Comunione legale o comunione dei beni?

Morgana Neri
2025-05-14 14:17:00
Numero di risposte: 5
La comunione legale dei coniugi è quel regime patrimoniale che come regola generale e salva una diversa volontà delle parti, viene utilizzato nel momento in cui due persone si uniscono in matrimonio.
Tale regime patrimoniale prevede che tutti gli acquisti eseguiti dopo il matrimonio siano di proprietà di entrambi i coniugi, secondo una divisione in parti uguali.
La comunione legale dei beni nasce solo per mezzo della legge, nella circostanza cioè in cui una coppia decida di sposarsi.
La comunione legale sia senza quote, nel senso che la proprietà ugualmente distribuita tra marito e moglie non è che una proprietà ideale, incedibile ed invendibile.
La definizione del valore di tale quota serve solo in caso di divorzio.
Nella comunione legale si ha un tipo di amministrazione disgiunta spettante ad entrambi i coniugi.
La comunione ordinaria dei beni, invece, è una comproprietà per quote, che possono differire per le più varie circostanze.
Infine, per la Cassazione, non è sufficiente la presenza all’atto del coniuge ma anche che la circostanza affermata sia corrispondente al vero.

Caligola Rossi
2025-05-14 13:48:52
Numero di risposte: 9
La scelta per la comunione dei beni è stata operata dal legislatore con la riforma del diritto di famiglia del 1975, che per tutti i matrimoni contratti dopo il 20 settembre 1975 ha mantenuto l'applicabilità, in mancanza di contraria pattuizione, del regime della comunione dei beni.
La comunione dei beni non è, a dispetto del nome, una comunione di tutti i beni.
Occorre quindi distinguere ciò che rientra nella comunione e ciò che invece non vi rientra e appartiene dunque esclusivamente a un coniuge o all'altro.
Precedentemente al 1975 ai matrimoni si applicava esclusivamente la separazione dei beni.
Nel diritto privato italiano con l'espressione comunione dei beni si intende il regime patrimoniale legale della famiglia, vale a dire il regime patrimoniale che si applica automaticamente in mancanza di diverse pattuizioni da parte dei coniugi.

Veronica Martinelli
2025-05-14 10:40:25
Numero di risposte: 8
La scelta tra separazione o comunione dei beni ha effetti anche sull’eredità.
Se uno dei coniugi muore dopo essere stato coniugato in regime di comunione dei beni nel suo asse ereditario sarà compresa solo la metà della proprietà dei beni acquistati durante di matrimonio: l’altra quota spetterà infatti già dal momento dell’acquisto all’altro coniuge.
Se il soggetto che muore è invece coniugato in separazione dei beni, la quota ereditaria dipenderà dalla quota di proprietà intestata al coniuge defunto.
La separazione dei beni può essere scelta al momento del matrimonio o in seguito davanti ad un Notaio.
Nel caso che uno dei due coniugi per motivi professionali possa essere esposto a rischi di natura patrimoniale è consigliata la separazione dei beni: in questo caso i beni più importanti per la famiglia possono essere intestati al coniuge non esposto a tali rischi.
La comunione legale dei beni invece determina necessariamente la cointestazione dei beni in parti uguali.
E’ bene sapere che secondo la legge la separazione dei beni permette ai coniugi di intestare i beni acquistati con il matrimonio ad uno solo di essi, ad entrambi ma in quote disuguali, ad entrambi in quote uguali.