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Figli Maggiorenni: Quali Doveri Verso i Genitori?

Secondo Grasso
Secondo Grasso
2025-06-13 07:57:37
Numero di risposte: 5
Il figlio maggiorenne che lavora e convive con i genitori ha il dovere di contribuire ai bisogni della famiglia, partecipando alle spese necessarie per la gestione domestica. In base alle sue capacità economiche, dovrà, quindi, partecipare alle spese per il cibo, le bollette, ecc. Tali capacità possono, ad esempio, consistere in: attività lavorative; collaborazione domestica; assistenza familiare a soggetti malati, disabili, anziani o minori di età. I bisogni della famiglia, però, non sono solo finanziari: il figlio è tenuto ad aiutare fisicamente i genitori anziani quando questi hanno problemi di salute e non sono autosufficienti. Lo stesso vale per il figlio che è già andato a vivere per conto suo: secondo la legge, quando le condizioni di salute di un genitore sono precarie ed il coniuge (cioè l’altro genitore) non può prendersene cura perché anche lui anziano e malato o perché già defunto, il figlio deve intervenire. A loro volta, entrambi i genitori o uno di essi possono chiedere ai loro figli gli alimenti se versano in stato di bisogno o sono incapaci di provvedere al proprio mantenimento. Possono essere chiamati ad adempiere a quest’obbligo i discendenti entro il sesto grado. Il figlio che spende una somma superiore agli alimenti per il padre e la madre non può poi chiedere ai fratelli la restituzione di tali importi. La divisione delle spese tra i fratelli si fa in ragione delle rispettive capacità economiche e non per quote uguali. Il figlio che non versa gli alimenti ai genitori può essere querelato per il reato di violazione degli obblighi di assistenza familiare o, nel peggiore dei casi, per il reato di abbandono di persone incapaci.
Moreno Donati
Moreno Donati
2025-06-13 07:32:33
Numero di risposte: 8
Il figlio maggiorenne che lavora e che convive ancora con il padre e la madre deve contribuire ai bisogni del nucleo familiare. Questo non significa mantenere il padre e la madre, ma partecipare alle spese per la gestione domestica. Insomma, chi vive in casa con mamma e papà non può pensare di lasciare sulle loro spalle tutti gli incombenti economici che ne derivano. Naturalmente, il contributo del figlio al ménage familiare deve essere rapportato alle sue capacità economiche. Nel momento in cui decide di andare a vivere da solo, il figlio non ha più alcun obbligo economico nei confronti dei genitori, anche se questi sono anziani e soli. Tuttavia, la legge stabilisce che, laddove le condizioni di salute e di reddito di un genitore siano talmente precarie da pregiudicarne la salute o la stessa vita ed il suo coniuge non può prendersene cura allora il figlio deve intervenire economicamente. Egli deve versare al genitore in difficoltà i cosiddetti «alimenti»: non si tratta di un mantenimento ma di una somma strettamente necessaria per la sopravvivenza. Se il figlio non versa gli alimenti ai genitori può essere querelato per il reato di violazione degli obblighi di assistenza familiare o, nel peggiore dei casi, per il reato di abbandono di persone incapaci.