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Si può togliere l'eredità a un figlio?

Pietro De rosa
Pietro De rosa
2025-07-05 02:09:03
Numero di risposte : 3
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La legge tutela i cosiddetti “eredi legittimari”, ossia i parenti più prossimi del de cuius, che non possono essere completamente estromessi dall’eredità. Gli eredi legittimari sono quei soggetti che, per legge, hanno diritto a una quota dell’eredità, indipendentemente e a prescindere dalle volontà espresse nel testamento. La legge prevede che una parte del lascito ereditario, chiamata “quota di legittima”, debba essere necessariamente riservata agli eredi legittimari. Tuttavia, non è possibile escludere completamente un figlio legittimario dall’eredità, salvo determinati e specifici gravi casi, tassativamente previsti dal Codice Civile. Un genitore può contenere e limitare la quota che intende destinare ad un figlio, ma non può escluderlo completamente. Il figlio che ritenga di aver subito una lesione della propria quota di legittima, in conseguenza delle disposizioni testamentarie del de cuius, può impugnare il testamento, rivendicando la quota che gli spetta per legge, attraverso la proposizione di un’azione di riduzione. Esistono situazioni eccezionali in cui un erede può essere dichiarato indegno a succedere, come nei casi in cui lo stesso si sia reso responsabile di gravi reati contro il defunto o contro il coniuge o i parenti prossimi, abbia posto in essere condotte atte a coartare la volontà del de cuius in riferimento alle disposizioni testamentarie, o abbia agito per celare e/o alterare il testamento. L’indegnità a succedere deve essere accertata mediante pronuncia da parte del Tribunale. La legge italiana tutela i diritti degli eredi legittimari, impedendo che essi siano totalmente esclusi dall’eredità.
Sasha Giordano
Sasha Giordano
2025-06-26 14:54:09
Numero di risposte : 6
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In materia di successione ereditaria uno degli argomenti che suscita più interesse e curiosità riguarda la possibilità, da parte di chi redige il proprio testamento, di diseredare un erede ovvero di escludere un soggetto dal proprio asse ereditario e dalla ricezione di beni mobili e immobili. La diseredazione non riguarda tutti gli eredi, ma riguarda solamente gli eredi legittimari, che non vanno confusi con gli eredi legittimi. Gli eredi legittimari sono i soggetti più vicini al defunto che hanno diritto, per legge, ad una quota ereditaria, indipendentemente dalle volontà di quest’ultimo. Se, quindi, escludere un potenziale erede legittimo dal proprio testamento è una procedura prevista e applicabile, diseredare un erede legittimario presenta dei limiti, anche abbastanza complessi, in quanto tali soggetti sono tutelati dalla legge che prevede per loro l’assegnazione della quota legittima. Il testatore, dunque, certamente può decidere come distribuire le quote ai futuri eredi legittimari, ma non potrà escluderli arbitrariamente dal testamento: se ciò dovesse avvenire, infatti, il legittimario – una volta aperta la successione ereditaria – avrà tutto il diritto di impugnare il testamento per ottenere il reintegro della quota spettante per legge. In linea di massima, dunque, diseredare un erede legittimario tramite una clausola testamentaria non è possibile, tuttavia secondo il nostro ordinamento possono verificarsi alcune condizioni estreme per cui la diseredazione di un erede legittimario ha effetto. Escludere un erede legittimario dal proprio testamento, diseredandolo, è una questione spinosa e sembrerebbe, dopo una prima analisi, impossibile da applicare. Tuttavia, la legge in Italia se da un lato tutela gli eredi legittimari, dall’altro prevede i cosiddetti casi di indegnità a succedere: questi sono rappresentati da alcune azioni lesive, compiute dal futuro potenziale erede, che possono comportare l’esclusione di quest’ultimo dal testamento. In poche parole, se un soggetto che è un erede legittimario, adotta dei comportamenti dannosi nei confronti del testatore o dei suoi congiunti più prossimi può, in definitiva, essere diseredato.
Ninfa Marino
Ninfa Marino
2025-06-15 06:56:03
Numero di risposte : 2
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La diseredazione non può riguardare gli eredi legittimi, cioè i familiari più stretti come il coniuge, i figli e gli ascendenti. Tali soggetti, infatti, hanno il diritto riconosciuto dalla legge di godere di una quota del patrimonio del defunto. Per estromettere qualcuno dall’eredità, basta inserire una semplice clausola nel testamento, mentre nei casi di indegnità sarà necessaria una sentenza del giudice. La legge prevede determinate ipotesi in cui è possibile estromettere dalla successione anche un erede legittimo, si tratta dei cosiddetti casi di indegnità. Si tratta, quindi, di una sanzione civile che si basa su un giudizio di riprovazione morale al punto che l’indegno, per la condotta tenuta, non si considera meritevole di succedere al defunto. Non è possibile escludere dalla successione gli eredi legittimi, ossia tutti coloro che sono legati al defunto da uno stretto rapporto di parentela e che, per tale ragione, hanno il diritto di percepire la quota di legittima, vale a dire una parte del suo patrimonio. In particolare, in mancanza di figli, ascendenti, fratelli ecc. al coniuge spetta metà del patrimonio del defunto. In presenza di un solo figlio, la quota sarà di un terzo per il figlio e di un terzo per il coniuge. In presenza del coniuge e di due o più figli, la complessiva quota è di tre quarti, di cui un quarto spetta al coniuge e un mezzo ai figli. Se oltre al coniuge ci sono anche gli ascendenti legittimi, a questi spetta un quarto mentre al coniuge la metà del patrimonio. In presenza dei soli ascendenti è riservato un terzo del patrimonio.
Silverio Costa
Silverio Costa
2025-06-15 06:12:29
Numero di risposte : 13
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Si sente spesso dire che è possibile diseredare un figlio nel caso in cui questo si occupi troppo poco dei genitori o sia in lite con loro. Tuttavia, non è così semplice. Il rifiuto di tenersi in contatto o la presenza di contrasti non sono motivi sufficienti. In linea di principio, solo gli eredi aventi diritto alla porzione legittima possono essere diseredati. Diseredare, infatti, non significa altro che revocare la porzione legittima a un erede avente diritto a riceverla. L'erede deve aver commesso un reato penale grave contro il testatore o una persona a lui vicina. Il reato deve comunque colpire personalmente e in modo grave il testatore. Un crimine commesso contro una terza persona che non è vicina al testatore non rappresenta un motivo di diseredazione. Anche nelle situazioni familiari più difficili, la diseredazione è applicabile solo in pochissimi casi. Esistono però altre modalità per limitare il più possibile la parte di eredità di un erede avente diritto alla porzione legittima. La più semplice è la riduzione della quota ereditaria al limite minimo previsto dalla legge, ovvero alla porzione legittima.
Boris Leone
Boris Leone
2025-06-15 02:51:49
Numero di risposte : 5
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Per escludere un erede legittimo dal proprio patrimonio, chi redige il testamento è tenuto a sottolinearlo – all’interno del testamento stesso – con una clausola che specifichi la chiara volontà di escludere il soggetto dalla successione. Nel caso di diseredazione, invece, il soggetto si trova semplicemente escluso dall’eredità per volere del testamentario. Pur con consistenti limitazioni. Ci ricorda infatti la Cassazione come non sia possibile escludere dalla successione “quei soggetti ai quali la legge riserva una quota di eredità o altri diritti” (articolo 536, primo comma, Codice Civile). Questi soggetti sono definiti eredi legittimari: ovvero coniuge, figli e ascendenti. Questo significa che, se uno dei soggetti appena elencati dovesse trovarsi escluso dal testamento, potrebbe impugnare il documento stesso e rivolgersi al tribunale, richiedendo la quota di successione che gli spetta per legge (articoli 553 e seguenti del Codice Civile). Il testamentario è infatti libero di cedere il suo intero patrimonio a un soggetto diverso dai legittimari, escludendo di fatto questi ultimi dalla successione. I legittimari, però, potrebbero però rivolgersi al tribunale e reclamare la loro parte di eredità.