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Cosa succede se un erede non vende la sua quota di eredità?

Terzo Caputo
Terzo Caputo
2025-06-15 19:30:56
Numero di risposte : 5
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Se un erede non vuole vendere la propria quota di eredità, gli altri eredi non possono costringerlo a farlo. La legge italiana impone che per vendere un bene in comproprietà debba esserci il consenso unanime di tutti i comproprietari. Tutti i titolari del bene devono essere presenti dal notaio per firmare il rogito affinché l’atto sia valido. Si tratta, infatti, di un atto di straordinaria amministrazione, dove vale la regola dell’unanimità e non quella della maggioranza. Dunque, si ha una sorta di diritto di “veto”: se un erede non vuole firmare il rogito la vendita non può essere eseguita. Una prima possibilità per chi vuole vendere ma si trova in disaccordo con i coeredi è proprio quella di vendere soltanto la propria quota di proprietà sul bene. In tal caso, però, l’erede che vuole vendere la propria quota deve per legge riconoscere un diritto di prelazione a favore degli altri comproprietari. Un’altra opzione è quella di tentare la via conciliativa, che può portare a un accordo per la vendita e la divisione del ricavato in parti uguali. La terza risposta possibile è la divisione giudiziale, a cui si ricorre quando la via conciliativa non funziona e la divisione ereditaria non è stata disciplinata mediante un testamento. Il giudice innanzitutto valuterà se è possibile trovare un accordo tra i coeredi, che potrebbe prevedere, ad esempio, una divisione in natura del bene. Se la divisione in natura non fosse possibile, il giudice verificherà se uno degli eredi è interessato ad acquistare le quote di proprietà dei coeredi, liquidandole in denaro. Infine, nel caso in cui nessun coerede voglia acquistare l’immobile, si procederà alla vendita all’asta del bene con incanto.
Fatima Gentile
Fatima Gentile
2025-06-15 19:19:45
Numero di risposte : 5
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Qualora un erede non voglia vendere la casa e sia impossibile trovare un accordo, si può comunque vendere la propria quota di eredità usufruendo del cosiddetto retratto successorio. Il coerede che vuole alienare a un estraneo la sua quota o parte di essa, deve notificare la proposta di alienazione, indicandone il prezzo agli altri coeredi, i quali hanno diritto di prelazione. Per prelazione si intende, in sostanza, il diritto di riscatto posseduto dai coeredi, che deve essere però notificato entro due mesi. Se ci si trova in comunione di beni e non si arriva ad un accordo tra le parti, ci si può sempre rivolgere ad un giudice, che valuterà la situazione ed eventualmente deciderà per una divisione dei beni. Non sussiste alcun limite di tempo entro il quale è possibile procedere per la divisione di un bene, ma l’unica cosa di cui bisogna tenere conto è l’età degli eredi: tutti devono infatti essere, ovviamente, maggiorenni. Altro condizione è invece posta dal testatore: per procedere alla divisione non si devono superare i 5 anni dalla sua morte. Tuttavia, poste queste uniche condizioni, il giudice può comunque decidere di procedere valutando caso per caso. Se la causa si risolve, per l’appunto, con una divisione giudiziale, si passerà per una iniziale individuazione dei beni oggetto della disputa, quindi si procederà per una loro liquidazione in proporzione con le quote degli eredi e, in ultimo, per un’attribuzione delle quote.
Alighieri Santoro
Alighieri Santoro
2025-06-15 19:18:51
Numero di risposte : 6
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Ciascun coerede può vendere la propria quota. Tuo fratello potrebbe vendere la propria parte, ma la legge pone un limite. L’art. 732 c.c. prevede il c.d. diritto di prelazione degli altri coeredi: se tuo fratello vuole vendere ad un estraneo, tu hai il diritto di essere preferito all’estraneo, a parità di condizioni. Il coerede, che vuole vendere, deve notificare la proposta di vendita agli altri coeredi, indicando il prezzo. Il diritto di prelazione può essere esercitato entro due mesi. Se non si notifica la proposta di vendita agli altri coeredi, questi hanno diritto di riscattare la quota dal compratore. Invece, per la vendita dell’intera casa, è necessario il consenso di tutti i coeredi. Nessuno dei coeredi può obbligare l’altro a vendere. L’unica soluzione è la divisione giudiziale: l’art. 713, comma 1 c.c. precisa che ciascun erede può rivolgersi al giudice, chiedendo la divisione dell’eredità. In questo caso, il giudice deve obbligatoriamente verificare se sia possibile una mediazione tra i coeredi. Se la mediazione fallisce, si procede alla divisione giudiziale. Il giudice metterà il bene all’asta e il ricavato della vendita sarà distribuito tra i coeredi in base alle loro rispettive quote.
Monia Marchetti
Monia Marchetti
2025-06-15 19:17:21
Numero di risposte : 7
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Nel caso in cui alcuni eredi intendano vendere una casa di famiglia e altri no, è possibile risolvere la situazione in quattro modi. Un erede può decidere di voler vendere ad un altro soggetto, ma deve notificare agli altri eredi il prezzo a cui intende venderla per permettergli di esercitare il diritto di prelazione. Gli eredi hanno 60 giorni di tempo per esercitare la prelazione sull’altra quota. Nel caso in cui non ricevano la notifica, i prelazionari avranno la possibilità di riscattare la propria quota dall'acquirente o da ogni successivo avente causa, fino a quando è attiva la comunione ereditaria sui beni oggetto dell'eredità. Nel caso in cui non si pervenga ad un accordo, l’unica cosa che rimane da fare è rivolgersi ad un giudice. Non viene previsto un limite di tempo entro il quale sia necessario procedere con la divisione di un bene. Un limite che si può presentare è legato all’età degli eredi. Se tutti gli eredi sono minorenni non è possibile procedere con la divisione dei beni fino a quando l’ultimo nato non abbia un minimo di 19 anni. Il secondo limite riguarda un vincolo posto dal testatore che per procedere con la divisione non si debbano superare i 5 anni dalla data di morte. Il giudice può comunque procedere alla divisione in caso di gravi circostanze. Se si procede con la divisione giudiziale, i passi da seguire sono individuazione dei beni oggetto dell’eredità, liquidazione dei beni in proporzione alle quote degli eredi, attribuzione delle quote per sorteggio se hanno percentuali uguali, mentre sono attribuite dal giudice nel caso di percentuali differenti.
Alighieri Sala
Alighieri Sala
2025-06-15 15:55:34
Numero di risposte : 6
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Se un erede non vuole vendere un immobile ereditato, la situazione può diventare complessa, specialmente se gli altri eredi sono interessati alla vendita. In generale, quando più persone ereditano una proprietà, tutte devono essere d'accordo sulla vendita per poter procedere. Se un erede non vuole vendere, potrebbe esserci la possibilità di trovare un accordo alternativo, ad esempio riscattando la quota di quel particolare erede o offrendo un accordo finanziario che lo convinca a vendere. Tuttavia, se non c'è accordo tra gli eredi, in alcuni casi, la legge potrebbe offrire una soluzione, come la possibilità di vendere la proprietà contro la volontà di un singolo erede. Il processo di vendita giudiziale di un immobile ereditato di solito procede come segue: Un erede o un avvocato presenta una richiesta al tribunale competente chiedendo l'autorizzazione a vendere l'immobile ereditato tramite un'asta pubblica. La vendita giudiziale è spesso utilizzata quando gli eredi non riescono a raggiungere un accordo sulla vendita dell'immobile in modo consensuale, e può essere un modo per risolvere le dispute in modo imparziale.
Gelsomina Sorrentino
Gelsomina Sorrentino
2025-06-15 15:50:37
Numero di risposte : 6
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Cosa succede se uno degli eredi non vuole vendere, bisogna ricorrere al tribunale per avere una divisione giudiziale dell’immobile. Il giudice verifica per prima cosa se l’immobile possa essere diviso in natura, ad esempio primo piano a Tizio, secondo piano a Caio. Se questo non fosse possibile come nel caso di una piccolissima casa, il giudice verifica se c’è un erede che è disposto a pagare le quote degli altri e nel caso ci fosse più di un soggetto disposto ad acquistare, privilegia chi ha diritti specifici come chi abita nella casa, pur avendo una quota minore. Nel caso l’immobile non fosse abitato il giudice privilegia la quota maggiore. Nell’eventualità che nessun soggetto possa o voglia acquistare l’immobile, il giudice lo mette all’asta e l’importo ricavato sarà diviso secondo le quote di proprietà.
Eriberto De Santis
Eriberto De Santis
2025-06-15 15:14:38
Numero di risposte : 3
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Se uno dei coeredi vuol vendere l’appartamento e l’altro no, quali sono i rimedi da utilizzare. I rimedi esperibili disposti per legge sono: Cessione della quota: L’erede che vuol vendere si limita ad alienare alla propria quota al fratello/sorella, il quale subentra nella quota acquistandone l’intera proprietà del bene immobile. Vendita intero immobile: L’intero immobile ereditato, previo consenso di tutti gli eredi, si procede con la vendita, affinché il ricavato della stessa si divisa equamente tra tutti gli eredi. Cosa succede, se nessuno vuole acquistare la quota di immobile e non vuole vendere la proprietà. L’unica soluzione è DIVISIONE GIUDIZIALE La divisione giudiziale è una procedura previsto per legge, ove i coeredi agiscono innanzi al Tribunale del luogo in cui si è aperta la successione, ovvero coincide con l’ultimo domicilio del defunto, affinché il Giudice si possa pronunciare sullo scioglimento della comunione di proprietà. La divisione ereditaria può essere chiesta singolarmente da ciascun coerede in qualsiasi momento, purché ciascuno dei coeredi non abbia rinunciato all’eredità. Il giudice verifica: Il diritto di ciascun coerede a conseguire la propria quota ereditaria. Disposizione della formazione delle porzioni di beni corrispondenti a ciascuna quota e la loro attribuzione a ciascun coerede. Il giudice redige il progetto di divisione, se non vi sono obiezioni, il progetto di divisione viene approvato e reso esecutivo, così da stabilire le modalità con cui i lotti ereditari verranno divisi per ciascun erede. In questo modo ogni erede può disporre della propria quota eredita nel modo che ritenga più opportuno alle proprie esigenze personali. Nel caso in cui nessun coerede desidera acquistare l’intera proprietà, il giudice nel caso in cui nessun erede sia interessato all’acquisto dell’intera proprietà, si procederà alla vendita all’asta immobiliare dell’immobile. A seguito della vendita giudiziaria il ricavato verrà distribuito tra i coeredi secondo le rispettive quote ereditate.
Benedetta Amato
Benedetta Amato
2025-06-15 14:41:24
Numero di risposte : 10
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Un erede può opporsi alla vendita della casa. Per vendere l’immobile ci vuole il consenso di tutti i comproprietari che dovranno infatti firmare l’atto notarile di compravendita. In mancanza di tale accordo, permane la situazione di comunione ereditaria. Sicché ciascun erede conserva la propria quota ideale sull’immobile, potendolo utilizzare interamente ma non potendo, al contempo, impedire agli altri coeredi il medesimo godimento. L’erede che vuol vendere la casa ricevuta in eredità e tuttavia non riesce a trovare un accordo con gli altri coeredi ha due strade da percorrere: vendere la propria quota sul bene, ricorrere al giudice e chiedere la divisione giudiziale della comunione ereditaria. Ciascun erede, prima della divisione del bene caduto in comunione, è libero di vendere la propria quota. Se nessun erede vuole o può acquistare, il giudice autorizza la vendita del bene all’asta giudiziaria. Il ricavato verrà diviso tra gli eredi.