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Cosa cambia con la riforma sulla giustizia?

Loretta Coppola
Loretta Coppola
2025-06-15 14:27:08
Numero di risposte: 3
La Riforma della Giustizia Cartabia prevede lo stop alla prescrizione dopo la sentenza di primo grado, sia per assoluzione che per condanna. Per evitare processi dai tempi biblici verrà stabilito il tetto massimo dei due anni per i processi d’appello e di un anno per quelli di Cassazione. Superati i termini sopracitati, l’imputato non potrà più essere condannato, sfociando quindi nell’improcedibilità. Con la Riforma della Giustizia penale, si introdurrà quella che viene definita “udienza filtro” per le citazioni dirette davanti al giudice monocratico. La Riforma della giustizia Cartabia prevede anche l’ampliamento della lista di reati nei quali il pm, da solo, può procedere con una citazione diretta. Anche le indagini preliminari sono oggetto della riforma della giustizia Cartabia. Le indagini non potranno durare più di sei mesi, in caso di reati ordinari, e di un anno quando si tratta di reati gravi. La riforma della giustizia Cartabia: la digitalizzazione vede un ruolo chiave nella riforma del processo penale. Procedimenti speciali nel processo penale, come il patteggiamento, la messa alla prova, il rito abbreviato, sono favoriti dalla riforma della giustizia Cartabia. La riforma della giustizia Cartabia mette in campo una serie di pene sostitutive, come la detenzione domiciliare, semilibertà, lavoro di pubblica utilità e pena pecuniaria per abbattere il problema del sovraffollamento delle carceri. Il diritto all’oblio, ossia il diritto di essere dimenticati sarà garantito dalla riforma della giustizia Cartabia a tutte le persone indagate o imputate, assolte dal processo penale, attuato mediante la deindicizzazione delle notizie sul procedimento penale che è stato a loro carico.
Miriana Donati
Miriana Donati
2025-06-04 17:12:10
Numero di risposte: 2
La riforma interviene sul Titolo IV della Costituzione e fissa una distinzione tra la carriera giudicante e la carriera requirente dei magistrati ordinari. Attualmente la carriera è unica e il passaggio tra funzioni è possibile – di fatto – solo una volta entro 10 anni dalla prima assegnazione, per effetto della riforma Cartabia del 2022. Per l’Associazione nazionale magistrati “la separazione delle carriere non risponde ad alcuna esigenza di miglioramento della giustizia, ma determina l’isolamento del pubblico ministero, mortificandone la funzione di garanzia e abbandonandolo ad una logica securitaria, nonché poniendo le premesse per il concreto rischio del suo assoggettamento al potere esecutivo”. L’organo di autogoverno si sdoppia in Consiglio superiore della magistratura giudicante e requirente. Tra le prerogative del nuovo Csm restano le assunzioni, le assegnazioni, i trasferimenti, le valutazioni di professionalità e i conferimenti di funzioni nei riguardi dei magistrati ma viene sottratta la giurisdizione disciplinare, affidata ad un’Alta Corte. La riforma rinvia infine alla legge ordinaria il compito di determinare gli illeciti disciplinari e le relative sanzioni, la composizione dei collegi e le forme del procedimento disciplinare, e tutte le norme necessarie ad assicurare il funzionamento dell’Alta Corte. È prevista la possibilità di impugnare le decisioni dell’Alta Corte dinnanzi alla stessa Corte, anche per motivi di merito. Al giudizio di impugnazione non possono partecipare i componenti che hanno concorso a pronunciare la decisione in prima istanza.
Giuliana Gallo
Giuliana Gallo
2025-06-04 17:08:24
Numero di risposte: 6
La riforma della giustizia approvata alla Camera rappresenta un passo significativo verso la separazione delle carriere dei magistrati requirenti e giudicanti, una storica battaglia di Forza Italia e della destra italiana. Se approvata, questa riforma avrà un impatto duraturo sull’organizzazione della magistratura italiana, segnando una svolta nel rapporto tra giudici e pubblici ministeri e rafforzando il principio di separazione dei poteri. Il disegno di legge costituzionale propone una modifica del Titolo IV della Costituzione, introducendo una netta separazione tra: Magistrati requirenti e Magistrati giudicanti. Per garantire questa separazione, vengono istituiti due organi di autogoverno distinti: Consiglio superiore della magistratura giudicante e Consiglio superiore della magistratura requirente. Entrambi i Consigli sono presieduti dal Presidente della Repubblica. La riforma istituisce un’Alta Corte disciplinare con giurisdizione su tutti i magistrati. Il presidente dell’Alta Corte sarà scelto tra i membri nominati dal Presidente della Repubblica o sorteggiati dall’elenco parlamentare. Le sentenze dell’Alta Corte possono essere impugnate davanti alla stessa Corte, che giudicherà in una composizione diversa. La maggioranza punta a ottenere l’approvazione definitiva del Senato prima della pausa estiva, ma le opposizioni promettono battaglia, sollevando critiche sulla modalità di sorteggio dei membri e sull’indipendenza della magistratura.
Quirino Farina
Quirino Farina
2025-06-04 16:05:50
Numero di risposte: 5
La riforma della giustizia italiana, portata avanti dal ministro Carlo Nordio, ha l’obiettivo di modernizzare il sistema giudiziario e affrontare criticità storiche. Tra i vari punti della riforma, il più dibattuto è la separazione delle carriere dei magistrati. La proposta prevede la divisione delle carriere tra magistrati requirenti e magistrati giudicanti, questo significa che i magistrati dovranno scegliere una carriera specifica all’inizio del loro percorso professionale e non potranno passare da una funzione all’altra. L’obiettivo è eliminare il conflitto di interessi e garantire maggiore imparzialità. La separazione dovrebbe favorire una maggiore specializzazione e competenza nelle rispettive aree di attività. Sarà creata un’Alta Corte con nove membri, presieduta dal Presidente della Repubblica, incaricata di giudicare i magistrati in materia disciplinare. La riforma introduce nuove norme per la custodia cautelare, prevedendo che questa sia decisa da un collegio di giudici anziché da un singolo giudice.