L'eredità va divisa col coniuge?

Odone Grassi
2025-05-07 23:28:49
Numero di risposte: 10
L'eredità viene suddivisa tra il coniuge superstite e gli eredi secondo modalità ben precise.
Il coniuge superstite ha diritto alla metà dei beni comuni acquistati durante il matrimonio.
Se la comunione dei beni è stata costituita per legge, il coniuge superstite aggiunge alla sua metà il restante 50% del patrimonio totale.
La restante metà dei beni comuni viene suddivisa tra gli eredi, che possono essere i figli, i genitori, i fratelli e le sorelle, a seconda della situazione familiare.
I beni esclusi dalla comunione dei beni, come quelli di proprietà esclusiva di ciascun coniuge prima del matrimonio o ottenuti per donazione o successione, non fanno parte dell'eredità soggetta alla divisione.
Solo coniuge: se non ci sono figli, ascendenti o fratelli/sorelle, l'intera eredità va al coniuge superstite, anche se separato senza addebito.
Se c'era comunione dei beni, il coniuge aggiunge alla sua metà il restante 50% del patrimonio.
Concorso tra figli e coniuge: se sono presenti sia figli che coniuge superstite, concorrendo un figlio, spettano ad entrambi parti uguali.
Ognuna di queste è pari ad ½ del totale, mente il concorso con due o più figli attribuisce al coniuge 1/3 dell’eredità e i restanti 2/3 suddivisi in parti uguali tra tutti i figli.
Coniuge e un figlio ½ al coniuge e ½ al figlio.
Coniuge e due o più figli 1/3 al coniuge e 2/3 ai figli da dividersi in parti uguali.
Coniuge ed ascendenti o fratelli e sorelle (senza figli) 2/3 al coniuge e 1/3 ad ascendenti o fratelli e sorelle, salvo il diritto degli ascendenti a ¼ dell’eredità.
Il coniuge superstite ha diritto di abitare nella casa familiare e utilizzare gli arredi.
Il coniuge ha anche il diritto di abitare nella casa familiare e utilizzare gli arredi.
Il coniuge ottiene i due terzi dell'eredità, mentre i fratelli e le sorelle concorrono per l'altro terzo con gli ascendenti.
Coniuge separatoha diritto alla stessa quota del coniuge superstite, purché non gli sia stata addebitata la separazione.
La tabella illustra dunque le quote ereditarie per gli eredi legittimi in diverse situazioni:
Se il coniuge sopravvive senza figli, ascendenti o parenti collaterali, eredita l'intera quota.
Se ci sono figli, il coniuge divide l'eredità con loro.
Se non ci sono figli, ma ci sono ascendenti, fratelli o sorelle, il coniuge riceve una quota inferiore.
La tabella copre anche situazioni con vari parenti prossimi e separazioni coniugali.
Eredi legittimi all'apertura della successione Quote spettanti agli eredi legittimi
Solo il coniuge (senza figli, ascendenti e collaterali) 1/1 al coniuge.
Coniuge e un figlio ½ al coniuge e ½ al figlio.
Coniuge e due o più figli 1/3 al coniuge e 2/3 ai figli da dividersi in parti uguali.
Coniuge ed ascendenti o fratelli e sorelle (senza figli) 2/3 al coniuge e 1/3 ad ascendenti o fratelli e sorelle, salvo il diritto degli ascendenti a ¼ dell’eredità.
Solo un figlio (senza coniuge) 1/1 al figlio.
Due o più figli (senza coniuge) l’intero da dividersi in parti uguali.
Solo ascendenti ½ agli ascendenti in linea paterna, ½ agli ascendenti in linea materna.
Solo fratelli e sorelle l’eredità si divide in parti uguali;
i fratelli e le sorelle unilaterali (padre o madre diversi) conseguono però la metà della quota dei germani (stessi genitori).
Solo fratelli/sorelle e genitori ½ ai genitori o a quello dei due che sopravvive; ½ ai fratelli/sorelle.
Altri parenti prossimi senza figli, genitori, fratelli/sorelle e loro discendenti, ascendentisenza distinzione di linea, sempre per il principio del parente più vicino che prevale su quello remoto, l’eredità si divide in parti uguali tra i successibili di pari grado, compresi senza distinzioni di linea anche i collaterali (quindi zii e/o cugini ad esempio).
Coniuge separato ha diritto alla stessa quota del coniuge superstite, purché non gli sia stata addebitata la separazione.

Cinzia Bellini
2025-05-07 23:21:03
Numero di risposte: 8
L’eredità ricevuta da uno dei coniugi prima o durante il matrimonio non entra a far parte della comunione dei beni.
L’eredità, infatti, costituisce un bene personale del coniuge che l’ha ricevuta, con la conseguenza che la stessa spetta solo e soltanto a quest’ultimo, mentre l’altro non può vantare alcuna pretesa su di essa.
Questo vale non solo quando il coniuge abbia ereditato somme di denaro, ma anche nell’ipotesi in cui l’eredità riguardi beni mobili o immobili.
A nulla rileva la diversa volontà dei coniugi: i beni oggetto dell’eredità saranno soltanto del coniuge che l’ha percepita.
L’eredità, dunque – insieme ai beni di cui il coniuge era proprietario prima del matrimonio, ai beni acquisiti per donazione e ai beni utilizzati per lo svolgimento di attività professionale -rientra nella categoria dei beni personali del coniuge che, in quanto tali, rimangono di proprietà del coniuge che li ha acquistati o percepiti e non confluiscono nel patrimonio comune.
Trovo corretto che i beni ereditati da un coniuge – esclusi da ogni automatica devoluzione alla comunione tra coniugi – rimangano di esclusiva proprietà di quest’ultimo, il quale, in ogni caso, potrà poi decidere di impiegare quei beni o quel denaro a suo piacimento, eventualmente impiegandoli per soddisfare esigenze familiari o condividendoli con il proprio partner.

Ubaldo Ferrara
2025-05-07 20:13:28
Numero di risposte: 4
La norma generale, in tema di comunione legale dei coniugi, è che tutti i beni entrati nel patrimonio successivamente al matrimonio divengono parte della comunione.
La regola generale dettata dall’art 177 c.c., conosce dunque alcune importanti eccezioni.
Pertanto, in mancanza di una espressa disposizione, ciò che viene ereditato dal coniuge rimarrà nella sua esclusiva proprietà.
Ne consegue che il coniuge, socio a seguito di successione, potrà vantare la proprietà esclusiva unicamente sulle quote ereditate.
Permeane comunque in capo ai coniugi la facoltà di estendere la comunione dei beni anche alle quote ereditate da uno di essi.
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