Che ne è dei figli se muore un genitore?

Gabriella Silvestri
2025-06-21 03:37:20
Numero di risposte: 8
Eredità alla morte di un genitore in presenza del coniuge ed un figlio, l’eredità alla morte di un genitore sarà attribuita per la quota di 1/2 al coniuge superstite e per 1/2 all’unico figlio.
In mancanza di testamento, l’eredità sarà regolata interamente dalle norme della successione legittima e quindi secondo quanto sancito dal Codice civile.
Nel caso in cui manchi il coniuge superstite, l’eredità alla morte del genitore sarà attribuita interamente ai figli in parti uguali.
Qualora il defunto lasci a sé il coniuge e più figli, l’eredità alla morte di un genitore sarà attribuita per la quota di 1/3 al coniuge superstite e per 2/3 complessivamente ai figli che, a loro volta, saranno chiamati all’eredità in quote uguali.
Se il genitore defunto ha lasciato un testamento, l'eredità sarà devoluta secondo la sua volontà.
L'eredità alla morte di un genitore può essere regolata anche dal regime patrimoniale della famiglia, che disciplina gli acquisti compiuti dai coniugi in costanza di matrimonio.
In caso di comunione legale dei beni, è importante considerare anche la comunione de residuo, che si instaura al momento dello scioglimento della comunione legale dei beni per qualsiasi causa, compresa la morte di un coniuge.
In ogni caso, la successione ereditaria è disciplinata dalla legge o dal testamento del defunto, fatti salvi i diritti riservati ai legittimari dalle norme della successione necessaria.

Piccarda Russo
2025-06-21 02:29:32
Numero di risposte: 3
Se uno dei genitori muore e lascia dei figli minori, il coniuge superstite diventa automaticamente l'amministratore dell'eredità dei figli, ma non può disporre dei beni ereditari dei figli minorenni senza il loro consenso. In altre parole, anche il coniuge superstite ha limiti nelle decisioni patrimoniali riguardanti l'eredità dei figli.
In caso di decesso di un genitore, la legge italiana stabilisce specifiche norme per tutelare i diritti degli eredi, in particolare dei figli minorenni, che, a causa della loro giovane età, non possono autonomamente gestire l'eredità.
I genitori, infatti, hanno l’obbligo di provvedere al benessere dei figli durante la loro vita e anche dopo la morte.
Inoltre, se entrambi i genitori sono deceduti, verrà nominato un tutore legale per i minori, il quale avrà il compito di amministrare i beni dei minori in modo che questi ultimi non subiscano danni economici.
La legge stabilisce che i figli (minori o maggiorenni) abbiano diritto a una parte dell'eredità che non può essere loro sottratta, neanche da un testamento.
La legittima corrisponde alla metà dell’eredità se ci sono due o più figli.
Nel caso di un unico figlio, la quota legittima corrisponde ai due terzi dell’intero patrimonio.
Un altro aspetto importante della successione con figli minori riguarda l'accettazione dell'eredità.
Poiché i figli minori non possono compiere atti giuridici da soli, l'accettazione dell'eredità deve essere fatta da parte di chi esercita la potestà genitoriale.

Alessandra Pellegrini
2025-06-21 01:25:53
Numero di risposte: 7
In caso di morte dei genitori con un minore che rimane solo, l’ufficiale di stato civile dà notizia al giudice che deve nominare un tutore a cui il bambino orfano viene affidato.
Padre o madre possono lasciare una un testamento o una scrittura privata, meglio se autenticata, con l’indicazione di una persona che ritengono adatta.
Se non trova motivi contrari il giudice segue l’indicazione del genitore che ha la libertà di indicare parenti o, in mancanza, altre persone fidate.
Chi infatti meglio di un genitore può scegliere la persona che ritiene più adatta a crescere i propri figli?
Se invece il giudice non ritiene adatta questa persona va comunque a cercare fra i parenti prossimi del minore.
La bussola indica sempre una via: garantire la continuità affettiva dei minori quindi andare a cercare fra le persone che ha già avuto nella sua vita.
Dai 12 anni in su l’opinione dei bambini viene ascoltata e tenuta in considerazione.
Le voci dei ragazzi sono fondamentali quando vanno a evidenziare eventuali contrarietà che il giudice ritenga fondate.
Se il bambino indica un motivo valido per cui non vuole andare con gli zii, per esempio, viene tenuto in considerazione e accade anche quando esprime una preferenza per un familiare rispetto a un altro.
L’affido ai familiari non è però automatico.
Serve la disponibilità dei parenti perché non è un obbligo prendersi cura del bambino rimasto senza genitori.
Se non si trova accoglienza nella cerchia parentale si apre una procedura per abbandono e il minore diventa adottabile.
A questo punto esiste la possibilità dell’affido temporaneo ad amici, persone che conoscono il bambino e sono ritenute affidabili dal tribunale.
Dopo che è stato dichiarato lo stato di abbandono, se questo affido è considerato valido dai giudici può diventare un’adozione.
L’obiettivo è sempre la soluzione migliore per tutelare l’interesse del minore.
Meglio qualsiasi soluzione parentale o amicale, verificata dal tribunale e monitorata dai servizi sociali, prima dell’allontanamento dei minori verso una casa famiglia, senza demonizzare questa soluzione, ma preferendone altre.

Giuliano Piras
2025-06-21 00:32:45
Numero di risposte: 6
Alla morte di un genitore, si apre la successione ereditaria, ovvero il passaggio dei suoi beni e diritti ai suoi eredi legittimi. Sono eredi legittimi i figli del defunto.
Al decesso, l’apertura della successione è automatica e coincide con quella data.
Aperta la successione gli eredi che non vi abbiano rinunciato, potranno entrare in possesso dei beni e disporne liberamente, procedendo, in caso di accordo, anche alla divisione, se necessaria.
In caso di disaccordo tra gli eredi sulla divisione dei beni, dapprima è consigliabile un approccio stragiudiziale con di un professionista legale.

Artemide Ferretti
2025-06-20 22:54:30
Numero di risposte: 5
La morte di un genitore è un fatto che sconvolge le giornate di chi rimane. Nulla di strano quindi se nelle ore immediatamente successive alla scomparsa non ci si soffermi su cosa fare, materialmente, in caso di morte di un genitore. Per prima cosa, il decesso dovrà essere comunicato all’INPS – istituto di previdenza sociale – cosi da bloccare l’erogazione della pensione ed evitare, più avanti, di essere chiamati a restituire le prestazioni pensionistiche non dovute. La comunicazione all’INPS è anche un atto fondamentale nel caso di debba valutare la richiesta della pensione di reversibilità. Dopo aver comunicato all’INPS il decesso si dovrà procedere anche, nel caso si sia a conoscenza, a informare banche e istituti di credito dell’avvenuta morte del genitore. Successivamente si dovrà fare richiesta di “sblocco” e avviare cosi le procedure di sistemazione dei pregressi o di liquidazione delle attività. I figli entrano nell’asse ereditario con una posizione di ben precisa. Al figlio spetta l’intero patrimonio se non vi sono altri soggetti successibili; metà del patrimonio se concorre con il coniuge; 1/3 del patrimonio se concorre con il coniuge e un altro figlio; se vi sono più di due figli che concorrono con il coniuge, a loro spetta 2/3 del patrimonio da dividersi in parti uguali. La successione legittima è normata dalla Legge all’interno del Titolo II del Libro II del Codice Civile. La Legge dispone che l’eredità sia devoluta, in termini generici, in favore del coniuge, dei figli e dei parenti fino al sesto grado e, in mancanza di questi, in favore dello Stato. Per succedere nell’asse ereditario è richiesto il pagamento di una tassa calcolato su aliquote e franchigie be precise.
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