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Come proteggere un bene dalla comunione legale?

Silvana Carbone
Silvana Carbone
2025-06-14 20:47:51
Numero di risposte : 5
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Per escludere il bene dalla comunione legale è necessario dichiaralo espressamente nell’atto di acquisto e deve sussistere una delle cause specificatamente previste dalla legge. Non è sufficiente la mera dichiarazione dell’interessato nell’atto notarile per escludere la comproprietà. Doveva indicarsi una delle condizioni espressamente statuite dalla legge che andava riportata nell’atto. In assenza di entrambi tali necessari presupposti, l’immobile doveva considerarsi in comproprietà. Le cause di esclusione della comunione sono tassative: per escludere un bene dalla comunione non solo è necessaria la presenza dell'altra parte che rinunci al proprio diritto, ma altresì che ci si trovi in presenza di una delle condizioni statuite dalla legge per detta esclusione.
Leonardo Pellegrino
Leonardo Pellegrino
2025-06-11 21:50:37
Numero di risposte : 5
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Per escludere un bene dalla comunione legale, i coniugi possono adottare una modifica del regime patrimoniale con atto dal notaio, alla necessaria presenza di due testimoni. All’interno della modifica in esame, verrà stabilito che i coniugi non vogliano più che determinate categorie di beni facciano parte della comunione. La conseguenza di una simile decisione comporta che i coniugi stessi non saranno più assoggettati al regime di comunione legale, ma a quel punto stabiliranno una cosiddetta comunione convenzionale. Non è possibile prevedere in atto che l’esclusione operi relativamente a lasciti testamentari attribuiti espressamente alla comunione, poiché in questo modo si violerebbe il divieto dei patti successori previsto dalla legge. Alla domanda se sia possibile escludere un bene della comunione legale, si può rispondere affermativamente, precisando però che l’esclusione è più prudente che avvenga con riferimento a singole categorie di beni, e non a singoli e specifici beni. Non sarebbe possibile convenire con un atto scritto che un determinato bene venga estromesso dalla comunione legale, si tratta infatti di una disciplina di legge, che non può subire eccezioni, eccetto quelle espressamente regolate all’interno del Codice Civile. Vanno adottate determinate cautele, ma la cosa non deve spaventare, poiché affidandosi all’informativa e competenza del notaio, non si corrono rischi. I documenti necessari per l’atto di esclusione sono i documenti identità dei coniugi, comprensivi del codice fiscale, nonché tutta la documentazione relativa al regime patrimoniale, e successive modifiche che possono essere intervenute, di base potrebbe essere sufficiente un estratto dell’atto di matrimonio.
Maika Santoro
Maika Santoro
2025-06-02 21:31:26
Numero di risposte : 7
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Sottrarre un bene alla comunione non è lecito, richiede diversi requisiti. I vantaggi di attribuire la titolarità di un bene a un solo coniuge, nonostante la comunione legale, lo si vede in caso di separazione della coppia, l’immobile non viene diviso ma resta nella proprietà di chi lo ha acquistato. L’art. 179 del codice civile stabilisce che non costituiscono oggetto della comunione e sono beni personali del coniuge: i beni di cui, prima del matrimonio, il coniuge era proprietario o rispetto ai quali era titolare di un diritto reale di godimento. La Cassazione sottolinea che nel caso di acquisto di un immobile effettuato dopo il matrimonio da uno dei due coniugi in regime di comunione legale, oltre alla partecipazione al rogito notarile dell’altro coniuge non acquirente si pone come condizione necessaria ma non sufficiente per l’esclusione del bene dalla comunione. È necessario che ricorra una delle cause di esclusione dalla comunione tassativamente indicate dal codice civile. I coniugi non possono, quindi, decidere di escludere un determinato acquisto dalla comunione se non si è in presenza di una delle condizioni di esclusione. Ed allora non basta dire che la casa è acquistata con il denaro personale di uno dei coniugi, ma bisogna anche poterlo dimostrare.
Fabiano Battaglia
Fabiano Battaglia
2025-05-29 03:43:14
Numero di risposte : 6
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Per evitare che un bene entri in comunione legale, ci sono alcune strategie che i coniugi possono adottare. È necessario dichiarare che il bene acquistato sarà escluso dalla comunione. Questo significa che, se il bene acquistato è stato espressamente indicato come personale, non entrerà nella comunione, anche se il coniuge non acquirente ha dato il proprio consenso. Puoi escludere un bene con una dichiarazione di esclusione in atto notarile, con il consenso del coniuge non acquirente e dimostrando la natura personale del bene. Il metodo più sicuro è scegliere il regime di separazione dei beni prima del matrimonio o dichiarare l’esclusione dei beni in atto notarile. Se stai attraversando una separazione legale o un divorzio e vuoi proteggere determinati beni, è importante che tu prenda alcune misure preventive. Oltre alla corretta gestione della comunione legale, assicurati di documentare adeguatamente i beni che intendi escludere dalla comunione. Consulta un avvocato specializzato in diritto di famiglia per evitare problematiche future. Considera l’adozione di un regime di separazione dei beni se la protezione dei beni personali è una priorità.
Lia Ruggiero
Lia Ruggiero
2025-05-15 08:53:40
Numero di risposte : 5
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Tuttavia è possibile escludere tali beni dalla comunione quando tale esclusione risulti dall’atto di acquisto. A tal fine è necessario che l’altro coniuge sia informato di ciò: egli infatti deve partecipare all’atto d’acquisto e sottoscriverlo. Se una persona sposata in regime di comunione legale dei beni intende acquistare un immobile come “bene personale” è necessario che il prezzo per l’acquisto dell’immobile sia pagato con “denaro personale” di uno solo dei coniugi. L’altro coniuge intervenga all’atto di compravendita notarile e dichiari che il coniuge acquirente sta utilizzando, per il pagamento del prezzo, denaro suo personale. Per escludere l’acquisto di un bene dal regime di comunione legale non basta che il coniuge non acquirente esprima una sua generica volontà di non volere l’assoggettamento al regime di comunione né che tale coniuge effettui un generico riconoscimento della natura personale del denaro utilizzato, ma occorre che il denaro sia effettivamente di natura personale del coniuge acquirente.
Jole Lombardi
Jole Lombardi
2025-05-15 08:22:02
Numero di risposte : 6
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La partecipazione alla stipula del coniuge formalmente non acquirente e l'eventuale dichiarazione di assenso, da parte sua, all'intestazione personale del bene, immobile o mobile registrato, all'altro coniuge, non hanno efficacia negoziale o dispositiva, sotto forma di rinuncia, del diritto alla comunione incidentale sul bene acquisendo. Hanno carattere ricognitivo degli effetti della dichiarazione, resa dall'altro coniuge, circa la natura personale del bene, se e in quanto questa oggettivamente sussista. Il secondo comma dell'articolo 179 del codice civile è norma limitativa dei casi di esclusione dalla comunione risultanti dalle lettere c), d) e f) del comma 1 dello stesso articolo, nel senso che essa, al fine di escludere la comunione legale, richiede, in caso di acquisto di un bene immobile o di un bene mobile registrato, oltre ai requisiti oggettivi previsti dalle citate lettere c), d) e f), che detta esclusione risulti espressamente dall'atto di acquisto, allorché l'altro coniuge partecipi al contratto. Nella pendenza di tale regime, il coniuge non può rinunciare alla comproprietà di singoli beni acquistati durante il matrimonio (e non appartenenti alle categorie elencate nel comma 1 dell'articolo 179 del codice civile) salvo che sia previamente o contestualmente mutato, nelle debite forme di legge e nel suo complesso, il regime patrimoniale della famiglia.