Quali sono i diritti di una madre che lavora?

Donatella Donati
2025-10-19 05:31:29
Numero di risposte
: 22
La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore.
Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione.
L’art.16 D. Lgs. 151/2001 sancisce il divieto di adibire la donna al lavoro nei due mesi precedenti la data presunta del parto e nei tre mesi successivi alla data effettiva del parto.
Dall’inizio della gravidanza e fino a sette mesi di età del bambino è vietato adibire le lavoratrici al lavoro notturno, al trasporto e al sollevamento di pesi e, comunque, a lavori pericolosi, faticosi e insalubri.
Nel corso del primo anno di vita del bambino alla lavoratrice madre vengono riconosciuti particolari riposi orari per all’allattamento, della durata di una o due ore al giorno a seconda della durata dell’orario contrattuale.
Dall’inizio della gravidanza e fino ad un anno di vita del bambino vige non è possibile il licenziamento della lavoratrice madre.

Renata Parisi
2025-10-19 04:11:08
Numero di risposte
: 30
Sicurezza e salute della madre lavoratrice: il datore di lavoro ha l’obbligo di rispettare i divieti imposti alla madre lavoratrice che le permettono di continuare a svolgere la sua mansione senza mettere a rischio la salute propria e del suo bambino.
Congedo di maternità: si tratta di un periodo, flessibile, di astensione obbligatoria dal lavoro per un totale di 5 mesi.
Indennità di maternità: per il periodo del congedo di maternità è prevista un’indennità giornaliera pari all’80% della retribuzione per l’intero periodo del congedo di maternità stesso.
Congedo parentale: in sintesi è l’astensione facoltativa dei genitori per un periodo di massimo 10 mesi nei primi 12 anni di vita del bambino.
Permessi di riposo: per le mamme lavoratrici dipendenti sono previsti dei periodi di riposo per l’allattamento e in caso di handicap gravi del proprio figlio.
Congedo per malattia del figlio: i genitori hanno diritto ad astenersi dal lavoro per tutta la durata della malattia del figlio fino ai suoi 3 anni.

Federico Mariani
2025-10-19 03:58:54
Numero di risposte
: 22
Tuttavia, anche in caso di gravidanza fisiologica, la lavoratrice non può essere adibita a mansioni faticose e rischiose, o svolte in un ambiente insalubre fino a 7 mesi dopo la nascita del bambino.
Se lo spostamento a un’altra mansione non fosse possibile, si può chiedere alla Direzione provinciale del lavoro di anticipare il periodo di astensione obbligatoria.
Le future mamme che non godono di sufficiente anzianità contributiva non hanno diritto all’indennità, ma usufruiscono comunque del diritto allo spostamento ad altra mansione o del congedo anticipato.
Tutte le donne in gravidanza hanno diritto ad assentarsi per effettuare visite e accertamenti e usufruire di permessi retribuiti.
Oltre all’astensione obbligatoria dal lavoro di 5 mesi, la legge italiana consente a entrambi i genitori (se lavoratori dipendenti) di usufruire, nei primi 8 anni di vita del bambino, del diritto di assentarsi dal lavoro, anche contemporaneamente, per un periodo complessivo di 10 mesi al massimo.
Se il genitore che se ne avvale è solo (per esempio una mamma single con un bimbo non riconosciuto dal padre) avrà diritto a 10 mesi complessivi.
Le lavoratrici parasubordinate hanno diritto a un congedo di 3 mesi entro il primo anno di vita del figlio (in aggiunta all’astensione obbligatoria di 5 mesi).
Inoltre, entrambi i genitori (non in contemporanea) hanno il diritto di assentarsi dal lavoro in caso di malattia del bambino (da 0 a 3 anni) senza limiti di tempo, presentando un certificato medico rilasciato dal pediatra di libera scelta.
Se il bambino ha da 3 a 8 anni il padre o la madre, sempre in alternativa, godono di permessi non retribuiti per un massimo di 5 giorni all’anno.
Anche in caso di adozione viene riconosciuto il diritto ai congedi parentali, cioè l’astensione facoltativa dal lavoro, di cui possono usufruire entrambi i genitori.
È possibile usufruire della “maternità flessibile”, un’opportunità per le donne che si sentono in forze e rimandano di un mese l’astensione obbligatoria, per recuperarlo dopo la nascita del bambino.

Fatima Vitali
2025-10-19 01:37:14
Numero di risposte
: 21
Maternità e lavoro: cosa prevede la Costituzione

Felicia Conti
2025-10-19 00:19:44
Numero di risposte
: 30
Sicurezza e salute della madre lavoratrice: nel momento in cui una lavoratrice informa il proprio datore di lavoro di essere in stato di gravidanza, il datore di lavoro ha l’obbligo di garantire la sicurezza della lavoratrice e del nascituro, affinché nessun pericolo possa mettere a rischio la sua salute e quella del suo bambino.
L’attuazione delle tutele avviene tramite la modifica temporanea delle condizioni di lavoro o dell’orario di lavoro.
Se questo non è possibile il datore di lavoro deve spostare temporaneamente la lavoratrice ad altre mansioni mantenendo lo stesso trattamento economico.
Congedo di maternità: è un periodo di astensione obbligatoria dal lavoro riconosciuto durante la gravidanza e il puerperio per un totale di 5 mesi.
Indennità di maternità: è il sostegno economico erogato dall’INPS alle lavoratrici dipendenti per il periodo del congedo di maternità, è prevista un’indennità giornaliera pari all’80% della retribuzione per tutto il periodo del congedo stesso.
Le mamme lavoratrici dipendenti possono inoltre usufruire di ulteriori tutele, a cui hanno diritto anche i padri dipendenti.
Riposi giornalieri: per le mamme lavoratrici, o in alternativa per i padri, sono previsti dei periodi di riposo per la cura del bambino.
Congedo per malattia del figlio: i genitori hanno diritto ad astenersi dal lavoro per tutta la durata della malattia del figlio fino ai suoi 3 anni.
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