Quando la casa non viene assegnata alla madre?

Assia Fontana
2025-05-25 14:28:25
Numero di risposte: 8
L’assegnazione della casa comporta che il genitore assegnatario ha diritto di abitarla insieme ai figli, nonostante la proprietà sia per intero o in parte dell’altro coniuge.
L’assegnazione non spetta ad un coniuge in quanto coniuge, ma soltanto in quanto genitore.
Dunque, l’assegnazione della casa viene disposta dal giudice soltanto se la coppia abbia figli minori o maggiorenni ma non autosufficienti.
Questo avviene nel caso in cui il figlio, divenuto maggiorenne, trova un lavoro e diventa pertanto economicamente autonomo.
È anche il caso in cui il figlio si trasferisce stabilmente a vivere altrove, magari perché si sposa o inizia una relazione stabile con un’altra persona.
L’assegnazione termina anche in presenza di figli minori, quando cambia la cd. collocazione del figlio.
Sulla carta vi è anche un altro caso in cui il genitore assegnatario perde il diritto di abitare nella casa familiare, si tratta del caso in cui detto assegnatario conviva con il proprio nuovo partner in quella stessa abitazione, appartenente all’altro coniuge.
Un altro caso in cui si perde l’assegnazione della casa familiare si verifica quando il genitore assegnatario si trasferisce con il figlio minore in un’altra abitazione, lasciando vuota la prima.

Morgana Neri
2025-05-25 13:28:32
Numero di risposte: 5
Quando non ci sono figli coinvolti, la legge stabilisce che il giudice non può assegnare la casa familiare al coniuge non proprietario come forma di contributo al mantenimento o di assistenza.
Questo perché solo l’interesse dei figli può giustificare la limitazione dei diritti del proprietario o del titolare di altri diritti sulla casa che determina la decisione di assegnazione.
In altre parole, la casa può essere assegnata solo se è necessario per la tutela degli interessi dei figli.
Secondo la tesi più diffusa in giurisprudenza, nel caso di separazione coniugale, se non ci sono figli minori o se questi sono maggiorenni e in grado di sostentarsi autonomamente, il coniuge non proprietario non ha il diritto di richiedere l’assegnazione della casa familiare.
In tale ipotesi, il coniuge proprietario potrebbe avere la possibilità di mantenere l’abitazione come propria residenza, mentre il coniuge non proprietario dovrà trovare una nuova sistemazione.

Bacchisio Greco
2025-05-25 12:21:24
Numero di risposte: 4
La casa non viene assegnata alla madre nel caso in cui la casa di proprietà di entrambi i coniugi e ci sono figli maggiorenni economicamente autosufficienti, in questo caso si ha il NO ASSEGNAZIONE.
La casa non viene assegnata alla madre nel caso in cui la casa di proprietà di entrambi i coniugi e non ci sono figli, in questo caso si ha il NO ASSEGNAZIONE.
La casa non viene assegnata alla madre nel caso in cui la casa di proprietà di uno solo dei coniugi e non ci sono figli, in questo caso si ha il NO ASSEGNAZIONE.
La casa famigliare potrà essere assegnata al padre nel caso in cui venga provato in Tribunale che la figura di riferimento per i figli è quella paterna mentre la madre è ritenuta meno idonea.
La madre risulta inidonea, quando non possiede le dovute capacità genitoriali a seguito dell’accertamento approfondito che il giudice affida ad un esperto di fiducia.
La madre è ritenuta inidonea nei seguenti casi: alienazione parentale e condotte manipolative, maltrattamenti, condotta violenta ed aggressiva, posta in essere in presenza del figlio minore, disinteresse verso il figlio, inosservanza dei doveri genitoriali, compreso il mancato mantenimento, allontanamento dalla casa coniugale, rendendosi irreperibile, trasferimento all’estero o in un’altra città con il figlio senza il consenso del padre.

Massimo Bianchi
2025-05-25 12:03:15
Numero di risposte: 3
La casa e' il centro emozionale dove nascono, vivono e si consumano i sentimenti. E' il nido sicuro per la crescita di una famiglia ma, nel caso di crisi familiare, può costituire una prigione insopportabile al punto che uno dei due coniugi può decidere di allontanarsi per ritrovare un po' di pace.
Può accadere, infatti, che la madre decida di allontanarsi dalla casa portando con se i figli; dunque se l'allontanamento si è protratto nel tempo, in sede di separazione, non può chiedersi l'assegnazione della casa coniugale.
L'assegnazione della casa coniugale presuppone una continuità ambientale decisiva per l'interesse preminente del minore.
Dunque, logica conseguenza e' che il suo domicilio abituale non sussiste più in caso di trasferimento in altra abitazione venendo meno la continuità ambientale, quindi se il figlio ritorna dopo lunghi intervalli di tempo presso la detta abitazione si configura un rapporto di mera ospitalità.
L'assegnazione della casa coniugale consegue alla stabile dimora del figlio presso l'abitazione di uno dei genitori e dunque si può escludere nei casi in cui il minore venga allontanato, anche se poi vi faccia ritorno, nella detta abitazione, in maniera sporadica.
E' necessario che ci sia un collegamento stabile con l'abitazione che rappresenta il domicilio del minore che vive con il genitore collocatario.
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