente è maggiorenne. La proposta dei patti successori rinunciativi prevederebbe sia un atto unilaterale, sia un contratto bilaterale, che coinvolgerebbe il defunto futuro, concedendogli una contro-proposta a favore del rinunciante. La convenzione può essere sia a titolo oneroso, sia gratuito.
Gabriella Silvestri
Gabriella Silvestri
2025-06-26 15:39:35
Numero di risposte: 8
Con il patto rinunziativo, un soggetto decide di rinunciare ad un diritto che gli perverrà all’apertura della successione di un’altra persona. I patti successori sono in parole povere dei contratti o atti unilaterali, che hanno per oggetto diritti derivanti da una successione non ancora aperta. Dall’articolo sopra citato la dottrina ha individuato ben tre categorie di patti successori: I patti istitutivi I patti dispositivi I patti rinunziativi o abdicativi. Il legislatore vuole evitare che un soggetto possa disporre di un diritto che ancora non ha, evitando un eccesso di prodigalità. Il legislatore vuole evitare il votum captandae mortis, ovvero il desidero della morte di una persona per poter fruire dei suoi beni. Tale divieto è espresso più precisamente dall’articolo 458 del Codice Civile il quale prevede la nullità di ogni patto volto a disporre della propria successione, dei diritti di una successione che si deve ancora aprire oppure avente ad oggetto la rinuncia di diritti di provenienza successoria.
Monia Marchetti
Monia Marchetti
2025-06-26 15:21:49
Numero di risposte: 7
Si configura un patto successorio rinunciativo quando il presunto futuro erede rinuncia all’eredità prima dell’apertura della successione. Tale patto deve intercorrere tra il presunto erede e il soggetto che beneficia della rinuncia o la persona della cui eredità si tratta. La fattispecie comprende anche la rinuncia unilaterale come si evince dalla dizione letterale dell’art. 458 c.c. che fa riferimento ad ogni “atto”. La ratio del divieto di patti successori dispositivi e rinunciativi si rinverrebbe nella necessità di scongiurare il c.d. patto corvino, cioè di evitare disposizioni che potrebbero ingenerare nel beneficiario il desiderio della morte della persona la cui successione sia stata oggetto di negoziazione. Tale argomentazione, tuttavia, secondo parte della dottrina, non è condivisibile in quanto esistono molteplici istituti civilistici idonei a ingenerare siffatto desiderio, come l’usufrutto, la rendita vitalizia e l’assicurazione sulla vita a favore del terzo. La giustificazione del divieto dei patti successori dispositivi e rinunciativi, allora, non risiede né nell’esigenza di evitare il rischio di prodigalità, evocato per giustificare la nullità della donazione di cose future, né nella mera esigenza di prevenire il patto corvino ma è di carattere etico, in quanto l’ordinamento reputa immorale che la morte di un terzo sia oggetto di contrattazione.