Cosa succede se gli eredi non si mettono d'accordo per la vendita di un immobile ereditato?

Massimiliano Carbone
2025-07-05 06:03:08
Numero di risposte
: 5
Nessuno dei coeredi può obbligare l’altro a vendere. L’unica soluzione è la divisione giudiziale: l’art. 713, comma 1 c.c. precisa che ciascun erede può rivolgersi al giudice, chiedendo la divisione dell’eredità.
In questo caso, il giudice deve obbligatoriamente verificare se sia possibile una mediazione tra i coeredi.
Se la mediazione fallisce, si procede alla divisione giudiziale.
Se il bene può essere diviso in natura, a ciascun erede verrà assegnata una parte del bene che rappresenta la quota di cui è titolare.
E se non può esserci una divisione in natura?
Il giudice deve controllare se c’è un coerede che vuole comprare l’intero bene.
Se c’è un coerede interessato, il giudice gli assegna l’immobile e gli ordina di versare agli altri coeredi una somma di denaro pari al prezzo delle loro quote.
Però, cosa succede se ci sono più eredi che vogliono acquistare l’intero bene?
Il giudice deve scegliere uno dei coeredi.
Il giudice controlla se esistono diritti da salvaguardare.
Se un coerede è titolare di un diritto da assicurare, egli sarà preferito, anche se la sua quota è inferiore.
Se non c’è un diritto da tutelare, sarà preferito il coerede con la quota maggiore.
Se non c’è diritto da salvaguardare e gli eredi interessati hanno una quota uguale, il giudice estrae a sorte l’assegnazione del bene.
Invece, cosa accade se non ci sono eredi interessati a comprare l’intero bene?
Il giudice metterà il bene all’asta e il ricavato della vendita sarà distribuito tra i coeredi in base alle loro rispettive quote.

Anselmo Coppola
2025-06-26 08:10:37
Numero di risposte
: 8
Se si vuole vendere un immobile ereditato ma gli eredi non sono d'accordo, si può procedere con la divisione ereditaria, che può essere contrattuale o giudiziale.
La divisione ereditaria può essere di due tipi: contrattuale, qualora vi sia l'accordo tra i coeredi, o giudiziale, in caso di mancato accordo.
In caso di mancato accordo, ciascuno dei coeredi può rivolgersi al Tribunale per ottenere lo scioglimento forzato della comunione ereditaria, con il calcolo dei conguagli e le attribuzioni dei beni immobili o, in alternativa, la vendita all'asta.
Ovviamente tutti gli eredi devono essere d'accordo, il che non è da dare sempre per scontato.
I coeredi hanno il diritto di prelazione, ovvero di essere preferiti, a parità di condizioni, agli acquirenti estranei.
Tale possibilità si può verificare quando gli eredi intendono vendere le proprie quote dell'immobile e uno di questi intende acquistarle, rilevandole e liquidando tutti gli altri coeredi.
In caso un erede venda la propria quota e non ne dia comunicazione, i coeredi potranno esercitare il cd. retratto successorio, col quale potranno riscattare la quota di patrimonio venduta al terzo.
È importante che gli eredi agiscano in modo equilibrato e responsabile durante la gestione del patrimonio ereditario e nella ricerca di una soluzione definitiva per la fine della comunione ereditaria.

Kayla Bernardi
2025-06-26 04:43:36
Numero di risposte
: 8
Accade di frequente poi che gli eredi non siano d’accordo sulla destinazione del futuro immobile, con qualcuno che vorrebbe vendere e qualcuno che invece preferirebbe mantenere la proprietà.
Nel caso in questione non prevale la maggioranza, perché nell’atto di compravendita occorre la firma di TUTTI i comproprietari dell’immobile, quindi basta una sola persona non consenziente alla vendita per bloccare di fatto il rogito notarile.
Allo stesso tempo non è possibile obbligare un soggetto a restare proprietario di un immobile di cui vuole disfarsi.
Se uno degli eredi non vuole vendere, bisogna ricorrere al tribunale per avere una divisione giudiziale dell’immobile.
Il giudice verifica per prima cosa se l’immobile possa essere diviso in natura, ad esempio primo piano a Tizio, secondo piano a Caio.
Se questo non fosse possibile come nel caso di una piccolissima casa, il giudice verifica se c’è un erede che è disposto a pagare le quote degli altri e nel caso ci fosse più di un soggetto disposto ad acquistare, privilegia chi ha diritti specifici come chi abita nella casa, pur avendo una quota minore.
Nell’eventualità che nessun soggetto possa o voglia acquistare l’immobile, il giudice lo mette all’asta e l’importo ricavato sarà diviso secondo le quote di proprietà.
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