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Zio senza figli: chi eredita?

Rosalba Moretti
Rosalba Moretti
2025-07-06 14:38:12
Numero di risposte : 10
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In assenza di testamento, si applicano direttamente ed esclusivamente le norme sulla successione legittima, che favoriscono i parenti più prossimi rispetto a quelli più lontani, secondo un preciso ordine di graduazione. Innanzitutto viene il coniuge, ma nel nostro caso lo zio era scapolo. Subentrano, così, i discendenti diretti del defunto, a partire dai figli sino ai nipoti e agli eventuali bisnipoti, ma il nostro zio era senza prole, quindi anche questo passaggio va saltato. A questo punto l’ordine dei parenti che rientrano nella successione legittima comprende gli ascendenti, cioè i genitori, i nonni e gli eventuali bisnonni e trisnonni, i fratelli e le sorelle del defunto, tutti gli altri parenti del defunto, fino al sesto grado e non oltre. In base a quanto abbiamo detto, in assenza del coniuge e dei figli, i primi ad essere chiamati all’eredità dello zio defunto sono i suoi genitori, se sono ancora in vita al momento dell’apertura della successione, cioè alla data di morte del de cuius. Se in quel momento i genitori e gli altri ascendenti sono tutti deceduti, l’eredità va divisa, in parti uguali, tra i fratelli e le sorelle dello zio. Se, invece, gli ascendenti dello zio sono ancora in vita, essi concorrono nella divisione dell’eredità con suoi i fratelli o le sorelle, ed ai genitori viventi spetta la metà del patrimonio. Pertanto, l’intera eredità viene devoluta ai fratelli e alle sorelle soltanto se lo zio defunto – che, ricordiamo, era già celibe e senza figli – aveva già perduto i propri genitori. Se lo zio defunto non aveva più genitori, fratelli, sorelle e loro discendenti l’eredità viene attribuita agli altri parenti superstiti, partendo dai più prossimi per arrivare, in mancanza, ai più lontani, fino al sesto grado. In mancanza anche di tutti i parenti entro il sesto grado, l’eredità viene devoluta allo Stato.
Deborah Martini
Deborah Martini
2025-07-02 00:44:31
Numero di risposte : 8
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I casi di deceduti che non hanno il classico coniuge o i classici figli tra gli eredi ce ne sono davvero molti. L’esempio dello scapolo è senza dubbio uno dei casi assai diffusi, ma lo stesso può capitare in altre circostanze. Per esempio il soggetto che muore dopo il coniuge o dopo i suoi figli. I lasciti di un defunto vanno innanzitutto al coniuge e ai figli quindi. Ma cosa accade quando mancano anche questi parenti? Gli eredi legittimi in assenza di eredi stretti come quelli prima elencati, sono i genitori, i fratelli, le sorelle e i nonni. In linea generale, la metà del lascito va agli ascendenti. Si tratta dei parenti che vengono prima del defunto, cioè genitori e nonni. L’altra metà invece passa a fratelli e sorelle. Naturalmente, in caso di assenza di ascendenti, l’intera eredità finirebbe ai fratelli. Preferiti i parenti più prossimi, come può essere lo zio, parente di terzo grado. In presenza di più zii, eredità divisa tra loro in parti uguali. Nel caso in oggetto, e cioè di uno zio, il nipote potrà ereditare solo se il proprio genitore è già defunto e se il defunto non aveva altri parenti né di primo e nemmeno di secondo grado. E dividendo l’eredità con altri parenti di terzo grado. Infine, se il defunto non lascia parenti fino al sesto grado, nessuno erediterà. In pratica l’erede diventa lo Stato, che però non si assume l’onere di eventuali debiti del defunto.
Antonina Ferretti
Antonina Ferretti
2025-06-20 09:20:20
Numero di risposte : 11
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Nel caso in cui il defunto è sposato, l’eredità si devolve in linea retta e, dunque, al coniuge e ai figli. In mancanza di figli l’eredità, invece, spetta al coniuge e ai genitori e, soltanto ove manchino i figli e i genitori, sempre che il de cuius non era sposato, si devolve in linea collaterale ai fratelli, o ai nipoti. I nipoti, pertanto, non rientrano in quella categoria di eredi privilegiati, ovvero tra il novero dei legittimari che hanno sempre diritto a vedersi riconoscere una quota ereditaria determinata per legge. Dunque, a meno che non agiscono in rappresentazione di un erede necessario, perché premorto al de cuius, o sono indicati nel testamento, ovvero non vi sono altri eredi in linea retta, i nipoti non hanno diritto ad alcuna quota di eredità sulla massa ereditaria di nonni e zii. L’eredità spetta ai nipoti in soli due casi previsti dalla legge: quando sono stati espressamente nominati nel testamento; quando, in mancanza di testamento, chi muore non lascia prole, genitori o nonni, fratelli o sorelle, coniuge e figli, come dispone l’art. 572 del Codice civile. Solo in questi casi i nipoti, fino al sesto grado, subentrano nell’asse ereditario della persona deceduta e l’eredità, se accettata, viene loro devoluta secondo le disposizioni del codice civile. Pertanto per comprendere chi sono gli eredi legittimi di una persona non sposata, bisogna considerare che in mancanza di figli, di fratelli, ovvero di un testamento che disponga diversamente, gli eredi sono i nipoti. A parte bisogna considerare i casi in cui opera la rappresentazione ereditaria e, dunque, i nipoti agiscono al posto dell’erede legittimario pretermesso, come nel caso della sorella premorta, o del fratello premorto. Il nipote, ai sensi degli articoli 467 e 468 del codice civile, ha sempre diritto ad agire per rappresentazione ereditaria. Agendo in rappresentazione il nipote ha diritto a rivendicare la quota di eredità che sarebbe spettata a sua madre, o a suo padre, figli del “de cuius”, che siano morti prima dell’apertura della successione, ovvero vi abbiano rinunciato, ai sensi dell’articolo 581 del codice civile. La rappresentazione ereditaria nel caso dei nipoti può avere luogo all’infinito sia nella linea retta che nella linea collaterale. Ma solo se il primo chiamato all’eredità è un figlio o un fratello del de cuius, tenuto conto che l’art. 468 del codice civile indica quali soggetti rappresentabili solo i figli e i fratelli.
Elisa Ricci
Elisa Ricci
2025-06-20 08:51:05
Numero di risposte : 8
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In primo luogo, se lo zio ha lasciato testamento, il patrimonio del de cuius non potrà che essere distribuito seguendo le indicazioni contenute in questo documento. Dunque, nel caso in cui vi sia testamento, e i nipoti fossero nominati come eredi, ne consegue che costoro potrebbero ottenere la titolarità della sola parte disponibile del testamento. In altri termini, i nipoti che hanno diritto a succedere solo in una quota percentuale del patrimonio, che andrà poi ripartito tra gli altri eredi. Ma se non c’è testamento? In questo caso, se lo zio o la zia non hanno lasciato alcun documento che contiene le disposizioni sul proprio patrimonio, il nipote eredita solamente in alcuni casi. In particolare, il nipote eredita solo se il proprio genitore è già morto, e il defunto non aveva figli o coniuge. Ne deriva che se è presente uno di questi soggetti: il nipote non ottiene nulla. In altri termini ancora, al posto dei fratelli e delle sorelle premorte del de cuius, possono subentrare i nipoti o i loro discendenti. Attenzione, però, il nipote eredita solamente in quei casi in cui il proprio genitore avrebbe dovuto ereditare, e non lo ha fatto perché è deceduto prima del soggetto della cui eredità si discute. Lo stesso discorso è tuttavia valido nell’ipotesi di rinuncia all’eredità da parte del genitore: in questo caso il nipote può subentrare al posto del padre o della madre che sarebbero stati titolari di una parte dell’eredità zio.
Ugo Bruno
Ugo Bruno
2025-06-20 07:22:42
Numero di risposte : 13
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La risposta è semplice: i parenti più prossimi, secondo la “piramide” dei successibili illustrata nel precedente paragrafo. Se lo zio senza figli era sposato, tutta l’eredità si devolve automaticamente al coniuge superstite. Se alla morte aveva anche i genitori (o solo uno di essi), al coniuge vanno i 2/3 dell’eredità mentre agli ascendenti il restante 1/3. Se invece gli sopravvivono il coniuge e i fratelli, ai fratelli spetta 1/3 mentre la restante parte al coniuge superstite. Se lo zio senza prole era celibe, allora l’eredità viene devoluta ai parenti più prossimi che, nel caso di specie, sono gli ascendenti (se ancora in vita) oppure i fratelli e le sorelle. Nel dettaglio, se lo zio lascia solo i genitori (o solo uno di essi), a loro andrà l’intera eredità. Se invece gli ascendenti concorrono con i fratelli o le sorelle, l’eredità si divide tra tutti in parti uguali, ma ai genitori spetta una quota non inferiore alla metà dell’eredità. Ai fratelli e alle sorelle spetta tutta l’eredità (da dividere in parti uguali) se il defunto, oltre che essere celibe e senza figli, non ha nemmeno i genitori. Se i fratelli (o sorelle) sono morti prima del defunto della cui successione si tratta, la quota di eredità loro spettante passa ai loro discendenti e, dunque, ai nipoti del defunto, i quali subentrano per rappresentazione. Secondo l’articolo 467 del codice civile, i discendenti subentrano all’ascendente che è premorto, acquisendo lo stesso diritto a percepire l’eredità, nella medesima quota. Pertanto, se i fratelli e/o sorelle sono morte prima del defunto, la quota di eredità loro spettante passa ai discendenti e, quindi, ai nipoti del defunto.