Comunione o Separazione: Quale regime patrimoniale scegliere?

Pericle Mazza
2025-05-07 05:54:40
Numero di risposte: 2
La scelta del regime patrimoniale ha una propria importanza, stretto tra l’aspettativa di chi magari vuole conservare per sé le utilità che ricaverà ad esempio dal proprio lavoro e chi intende la famiglia come un qualcosa di unitario, in cui anche i beni sono della coppia indipendentemente dal contributo che ognuno abbia dato per il loro acquisto.
Il che dipende dall’idea di famiglia che ognuno ha, ma anche da una valutazione economica e di convenienza.
Non è che un regime sia migliore dell’altro: si tratta di regimi diversi, da conoscere per decidere quale fa maggiormente al caso della coppia.
Di solito non si attribuisce grande importanza alla cosa e la scelta viene fatta magari all’ultimo momento e chiedendo a qualche amico o conoscente.
Per cui la scelta del regime patrimoniale ha una propria importanza.
Soprattutto in presenza di sposi con patrimoni o redditi di un certo rilievo o con lavori che possono comportare rischi come quello dell’imprenditore, la scelta può essere importante, tanto da poter essere opportuna talvolta una consulenza da parte di un avvocato matrimonialista esperto in diritto di famiglia.
Di massima di solito si consiglia la separazione dei beni, da utilizzare però con ragionevolezza perché, come evidenziato, se il soggetto che può diventare insolvente si intesta tutto poi la famiglia perderà tutto.

Marino Giuliani
2025-05-07 05:04:50
Numero di risposte: 4
La scelta tra separazione o comunione dei beni ha effetti anche sull’eredità.
Se uno dei coniugi muore dopo essere stato coniugato in regime di comunione dei beni nel suo asse ereditario sarà compresa solo la metà della proprietà dei beni acquistati durante di matrimonio: l’altra quota spetterà infatti già dal momento dell’acquisto all’altro coniuge.
Se il soggetto che muore è invece coniugato in separazione dei beni, la quota ereditaria dipenderà dalla quota di proprietà intestata al coniuge defunto.
Nel caso che uno dei due coniugi per motivi professionali possa essere esposto a rischi di nature patrimoniale è consigliata la separazione dei beni: in questo caso i beni più importanti per la famiglia possono essere intestati al coniuge non esposto a tali rischi.
La separazione dei beni può essere scelta al momento del matrimonio o in seguito davanti ad un Notaio.
E’ bene sapere che secondo la legge la separazione dei beni permette ai coniugi di intestare i beni acquistati con il matrimonio ad uno solo di essi, ad entrambi ma in quote disuguali, ad entrambi in quote uguali.
La comunione legale dei beni invece determina necessariamente la cointestazione dei beni in parti uguali.

Romolo Bianco
2025-05-07 03:51:45
Numero di risposte: 7
La scelta tra un regime piuttosto che un altro viene effettuata al momento del matrimonio però può essere fatta anche successivamente. Sulla economia di questa scelta e la possibilità che la stessa convenga dal punto di vista patrimoniale occorre differenziare la situazione in concreto dei coniugi.
Molto dipende sia da quella che è la volontà degli stessi, sia dalla loro situazione lavorativa.
Se si vuole mantenere una vita patrimoniale separata, ovvero si è intenzionati ad effettuare molti acquisti o comunque mantenere gli affari separati, conviene sempre propendere per la separazione.
Per questo motivo, la scelta va effettuata non a priori per motivi personali o di fiducia, bensì a seconda anche della propria professione e della propria attività economica.
La separazione dei beni ha un vantaggio soprattutto nel momento in cui uno dei due coniugi ha un’attività commerciale, quindi è un imprenditore, oppure qualora sia un libero professionista.
In entrambi i casi, i risvolti negativi della propria attività personale potrebbero incidere negativamente anche sul patrimonio del coniuge non imprenditore.
Scegliere questo regime, infatti, non esclude che i due coniugi decidano di acquistare ad esempio una casa ciascuno per la quota di un mezzo.

Giuseppina Leone
2025-05-07 03:32:50
Numero di risposte: 9
Dovrete scegliere le regole che disciplineranno i vostri rapporti patrimoniali.
In mancanza di una scelta si applica la comunione dei beni.
Per optare per la separazione dei beni entrambi i coniugi devono essere d’accordo.
La comunione dei beni non riguarda tutto il vostro patrimonio, ma solo gli acquisti che saranno compiuti in futuro.
La regola fondamentale prevede infatti che diventino comuni i beni che vengono acquistati dai coniugi, anche separatamente, dopo il matrimonio.
Quindi tutto ciò che uno dei coniugi ha già acquistato prima del matrimonio resta personale; comuni saranno tutti gli acquisti successivi.
Non cadono in comunione i beni acquistati da un coniuge per donazione o per successione: questi restano dunque del coniuge che li ha ricevuti.
Ciascuno di voi rimarrà titolare esclusivo del suo patrimonio, sia dei beni che ha ora, sia dei beni che acquisterà in futuro.
Resta ovviamente l’obbligo di entrambi i coniugi di contribuire alle esigenze della famiglia in proporzione alle rispettive sostanze, ma non vi è nessuna automatica ridistribuzione della ricchezza fra i coniugi.
La comunione dei beni introduce un meccanismo automatico di compensazione di questi sacrifici.
La separazione può essere consigliata alle famiglie in cui i sacrifici dei coniugi per le esigenze familiari sono distribuiti equamente.
Se invece i coniugi programmano di organizzare la loro vita in modo che uno dei due si applichi in prevalenza al lavoro casalingo, lasciando l’altro libero di dedicarsi al suo lavoro, allora la comunione è una scelta da valutare con attenzione.
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