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Quali sono gli svantaggi della convivenza di fatto?

Michele Palmieri
Michele Palmieri
2025-05-01 05:39:20
Numero di risposte: 2
La convivenza di fatto non è disciplinata da una legge specifica che la regoli in modo esclusivo. La coppia di fatto non è disciplinata da nessuna legge, e dovrà accettare la tutela che è stata loro riconosciuta nel corso degli anni da parte della giurisprudenza. Coloro che convivono ma che non vogliono la loro unione in Comune continuano a restare una coppia di fatto, distinguendosi dai conviventi di fatto per la minore tutela che viene loro accordata. In Italia, ci sono diverse coppie che, nonostante abitino sotto lo stesso tetto da anni, non vogliono rendere ufficiale la loro unione, non vogliono diventare conviventi di fatto. La legge Cirinnà, quando ha introdotto le convivenze di fatto e le unioni civili, le quali possono intercorrere esclusivamente tra persone dello stesso sesso, ha previsto che due persone che stanno insieme, se vogliono essere riconosciute dallo Stato godendo dei diritti dei quali si è scritto in precedenza, devono rendere formale la loro convivenza recandosi al Comune e adempiendo agli oneri dei quali si è scritto sopra. La convivenza di fatto viene rivolta a coloro che sia che siano eterosessuali, sia che siano omosessuali, hanno deciso di non contrarre matrimonio né di sancire il loro legame attraverso l’unione civile, ma che sono allo stesso modo meritevoli di tutela rispetto a determinati aspetti della vita.
Claudia Neri
Claudia Neri
2025-05-01 04:53:01
Numero di risposte: 5
Di converso, a fronte dei minori vincoli le coppie di fatto devono fare i conti con una serie di diritti sui quali non possono fare affidamento. Se da una parte le coppie di fatto non hanno il dovere di fedeltà, dall’altra non hanno neppure il diritto al mantenimento in caso di separazione, il diritto alla comunione o alla separazione dei beni, il diritto alla reversibilità della pensione in caso di morte del partner, o la tutela del patrimonio immobiliare e dell’impresa familiare. Inoltre, le coppie di fatto non hanno diritto a ereditare la quota legittima del patrimonio del partner deceduto, se esistono altri eredi legittimi o testamentari, e hanno diritto a ereditare esclusivamente la quota disponibile, cioè quella di cui il defunto poteva liberamente disporre con testamento, solo se la convivenza di fatto è stata attestata da almeno due anni prima della morte. Nel concreto, le coppie di fatto devono accontentarsi di una tutela ridotta e precaria, e devono affidarsi alla buona volontà del partner e della sua famiglia, o alla discrezionalità del giudice, per risolvere le questioni più delicate e importanti della loro vita. L’uso scorretto delle polizze vita può anche nascondere ulteriori rischi, soprattutto in caso di decesso di uno dei due componenti, poiché adottare questi stratagemmi può sembrare una scelta furba per aggirare il problema, ma spesso viene sottovalutato il rischio che questo tipo di investimento venga riconosciuto quale donazione indiretta, generando una serie di grattacapi legali e costi anche importanti, in un momento già di per sé difficile dal punto di vista emotivo. In conclusione, le coppie di fatto in Italia sono ancora in una situazione di svantaggio e di vulnerabilità rispetto alle coppie sposate o unite civilmente.
Nazzareno Battaglia
Nazzareno Battaglia
2025-05-01 04:06:22
Numero di risposte: 15
In tema di adozione, invece, c’è ancora molto da fare. In linea di principio la normativa italiana non prevede l’adozione da parte di coppie dello stesso sesso. Tuttavia con una sentenza del 2016 la Corte di Cassazione ha riconosciuto la “stepchild adoption” (estensione della responsabilità genitoriale sul figlio del partner) sottolineando la preminenza dell’interesse del minore rispetto a qualsiasi altro interesse dello Stato. E nonostante si intravedano dei segnali di apertura verso l’adozione legale all’interno delle unioni civili, molti nodi restano ancora da sciogliere su quello che rappresenta uno dei punti più discussi della legge Cirinnà. Inoltre, nelle unioni civili, le parti possono assumere un cognome comune. Così assumono anche l’obbligo reciproco all’assistenza morale e materiale, alla coabitazione e alla contribuzione ai bisogni comuni. A differenza di quello che avviene nel matrimonio, le unioni civili si possono sciogliere in modo più rapido. Non si deve avviare la separazione, è sufficiente che i partner comunichino all’Ufficiale di Stato Civile, anche non insieme, la loro intenzione di dividersi. Una volta trascorsi tre mesi, si può proporre domanda di divorzio. In caso di cessazione della convivenza di fatto, il convivente economicamente più debole ha diritto a ricevere gli alimenti. Inoltre, i conviventi di fatto possono disciplinare i rapporti patrimoniali relativi alla loro vita in comune con un “contratto di convivenza” redatto da un notaio o un avvocato.
Eusebio Sorrentino
Eusebio Sorrentino
2025-05-01 02:42:04
Numero di risposte: 7
NON vengono riconosciuti gli stessi diritti previsti per le coppie sposate per quanto riguarda invece la pensione di reversibilità, per la quale le persone non sposate non possono quindi avanzare alcun diritto. Rispetto ai diritti che il coniuge può pretendere sulla casa comune in caso di morte del compagno, essi si riducono alla possibilità di soggiornare nella casa comune per un periodo che varia dai due ai cinque anni al massimo e comunque sono destinati ad estinguersi in caso di nuova convivenza con un’altra persona, o in caso di matrimonio o unione civile. In caso di cessazione della convivenza di fatto, il giudice stabilisce il diritto del convivente di ricevere dall’altro convivente gli alimenti qualora versi in stato di bisogno o non sia in grado di mantenere al proprio mantenimento. In Italia, le coppie di fatto non possono adottare insieme come coppia. Le coppie di fatto in Italia possono effettivamente regolare i propri rapporti patrimoniali, ma non è qualcosa che avviene automaticamente come nel matrimonio, dove il regime patrimoniale di default è la comunione dei beni. Se le coppie di fatto non stipulano un tale contratto, i beni acquistati individualmente rimarranno di proprietà individuale, a meno che non si dimostri il contrario.