Cos'è la delazione?

Claudia Gatti
2025-06-19 06:06:43
Numero di risposte: 9
La delazione è il momento in cui le situazioni giuridiche soggettive vengono messe a disposizione dei chiamati o “delati”.
Questi ultimi, a seguito della delazione, possono accettare o rinunciare all’eredità.
Una volta identificati i vocati, è quindi possibile concretamente mettere a loro disposizione le situazioni giuridiche soggettive delazione).
I chiamati (definiti anche “delati”) possono quindi accettare divenendo in tal modo eredi.
Di norma, la vocazione coincide con la delazione: difatti, al momento della morte di un soggetto, il patrimonio ereditario è già messo a disposizione dei potenziali eredi che sono immediatamente in grado di accettare o rinunciare all’eredità.
La coincidenza tra vocazione e delazione può mancare nei casi in cui la delazione non è immediata ma differita a un momento successivo ed eventuale.
Questo può accadere, per esempio, quando l’istituto beneficiario è un nascituro o quando l’eredità è condizionata a un evento futuro.
In questi casi il vocato rimane tale (e non acquista anche la qualifica di delato) fino a quando non si verifica l’evento che realizza concretamente la delazione (ad esempio la nascita, il verificarsi della condizione, ecc.).
Fino a quando la delazione non diventa attuale, pertanto, il vocato non può esercitare i poteri tipici che la legge gli riserva.

Valdo Riva
2025-06-19 05:48:57
Numero di risposte: 4
In diritto, eminentemente nel diritto penale, il termine delazione indica una denuncia, eventualmente anche anonima, con la quale si porta a conoscenza dell'autorità giudiziaria la commissione di un reato o di un altro illecito di cui vi sia stata consumazione o anche solo tentativo.
La delazione poteva essere occasionale e/o anonima, generalmente riconducibile a un singolo episodio – e motivata, in tal caso, da questioni private o dall’ansia di riscuotere la ricompensa – o poteva assumere nel tempo un carattere continuativo: la delatrice, in rapporti confidenziali con le autorità, veniva, per così dire, “istituzionalizzata”, conquistando lo status di “spia autorizzata” e giungendo anche a percepire un congruo stipendio mensile.
Venivano considerati delatori coloro che, sperando di poter ottenere condizioni favorevoli per loro stessi, facevano attività di spionaggio a favore del regime.
Gli "spioni" si ritenevano (o comunque si autodefinivano nelle loro lettere, spesso anonime) buoni cittadini dell'Italia littoria, collaboratori esemplari delle autorità.
Obiettivo preferenziale dei confidenti erano i "disfattisti", i pacifisti, gli ebrei, gli ascoltatori di Radio Londra.
Per certi versi, una categoria particolari di delatrici (e delatori) fu quella di chi si manteneva o si arricchiva denunciando ebrei e permettendone, in questo modo, la deportazione nei campi di concentramento.
Si trattava di delazioni mirate che consentirono ai tedeschi di riuscire a scovare intere famiglie ebree laddove essi non si sarebbero mai potuti spingere con i loro soli mezzi.

Elisabetta Bianco
2025-06-19 05:04:45
Numero di risposte: 6
La delazione è l'offerta dell'eredità effettuata nei confronti di chi ha diritto a riceverla, ex art. 457 del codice civile, per legge o per testamento. La delazione dell'eredità rappresenta l'elemento oggettivo del fenomeno successorio e si sostanzia nell'offerta a succedere rivolta al soggetto designato con la vocazione la quale, invece, rappresenta l'elemento soggettivo. Il nostro codice civile all'art. 457 non fa riferimento esplicito alla vocazione ma preferisce parlare di delazione dell'eredità. La dottrina ha tuttavia distinto questi due momenti del procedimento successorio distinguendo tra: - Vocazione all'eredità, con cui si intende la vera e propria "chiamata", che consiste nella designazione dei soggetti che possono succedere al de cuius; - Delazione all'eredità, che è, invece, l'offerta del patrimonio ereditario ai chiamati che determina in capo al delato la possibilità di accettare o rifiutare e, ancor prima, di esercitare alcuni specifici poteri. La delazione dell'eredità è possibile ai sensi del primo comma dell'art. 457 c.c. "per legge o per testamento". Il legislatore ha, dunque, scelto di non inserire il contratto tra i titoli di successione ed escludere espressamente forme di successione pattizia o patti successori.
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