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Qual è la differenza tra azione di rivendicazione e azione negatoria?

Deborah Greco
Deborah Greco
2025-06-29 13:26:01
Numero di risposte : 4
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La differenza tra un'azione negatoria e una azione di rivendicazione della proprietà non è alla mercé di tutti. L'azione negatoria va, dunque, definita come azione reale a carattere negativo e presuppone nell'attore la titolarità del diritto dominicale sulla cosa. La parte che agisce in negatoria ha l'onere di provare, con ogni mezzo, anche con presunzioni, di possedere un fondo in forza di un valido titolo di acquisto. L'onere di chi agisce Sotto altro e diverso aspetto, chi agisce, in tal senso, non è onerato di provare l'inesistenza del diritto vantato dal terzo. Spetta a quest'ultimo, infatti, provare l'esistenza del diritto a lui spettante, vale dire quello di compiere l'attività lamentata come lesiva dall'attore in virtù di un rapporto di natura obbligatorio oppure reale. Il giudice di merito, nella fattispecie, aveva errato perché decidendo una simile controversia si era affidato ad una regola del tutto difforme, secondo la quale colui che agisce in negatoria è gravato dello stesso onere probatorio che fa capo a colui che agisce in rivendicazione. L'azione negatoria va, quindi, distinta da quella di accertamento della proprietà, perché l'oggetto principale del giudizio, instaurato con tale azione, non è la sussistenza del diritto di proprietà dell'attore, bensì la libertà della cosa dai diritti reali vantati dal convenuto, sia stata o meno, la pretesa di tali diritti, tradotta in atti concreti di molestia o di turbativa che attentino al libero ed esclusivo godimento del titolare.
Valentina Montanari
Valentina Montanari
2025-06-29 12:02:35
Numero di risposte : 2
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L'azione "negatoria servitutis" e quella di rivendica si differenziano in quanto l'attore, con la prima, si propone quale proprietario e possessore del fondo, chiedendone il riconoscimento della libertà contro qualsiasi pretesa di terzi. Con la seconda, si afferma proprietario della cosa di cui non ha il possesso, agendo contro chi la detiene per ottenerne, previo riconoscimento del suo diritto, la restituzione. Sotto il profilo probatorio, nel primo caso egli deve dimostrare, con ogni mezzo ed anche in via presuntiva, di possedere il fondo in forza di un titolo valido. Allorché, invece, agisca in rivendica, deve fornire la piena prova della proprietà, dimostrando il suo titolo di acquisto e quello dei suoi danti causa fino ad un acquisto a titolo originario. L'azione di condanna al rilascio di un fondo esercitata dall'attore in base all'esistenza di un proprio titolo di proprietà e all'assenza, per contro, di qualsivoglia titolo che giustifichi il possesso o la detenzione del medesimo bene da parte del convenuto, va qualificata come azione di rivendica, ai sensi dell'art. 948 c.c. Nel caso in esame, l'attore aveva chiesto l'accertamento del suo diritto di proprietà e, in subordine il riconoscimento dell'avvenuto acquisto per usucapione oltre al rilascio dell'area in contestazione. Conseguentemente egli doveva dare la prova rigorosa della proprietà e non poteva avvalersi del solo titolo di acquisto o di ogni altro mezzo di prova, comprese le presunzioni.
Marco Leone
Marco Leone
2025-06-29 10:29:59
Numero di risposte : 6
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L’azione di rivendicazione è esperibile da colui il quale si affermi proprietario di un bene al fine di ottenere da un lato l’accertamento del suo diritto di proprietà sul bene stesso, e dall’altro la condanna di chi lo possiede o lo detiene alla sua restituzione. L’azione negatoria è concessa, invece, al proprietario cartolare di un bene al fine di ottenere l’accertamento dell’inesistenza di diritti reali vantati da terzi sul bene stesso, oltreché la condanna alla cessazione delle eventuali molestie e turbative ed al risarcimento del danno. Quella di rivendicazione è un’azione molto complessa in termini di istruttoria processuale, e ciò in quanto la giurisprudenza maggioritaria è ormai unanime nel ritenere che colui il quale intenda avvalersene ha il rigoroso onere di fornire la cd. probatio diabolica del proprio diritto mediante la produzione in giudizio di tutti gli atti di acquisto dei propri danti causa, sino ad arrivare, risalendo nel tempo, a colui il quale ha acquistato a titolo originario. Di contro l’azione negatoria, che può essere esperita solo nel caso in cui il proprietario cartolare del bene ne abbia ancora il possesso e/o la detenzione, contempla un onere probatorio molto più attenuato rispetto a quello previsto per l’azione di rivendicazione, e ciò in quanto non mira ad accertare il diritto di proprietà del bene – diritto che va comunque provato in giudizio mediante la produzione del titolo di acquisto ai fini dell’interesse ad agire – ma è preordinata solamente ad un accertamento negativo dell’inesistenza sullo stesso di diritti altrui. La titolarità del bene si pone come requisito di legittimazione attiva e non come oggetto della controversia, sicché la parte che agisce in giudizio per far accertare l’inesistenza dell’altrui diritto di servitù su un fondo del quale affermi di essere il proprietario ha l’onere non già di fornire, come nell’azione di revindica, la prova rigorosa della proprietà del fondo, ma di dimostrare, con ogni mezzo e anche in via presuntiva, di possederlo in forza di un valido titolo.
Marieva Ruggiero
Marieva Ruggiero
2025-06-29 08:22:27
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L'azione di rivendicazione consente al proprietario di un bene di chiedere al giudice il riconoscimento della proprietà e la conseguente restituzione del bene, qualora esso si trovi nella disponibilità di un soggetto che ne contesti il diritto. L'azione negatoria ha invece lo scopo di tutelare il proprietario da pretese altrui che limitano o contestano il suo diritto di proprietà. Tale azione si utilizza quando un terzo rivendica diritti reali o personali sulla proprietà, che il proprietario considera inesistenti o ingiustificati. L'obiettivo dell'azione negatoria è quello di ottenere una pronuncia che accerti l'inesistenza del diritto vantato da altri e ristabilisca la pienezza del diritto di proprietà del soggetto attore. L'azione di rivendicazione mira non solo al recupero del bene, ma anche al riconoscimento della proprietà. L'azione negatoria si utilizza per tutelare il proprietario da pretese altrui che limitano o contestano il suo diritto di proprietà. Affinché questa azione possa essere esperita, il proprietario deve quindi dimostrare l’esistenza di atti di turbativa o contestazioni da parte di terzi.