Cosa succede se gli eredi non si mettono d'accordo per la vendita di un immobile ereditato?

Federica Ferrara
2025-08-06 18:15:03
Numero di risposte
: 13
La legge italiana prevede che la vendita di una casa in comproprietà senza il consenso di tutti gli eredi non sia possibile.
La vendita di un immobile è considerata un atto di amministrazione straordinaria, che richiede il consenso unanime di tutti i titolari del diritto di proprietà, ai sensi dell’articolo 1108 del Codice Civile.
Ciò significa che affinché la vendita abbia validità legale, tutti i comproprietari devono essere presenti e firmare l’atto di rogito presso il notaio.
In mancanza di tale accordo, permane la situazione di comunione ereditaria.
L’erede che vuol vendere in disaccordo con gli altri eredi può seguire due strade:
Vendita della propria quota: prima la proposta di vendita deve essere presentata agli altri eredi che hanno un diritto di prelazione nei due mesi successivi alla proposta.
Nel caso di silenzio, l’erede può vendere liberamente la sua quota a terzi.
Chiedere la divisione giudiziale della comunione ereditaria: ciascun erede può ricorrere al giudice, anche senza il consenso degli altri, e richiedere la divisione della comunione.
Il giudice verifica se uno degli eredi è disposto a rilevare la quota e, in caso contrario, autorizza la vendita del bene all’asta giudiziaria.
Il ricavato verrà diviso tra gli eredi.

Miriam Messina
2025-07-26 08:32:47
Numero di risposte
: 8
Se un erede non vuole firmare il rogito la vendita non può essere eseguita.
D’altro canto, gli altri eredi non possono costringere un comproprietario a vendere.
Una prima possibilità per chi vuole vendere ma si trova in disaccordo con i coeredi è infatti proprio quella di vendere soltanto la propria quota di proprietà sul bene.
Se invece il venditore non rispetta il diritto di prelazione, finché permane la comunione ereditaria i coeredi possono riscattare la quota dal compratore o dal successivo avente causa.
Una seconda opzione – possibile se tra i coeredi c’è un buon rapporto – è quella di tentare la via conciliativa.
La terza risposta possibile alla domanda “cosa fare se uno dei comproprietari non vuole vendere?” è la più complessa: si tratta della divisione giudiziale, a cui si ricorre quando la via conciliativa non funziona e la divisione ereditaria non è stata disciplinata mediante un testamento.
In tal caso ci si rivolge al Tribunale per procedere alla liquidazione delle quote ereditarie, chiamando in causa tutti i coeredi.
Il giudice innanzitutto valuterà se è possibile trovare un accordo tra i coeredi, che potrebbe prevedere, ad esempio, una divisione in natura del bene.
Se la divisione in natura non fosse possibile, il giudice verificherà se uno degli eredi è interessato ad acquistare le quote di proprietà dei coeredi, liquidandole in denaro.
Nel caso in cui nessun coerede voglia acquistare l’immobile, si procederà alla vendita all’asta del bene con incanto.
Il ricavato dalla vendita dell’immobile, quindi, verrà distribuito tra i coeredi secondo le rispettive quote di proprietà.

Angelo Russo
2025-07-23 03:02:56
Numero di risposte
: 8
Se un erede non vuole vendere un immobile ereditato, la situazione può diventare complessa, specialmente se gli altri eredi sono interessati alla vendita.
In generale, quando più persone ereditano una proprietà, tutte devono essere d'accordo sulla vendita per poter procedere.
Se un erede non vuole vendere, potrebbe esserci la possibilità di trovare un accordo alternativo, ad esempio riscattando la quota di quel particolare erede o offrendo un accordo finanziario che lo convinca a vendere.
Tuttavia, se non c'è accordo tra gli eredi, in alcuni casi, la legge potrebbe offrire una soluzione, come la possibilità di vendere la proprietà contro la volontà di un singolo erede.
La vendita giudiziale di un immobile ricevuto in eredità avviene quando non c'è accordo tra gli eredi sulla vendita della proprietà e la questione deve essere risolta attraverso il sistema legale.
Il processo di vendita giudiziale di un immobile ereditato di solito procede come segue:
Un erede o un avvocato presenta una richiesta al tribunale competente chiedendo l'autorizzazione a vendere l'immobile ereditato tramite un'asta pubblica.
Il tribunale o un valutatore immobiliare designato valuta l'immobile per determinare il suo valore di mercato attuale.
Una volta che il tribunale ha approvato la richiesta di vendita giudiziale, l'immobile viene messo all'asta pubblica.
L'asta può essere gestita direttamente dal tribunale o da un funzionario giudiziario.
Gli interessati presentano offerte per l'immobile durante l'asta pubblica.
L'immobile viene venduto all'offerente che presenta l'offerta più alta, a meno che il tribunale non decida diversamente.
Dopo l'asta, il tribunale deve approvare la vendita e conferire al nuovo acquirente la proprietà dell'immobile.
Questo processo può richiedere un periodo di tempo variabile a seconda delle leggi e delle procedure locali.
La vendita giudiziale è spesso utilizzata quando gli eredi non riescono a raggiungere un accordo sulla vendita dell'immobile in modo consensuale, e può essere un modo per risolvere le dispute in modo imparziale.
Tuttavia, è importante tenere presente che il processo può essere lungo e complesso, e può comportare costi aggiuntivi come onorari legali e spese di tribunale.

Hector Lombardi
2025-07-13 21:55:21
Numero di risposte
: 9
Nel caso in cui alcuni eredi intendano vendere una casa di famiglia e altri no, è possibile risolvere la situazione in quattro modi.
Le quattro soluzioni sono: un accordo fra gli eredi, il retratto successorio, la divisione per testamento, la divisione giudiziale.
Nel caso in cui non si pervenga ad un accordo, l’unica cosa che rimane da fare è rivolgersi ad un giudice.
Non viene previsto un limite di tempo entro il quale sia necessario procedere con la divisione di un bene.
Un limite che si può presentare è legato all’età degli eredi.
Se tutti gli eredi sono minorenni non è possibile procedere con la divisione dei beni fino a quando l’ultimo nato non abbia un minimo di 19 anni.
Il secondo limite riguarda un vincolo posto dal testatore che per procedere con la divisione non si debbano superare i 5 anni dalla data di morte.
Il giudice può comunque procedere alla divisione in caso di gravi circostanze.
Se si procede con la divisione giudiziale, i passi da seguire sono: individuazione dei beni oggetto dell’eredità, liquidazione dei beni in proporzione alle quote degli eredi, attribuzione delle quote per sorteggio se hanno percentuali uguali, mentre sono attribuite dal giudice nel caso di percentuali differenti.

Massimiliano Carbone
2025-07-05 06:03:08
Numero di risposte
: 12
Nessuno dei coeredi può obbligare l’altro a vendere. L’unica soluzione è la divisione giudiziale: l’art. 713, comma 1 c.c. precisa che ciascun erede può rivolgersi al giudice, chiedendo la divisione dell’eredità.
In questo caso, il giudice deve obbligatoriamente verificare se sia possibile una mediazione tra i coeredi.
Se la mediazione fallisce, si procede alla divisione giudiziale.
Se il bene può essere diviso in natura, a ciascun erede verrà assegnata una parte del bene che rappresenta la quota di cui è titolare.
E se non può esserci una divisione in natura?
Il giudice deve controllare se c’è un coerede che vuole comprare l’intero bene.
Se c’è un coerede interessato, il giudice gli assegna l’immobile e gli ordina di versare agli altri coeredi una somma di denaro pari al prezzo delle loro quote.
Però, cosa succede se ci sono più eredi che vogliono acquistare l’intero bene?
Il giudice deve scegliere uno dei coeredi.
Il giudice controlla se esistono diritti da salvaguardare.
Se un coerede è titolare di un diritto da assicurare, egli sarà preferito, anche se la sua quota è inferiore.
Se non c’è un diritto da tutelare, sarà preferito il coerede con la quota maggiore.
Se non c’è diritto da salvaguardare e gli eredi interessati hanno una quota uguale, il giudice estrae a sorte l’assegnazione del bene.
Invece, cosa accade se non ci sono eredi interessati a comprare l’intero bene?
Il giudice metterà il bene all’asta e il ricavato della vendita sarà distribuito tra i coeredi in base alle loro rispettive quote.

Anselmo Coppola
2025-06-26 08:10:37
Numero di risposte
: 15
Se si vuole vendere un immobile ereditato ma gli eredi non sono d'accordo, si può procedere con la divisione ereditaria, che può essere contrattuale o giudiziale.
La divisione ereditaria può essere di due tipi: contrattuale, qualora vi sia l'accordo tra i coeredi, o giudiziale, in caso di mancato accordo.
In caso di mancato accordo, ciascuno dei coeredi può rivolgersi al Tribunale per ottenere lo scioglimento forzato della comunione ereditaria, con il calcolo dei conguagli e le attribuzioni dei beni immobili o, in alternativa, la vendita all'asta.
Ovviamente tutti gli eredi devono essere d'accordo, il che non è da dare sempre per scontato.
I coeredi hanno il diritto di prelazione, ovvero di essere preferiti, a parità di condizioni, agli acquirenti estranei.
Tale possibilità si può verificare quando gli eredi intendono vendere le proprie quote dell'immobile e uno di questi intende acquistarle, rilevandole e liquidando tutti gli altri coeredi.
In caso un erede venda la propria quota e non ne dia comunicazione, i coeredi potranno esercitare il cd. retratto successorio, col quale potranno riscattare la quota di patrimonio venduta al terzo.
È importante che gli eredi agiscano in modo equilibrato e responsabile durante la gestione del patrimonio ereditario e nella ricerca di una soluzione definitiva per la fine della comunione ereditaria.

Kayla Bernardi
2025-06-26 04:43:36
Numero di risposte
: 18
Accade di frequente poi che gli eredi non siano d’accordo sulla destinazione del futuro immobile, con qualcuno che vorrebbe vendere e qualcuno che invece preferirebbe mantenere la proprietà.
Nel caso in questione non prevale la maggioranza, perché nell’atto di compravendita occorre la firma di TUTTI i comproprietari dell’immobile, quindi basta una sola persona non consenziente alla vendita per bloccare di fatto il rogito notarile.
Allo stesso tempo non è possibile obbligare un soggetto a restare proprietario di un immobile di cui vuole disfarsi.
Se uno degli eredi non vuole vendere, bisogna ricorrere al tribunale per avere una divisione giudiziale dell’immobile.
Il giudice verifica per prima cosa se l’immobile possa essere diviso in natura, ad esempio primo piano a Tizio, secondo piano a Caio.
Se questo non fosse possibile come nel caso di una piccolissima casa, il giudice verifica se c’è un erede che è disposto a pagare le quote degli altri e nel caso ci fosse più di un soggetto disposto ad acquistare, privilegia chi ha diritti specifici come chi abita nella casa, pur avendo una quota minore.
Nell’eventualità che nessun soggetto possa o voglia acquistare l’immobile, il giudice lo mette all’asta e l’importo ricavato sarà diviso secondo le quote di proprietà.
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