:

Come si ferma il declino?

Alfredo Russo
Alfredo Russo
2025-08-03 13:21:18
Numero di risposte : 25
0
Per fermare il declino, è possibile utilizzare la nuova unità di conto per finanziare la spesa pubblica e fare investimenti produttivi. Ad esempio, se si volesse costruire un nuovo ospedale da 100 milioni di euro, oggi dovrebbe emettere nuovi BTP a 10 anni, che aumentano il debito e comportano alla fine una spesa totale di 150 milioni di euro a causa degli interessi. Mentre invece pagando con 100 milioni di Sire, non aumenta il debito e potrebbe avere solo un minore gettito fiscale dopo due anni, che però, a causa dell’incentivo del 3%, potrebbe essere minore o non arrivare mai. Lo Stato potrebbe usare questa unità di conto per dare un sostegno a PMI e famiglie in difficoltà, offrendo finanziamenti agevolati attraverso questo strumento. Se ad esempio il Governo creasse 100 miliardi in questa nuova unità di conto all’anno per finanziare investimenti pubblici, il debito e il deficit non aumenterebbero, ma il PIL sì. È sufficiente tuttavia mettere un tetto ai trasferimenti, ad esempio 10.000 euro a testa, per evitare che il sistema bancario vada in tilt. Le banche potrebbero gestire tali nuovo conti, come fossero conti titoli. Così, oltre a fidelizzare i clienti, si intascano commissioni e provvigioni, trasformando un potenziale problema in un’opportunità.
Leonardo Gatti
Leonardo Gatti
2025-07-31 01:21:52
Numero di risposte : 18
0
Ridurre il rapporto debito/PIL sotto il 100% è un sentiero per il risanamento. In questo lavoro sviluppiamo il primo punto del programma di ‘Fare per Fermare il declino’, spiegando quali sono le sfide principali per un sostanziale abbassamento del debito pubblico mediante dismissioni, privatizzazioni e altre operazioni straordinarie. Ridurre di 6 punti di PIL la spesa pubblica è un obiettivo che si può raggiungere attraverso varie misure, come la privatizzazione di imprese pubbliche e la dismissione di assets non strategici. La vendita delle imprese pubbliche può generare entrate significative per lo Stato e contribuire all'abbattimento del debito pubblico. Privatizzazioni mediante vendita a investitori privati possono portare a una maggiore efficienza e a una riduzione dei costi. Aggiungendo a queste varie altre azioni, come la riduzione della spesa pubblica e l'aumento delle entrate fiscali, si può raggiungere un sostanziale abbassamento del debito pubblico. Se si scoprirà che il patrimonio commerciale dello Stato è sufficiente, allora l'abbattimento del debito pubblico potrà essere accelerato.
Patrizio Carbone
Patrizio Carbone
2025-07-22 14:57:48
Numero di risposte : 14
0
La verità è che Reggio Calabria merita ben altro. Un cambio di passo, un’ Amministrazione dotata di una visione che guardi realmente al futuro e che sia in grado di ascoltare e supportare le necessità della comunità, senza sottrarsi alla realtà dei fatti. Si parla di supporto ai commercianti, quegli stessi commercianti ignorati da quest’ Amministrazione, mai ascoltati, mai sostenuti, mai coinvolti nelle iniziative in un momento storico in cui più che mai la città necessita di politiche mirate a rilanciare il commercio e le attività produttive. La città è ferma, il tessuto sociale ed economico è in difficoltà, e le uniche operazioni veramente visibili sono quelle legate all’incremento del turismo, grazie ai voli Ryanair.
Tazio Costantini
Tazio Costantini
2025-07-12 01:06:34
Numero di risposte : 15
0
Per ottenere due risultati: maggiore competitività e più attrattiva per gli investimenti, interni ed esteri. Tra i numeri presentati si riporta il calo della quota manifatturiera sul Pil Ue: siamo passati dal 20% del 1991 al 14,6% del 2023. Per Tajani obiettivo minimo è tornare al 20%. Ma non c'è piano per l'Italia che non sia anche per l'Europa: perché non si può arrestare il declino industriale se non lo si fa in un contesto comunitario. Bisogna modificare le scellerate scelte del Green Deal della vecchia commissione. Per abbassare i costi energetici oggi doppi rispetto a Francia o Spagna, e tornare competitivi con le tecnologie che abbiamo l'unica alternativa è il nucleare. Tema sul quale il ministro Pichetto è intervenuto, forte del disegno di legge appena presentato, che conta di vedere approvato entro l'anno.
Harry Caputo
Harry Caputo
2025-07-11 10:44:10
Numero di risposte : 19
0
Per salvare le industrie della vecchia Europa dal declino, non si intravedono molte possibilità, poiché sono strette fra i costi di un welfare sempre meno sostenibile e i prezzi dell’energia superiori a quelli dei Paesi concorrenti. Inoltre, la transizione ambientale e le migliaia di regole burocratiche inventate dai funzionari di Bruxelles rappresentano ulteriori vincoli. Piano piano, le fabbriche del continente perdono terreno e per salvarsi in molte emigrano, trasferendo armi e bagagli all’estero. Se non si cambieranno le regole del gioco nella Ue, il declino delle industrie europee rischia di concludersi in maniera disastrosa per milioni di lavoratori. L’America, ad esempio, punta a rafforzarsi, imponendo dazi e misure per incentivare l’industria interna. La questione a cui prestare attenzione non sono le poltrone e le deleghe dei commissari, ma il pericolo di una desertificazione industriale. Un rischio che non è lontano, ma dietro l’angolo.
Marieva Barbieri
Marieva Barbieri
2025-06-27 15:37:34
Numero di risposte : 15
0
La classe politica emersa dalla crisi del 1992-94 ha fallito: deve essere sostituita perché è parte e causa di quel declino sociale che vogliamo fermare. L’Italia può e vuole crescere nuovamente. Fare per Fermare il Declino si presenta alle urne con diversi approfondimenti disponibili sul sito.
Gabriella Carbone
Gabriella Carbone
2025-06-27 14:42:12
Numero di risposte : 20
0
Oggi però si intravede una via di uscita. Per la prima volta da decenni, siamo nelle condizioni di spezzare la tenaglia del declino. Le riforme e gli investimenti del Recovery possono finalmente consentire di rimuovere alcuni ostacoli che impediscono la crescita della produttività, e aiutare il nostro paese a ricostituire quel livello di beni pubblici fondamentale per ogni economia avanzata. In questo quadro, chiedere l’introduzione del salario minimo, o difendere il reddito di cittadinanza, serve anche a evitare che ci si rifugi di nuovo nella strategia opposta, fallimentare. Ne va del futuro dell’Italia. Ed è forse la nostra ultima possibilità.