Separazione personale: quali sono i presupposti?

Cassiopea Mazza
2025-05-29 15:33:27
Numero di risposte: 2
La separazione può essere chiesta quando, indipendentemente dalla volontà di uno o di entrambi, si verifichino fatti tali da rendere intollerabile la prosecuzione della convivenza o da recare grave pregiudizio all'educazione della prole.
In mancanza di un accordo raggiunto tra i coniugi, la separazione può essere chiesta quando, indipendentemente dalla volontà di uno o di entrambi, si verifichino fatti tali da rendere intollerabile la prosecuzione della convivenza o da recare grave pregiudizio all’educazione della prole, a norma dell’art. 151 comma 1 c. c.
Il nostro sistema giuridico, pertanto, prevede una separazione senza colpa, fondata su un’intollerabilità della convivenza che risulti secondo un parametro obiettivo, dovendosi tuttavia tenere conto anche della condotta soggettiva delle parti.
L’indagine sull’intollerabilità della convivenza non può basarsi sull’analisi di singoli episodi critici, ma deve derivare dalla valutazione globale dei reciproci comportamenti dei coniugi, come emergono nel corso del procedimento giudiziale.
Il fallimento del tentativo di conciliazione rimesso al Presidente, la natura delle doglianze esposte dalle parti con istanze reciproche di addebito, e la elevata conflittualità tra di esse costituiscono elementi idonei a rivelare la presenza di una situazione di intollerabilità della prosecuzione della convivenza coniugale.

Luna Costa
2025-05-17 06:45:59
Numero di risposte: 7
Il matrimonio, al di là del possibile elemento religioso o comunque spirituale, è un contratto e, come tutti i contratti, può essere sciolto, ricorrendone i presupposti.
In termini generali, il presupposto fondamentale perché si possa porre fine ad un matrimonio è rappresentato dal venir meno della comunione materiale e spirituale tra i coniugi, concetto volutamente vago ed elastico tale da ricomprendere tutti i casi in cui gli sposi, uno o entrambi, non riescano, o comunque non vogliano, più a convivere ed essere uniti come coppia.
La separazione “giudiziale” è, invece, quella avviata da un coniuge nei confronti dell’altro in presenza “di fatti tali da rendere intollerabile la prosecuzione della convivenza o da recare grave pregiudizio all’educazione della prole”.
Presuppone una certa conflittualità tra i coniugi e l’assenza di un accordo tra gli stessi circa la volontà di separarsi e, soprattutto, sulle relative condizioni economiche.
Si tratta di un procedimento contenzioso a tutti gli effetti, in cui entrambe le parti intendono, e hanno l’onere di, dimostrare questioni come la responsabilità a carico dell’altro della crisi coniugale nonché le rispettive possibilità economiche.
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