Quali sono le tutele per una lavoratrice in gravidanza?
Pacifico Benedetti
2025-11-09 00:03:22
Numero di risposte
: 26
Il datore di lavoro deve prima di tutto compiere un’analisi specifica delle condizioni in cui operano le lavoratrici in maternità e dei rischi di esposizione agli agenti chimici, fisici e biologici cui possono essere soggette.
La lavoratrice in gravidanza può richiedere permessi retribuiti per l’effettuazione di esami, accertamenti o visite mediche in relazione al proprio stato e coincidenti con l’orario di lavoro.
La lavoratrice deve comunicare tempestivamente al datore di lavoro il proprio stato di gravidanza.
Il datore di lavoro deve modificare temporaneamente le condizioni o l’orario di lavoro se sussistono rischi derivanti dall’ambiente di lavoro o dall’esposizione a sostanze pericolose.
Il datore di lavoro deve assegnare la lavoratrice ad un’altra mansione, anche inferiore ma mantenendo qualifica e retribuzione, se la modifica delle condizioni o dell’orario di lavoro non è possibile o se la lavoratrice è addetta a lavorazioni vietate pericolose, faticose ed insalubri.
Danuta Conte
2025-10-29 16:20:39
Numero di risposte
: 27
Le lavoratrici possono beneficiare di particolari misure di sicurezza per tutta la durata della gravidanza e per i sette mesi successivi al parto.
Il Testo Unico per la tutela della salute delle lavoratrici prevede l’obbligo del cosiddetto congedo per maternità.
Il congedo può essere richiesto con ulteriore anticipo presentando apposita domanda alla Direzione Provinciale del Lavoro.
Il Testo Unico stabilisce il divieto di far eseguire alle lavoratrici i lavori faticosi, di far trasportare e sollevare pesi e di svolgere lavori pericolosi ed insalubri.
Le donne in gravidanza non possono essere esposte a radiazioni ionizzanti o a qualsiasi altra radiazione che possa contaminare la madre ed il nascituro.
Durante tutto il periodo della gestazione la lavoratrice che svolge lavori particolarmente rischiosi o faticosi deve essere destinata ad altri impieghi.
Le lavoratrici non possono prestare lavoro notturno dal momento in cui dichiarano al datore di lavoro la propria gravidanza fino al raggiungimento dell’anno di vita del figlio.
Le lavoratrici gestanti hanno diritto a godere di permessi retribuiti per sostenere esami clinici e visite mediche, presentando successivamente al datore di lavoro i certificati medici che comprovano la data e l’orario dell’accertamento eseguito.
Tosca Ferri
2025-10-19 07:03:02
Numero di risposte
: 15
Sicurezza e salute della madre lavoratrice: nel momento in cui una lavoratrice informa il proprio datore di lavoro di essere in stato di gravidanza, il datore di lavoro ha l’obbligo di garantire la sicurezza della lavoratrice e del nascituro.
Le tutele si applicano in particolare in caso di lavori pericolosi, faticosi e insalubri, ma anche per orari di lavoro notturni.
L’attuazione delle tutele avviene tramite la modifica temporanea delle condizioni di lavoro o dell’orario di lavoro.
Se questo non è possibile il datore di lavoro deve spostare temporaneamente la lavoratrice ad altre mansioni mantenendo lo stesso trattamento economico.
L’inosservanza di queste tutele da parte del datore è punibile con l’arresto fino a 6 mesi.
Le lavoratrici non possono essere licenziate dall’inizio del periodo di gravidanza fino al compimento del 1° anno di età del bambino, salvo casi eccezionali.
Oretta Pellegrino
2025-10-19 03:03:46
Numero di risposte
: 40
Il datore di lavoro ha il compito di informare la lavoratrice delle problematiche di rischio nell'assunzione e individuare mansioni alternative che non pregiudichino il benessere della lavoratrice e del bambino in caso di gravidanza.
Il datore di lavoro deve concedere il congedo di maternità immediato se la lavoratrice si trova a sostenere una gravidanza a rischio, dopo che la stessa invia il certificato ginecologico alla Direzione Provinciale del Lavoro.
Il datore di lavoro deve riorganizzare le mansioni della lavoratrice per renderle idonee con lo stato di gravidanza, avvalendosi di consulenze sanitarie.
Se non è possibile ridisegnare i compiti della donna in attesa, può trasferirla in un altro reparto dove svolgere altre occupazioni non dannose per la sua salute e quella del bambino, sempre sentendo il parere medico.
Quando non riesce a trovare una soluzione all’interno del reparto, può provare a ricollocare la lavoratrice all’interno della sua azienda in una posizione differente, in linea con la sua condizione.
Nel momento in cui nemmeno questa alternativa fosse possibile, deve comunicare alla Direzione Provinciale del Lavoro che, a causa della mancanza di altre opzioni, l’impiegata può avvalersi del congedo di maternità anticipato.
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