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Quanto è la tassa sul guadagno di un affitto?

Damiana D'angelo
Damiana D'angelo
2025-10-24 21:52:41
Numero di risposte : 21
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L’imposta sostitutiva è pari al 21% del canone di locazione annuo stabilito dalle parti, salvo che per i contratti a canone concordato, per cui si applica un’aliquota del 10%. Il regime prevede il pagamento di un’imposta sostitutiva di Irpef e addizionali per il reddito derivante dall’affitto dell’immobile e l’esenzione dal pagamento dell’imposta di registro e dall’imposta di bollo per registrazioni, risoluzioni e proroghe del contratto. Assolvendo la sola imposta sostitutiva, infatti, il canone di locazione non si cumula con gli altri redditi ai fini Irpef e addizionali. In più, non sono dovute né l’imposta di registro né l’imposta di bollo per la registrazione, la risoluzione e la proroga del contratto. Scegliendo la cedolare secca, il locatore rinuncia alla facoltà di chiedere l’aggiornamento del canone di locazione, anche se è previsto nel contratto, inclusa la variazione accertata dall’Istat dell’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati dell’anno precedente.
Eriberto Villa
Eriberto Villa
2025-10-24 21:04:22
Numero di risposte : 24
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La tassazione dei redditi da affitto in Italia può avvenire secondo due modalità: la tassazione ordinaria (IRPEF) e la cedolare secca. La tassazione ordinaria prevede aliquote progressive che variano dal 23% al 43% in base al reddito complessivo. La cedolare secca è un regime opzionale di tassazione che sostituisce l'IRPEF, con un'imposta forfettaria del 21% per i contratti a canone libero e del 10% per i contratti a canone concordato. I proprietari possono dedurre le spese documentate per la manutenzione ordinaria e straordinaria fino a un massimo del 5% del canone annuo. Per l’affitto a canone concordato (3+2), l’IRPEF si applica al 70% del canone annuale percepito, con la possibilità di ottenere l’ulteriore detrazione del 5% sopracitata, e una riduzione dell’imposta di registro pari al 30%. La scelta tra tassazione ordinaria e cedolare secca, così come tra canone libero e canone concordato, richiede una buona conoscenza delle normative fiscali e delle agevolazioni disponibili.
Miriana Donati
Miriana Donati
2025-10-24 19:07:12
Numero di risposte : 18
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La tassazione fissa al 21% o al 10% con contratto concordato. Con un reddito fino a 28.000 euro, l’aliquota è del 23%. Per la parte eccedente si applica un’aliquota IRPEF del 35%. Con contratto concordato e tassazione ordinaria: Reddito annuo: 7.200 euro Base imponibile ridotta: 95% = 6.840 euro Ulteriore deduzione del 30%: 6.840 – 30 = 4.788 euro Tasse da pagare con aliquota al 35% (reddito da 28.000 a 50.000 euro) 4.788 x 35% = 1.675,80 Cedolare secca Aliquota al 21%: (si applica a prescindere da reddito) Canone annuo: 7.200 euro Base imponibile: 100% Tasse da pagare: 7.200 x 21% = 1.512 euro. Cedolare secca al 10% con contratto a canone concordato: Tasse da pagare: 7.200 x 10% = 720 euro.
Lina Rossetti
Lina Rossetti
2025-10-24 16:52:54
Numero di risposte : 22
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Per i contratti a canone libero, il reddito imponibile è pari al 95% del canone annuo percepito. Per i contratti a canone concordato, il reddito imponibile è ridotto al 70%. L’IRPEF è un’imposta progressiva, con aliquote che variano in base al reddito complessivo del contribuente. Le aliquote attuali sono: 25% per la fascia di reddito fino a 28.000 euro; 35% per la fascia di reddito tra 28.001 e 50.000 euro; 43% per redditi superiori a 50.001 euro. I proprietari possono optare per il regime della Cedolare Secca, che sostituisce l’IRPEF e le relative addizionali con un’aliquota fissa del 21% per i contratti a canone libero e del 10% per i contratti a canone concordato. La Cedolare Secca può risultare conveniente se il reddito derivante dall’affitto è l’unica o la principale fonte di reddito. La Cedolare Secca non permette di detrarre alcuna spesa, come ad esempio le spese di manutenzione o di gestione dell’immobile.