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Quando non posso ricevere la Comunione?

Loretta Amato
Loretta Amato
2025-06-19 20:21:42
Numero di risposte: 4
Per ricevere la comunione è necessario avere la fede, essere battezzati, vivere in uno stato di permanente conversione, cioè di sincero sforzo per vivere i valori evangelici, pur con tutte le fragilità, ed essere sacramentalmente riconciliati se consapevoli di peccato veramente grave. Ci sono, tuttavia, particolari e stabili situazioni di vita che, a prescindere dalla fede delle singole persone e dal loro agire quotidiano fondamentalmente evangelico, contraddicono l’ideale cristiano del matrimonio. Fra queste ci sono i divorziati risposati, gli sposati solo civilmente e anche i conviventi. La severa disciplina ecclesiastica si preoccupa di non oscurare l’ideale evangelico del matrimonio. Tuttavia, i più recenti documenti magisteriali, specialmente a partire dal Sinodo dei vescovi su La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo, sollecitano i pastori a considerare maggiormente le singole situazioni dette “irregolari”. Riguardo agli sposati solo civilmente come ai conviventi, può essere vista come un’occasione da accompagnare nello sviluppo verso il sacramento del matrimonio.
Siro Messina
Siro Messina
2025-06-10 07:21:32
Numero di risposte: 7
Non c'è nulla da dire perché nessuno di noi può giudicare dello stato di grazia di un altro. Si può impedire la Santa Comunione a chi non fosse battezzato oppure vivesse in uno stato di vita palesemente difforme dalle esigenze evangeliche e non avesse manifestato alcun pentimento. Rimane il secondo punto: sapere e pensare chi si va a ricevere. C'è il pericolo della profanazione. È necessaria, pertanto, la volontà di mettersi in comunione con il Signore. Questo è il motivo per cui non viene data ai bambini che non sono ancora giunti all'uso di ragione. Ed è il medesimo motivo per cui non viene data alle persone che hanno perso del tutto l'uso di ragione. Non vengono private della grazia del sacramento, ma si intende solo evitare la sua profanazione. Possono infatti fruire della grazia del sacramento perché alcune persone offrono intenzionalmente la loro Santa Comunione a loro beneficio. In parole più povere e più comuni: perché fanno la Santa Comunione per loro. Vale a dire: chiedono al Signore di donare tutti i benefici della Santa Comunione alla persona cui li si vuole donare.
Olimpia Parisi
Olimpia Parisi
2025-06-07 10:01:37
Numero di risposte: 3
Per fare una buona comunione si richiede essere in grazia di Dio, cioè il non avere sulla coscienza peccati gravi. Se uno è consapevole di aver peccato mortalmente non deve accostarsi all'Eucaristia senza prima aver ricevuto l'assoluzione nel sacramento della Penitenza. Chi vuole ricevere Cristo nella Comunione eucaristica deve essere in stato di grazia. In pericolo di morte può fare la comunione anche chi non è digiuno. Gli infermi, anche non degenti, possono prendere, senza limiti di tempo, bevande non alcoliche e qualunque medicina, sia solida che liquida. L'acqua non rompe il digiuno.
Egisto Longo
Egisto Longo
2025-06-01 20:05:15
Numero di risposte: 5
Ci sono dei peccati per cui non si può fare la Comunione. Bisogna sentirsi realmente in grazie di Dio e non avere sulla propria coscienza dei peccati gravi. Se non ci si ritrova in uno di questi casi allora non si potrà prendere l’ostia durante il momento della Comunione. Bisogna avere la giusta predisposizione d’animo ed essere pronti a ricevere il corpo di Cristo con l’assoluta consapevolezza che la propria anima non è gravata da gravi peccati. L’unico impedimento è nel caso in cui si sia commesso un peccato mortale. Questo vuol dire che se si sono fatti dei peccati veniali ma si è realmente pentiti è possibile prendere comunque la Comunione. L’unica eccezione è data proprio dal caso in cui si siano commessi dei peccati mortali, in questo caso bisogna fare atto di pentimento e confessarsi. Infatti, le persone che si sono risposate con rito civile dopo il matrimonio religioso non possono prendere la comunione.
Egidio Palmieri
Egidio Palmieri
2025-05-22 06:52:07
Numero di risposte: 4
Perché il divorziato o la divorziata che si risposano non possono accostarsi all’eucaristia? Perché il matrimonio religioso che i due sposi contraggono manifestando il loro consenso di fronte al sacerdote, rappresenta un legame indissolubile. Nel Vangelo di Marco (10, 2-16) si legge che Gesù, interrogato da alcuni farisei che gli domandavano se fosse lecito a un marito ripudiare la propria moglie, rispose: «Non osi separare l’uomo ciò che Dio ha unito». Per la Chiesa l’unico valido continua a essere il primo matrimonio, anche nel caso che esso fallisca. Se l’uomo, o la donna, dopo la separazione si risposano, o stabiliscono un legame stabile con un nuovo partner, non possono ricevere l’assoluzione (a meno di non impegnarsi a vivere nella castità il nuovo legame) e dunque non possono fare la comunione.
Tazio Costantini
Tazio Costantini
2025-05-13 01:26:52
Numero di risposte: 7
Quando non possiamo ricevere la comunione eucaristica perché siamo costretti a casa, non abbiamo rispettato il digiuno previsto o siamo in situazione di peccato grave, la Chiesa ci invita a cercare comunque l’unione con Dio con il cuore, esprimendo il nostro desiderio attraverso la preghiera. La comunione spirituale di san Josemaría Escrivá ne amava molto una in particolare che aveva imparato da un religioso scolopio. Anche papa Francesco, in un’omelia a Santa Marta, ci ha invitati a recitare, la comunione spirituale, quando non possiamo fare la comunione. Non sappiamo per quanto tempo non potremo fare la Comunione, ma recitare con sincerità la comunione spirituale, anche più volte nel corso della giornata, può manifestare a Dio il nostro desiderio di stare con Lui e renderci presente quanto Lui desideri stare con noi. Diceva il santo Curato D’Ars: «una comunione spirituale agisce nell’anima come un soffio di vento su una brace che è sul punto di spegnersi. Ogni volta che senti che il tuo amore per Dio si sta raffreddando, fa’ rapidamente una comunione spirituale».
Isabel Battaglia
Isabel Battaglia
2025-05-13 00:54:48
Numero di risposte: 9
Non possono ricevere la comunione solo persone separate o divorziate che hanno contratto un nuovo legame o che si sono risposate contraendo un matrimonio civile dopo averne contratto uno religioso. Quindi di fatto chi non fa la comunione, non sempre non la effettua per sua scelta ma perché è la chiesa che a causa di alcuni canoni ecclesiastici gli vieta di riceverla. Non fare la comunione non è peccato ma lo diventa quando si riceve il Corpo di Cristo senza prima avere avuto il perdono dai propri peccati. La chiesa non obbliga a effettuare questo sacramento. Quando una persona va in chiesa, non è per forza obbligata a ricevere la comunione in quanto secondo la chiesa, una persona può praticare la comunione spirituale.