Rompere un accordo: quali sono le conseguenze?

Romolo Bianco
2025-06-04 22:41:44
Numero di risposte: 7
Cosa succede nel caso in cui non si dovesse rispettare un accordo verbale.
Come accade per un accordo scritto, ci si potrà rivolgere al giudice per ottenere la risoluzione del contratto ed eventuali restituzioni, oltre che il risarcimento per il danno subito.
Procedere con l’adempimento forzato dell’accordo stipulato e l’eventuale risarcimento per il ritardo.
Dato che si tratta di un accordo verbale, la parte più difficile per riuscire ad avere quanto pattuito riguarda l’onere della prova.
Nonostante si abbia la possibilità di utilizzare dei testimoni, il Codice civile vieta questo genere di prova per i contratti che hanno un valore superiore a 2,58 euro.
Nella pratica, per fare in modo che si possa fornire l’onere della prova, il giudice può emettere dei testimoni anche per i contratti con importi superiori a 2,58 euro nei casi in cui sia ragionevole pensare che l’accordo sia avvenuto in forma orale in relazione al rapporto tra le parti, o alla natura stessa del contratto.
Un accordo orale potrà essere dimostrato anche con il comportamento delle parti, dal quale si potrebbe ipotizzare l’esistenza di un accordo verbale.
Per esempio, in questi casi potrebbero essere utili i pagamenti di un anticipo o di una caparra, l’emissione di una fattura, l’inizio di una serie di lavori.
Un’ulteriore prova a sostegno del mancato rispetto di un accordo verbale potrebbe essere la presenza di altri documenti, quali uno scambio di email, un preventivo, una nota d’ordine, e così via.

Giulio Martino
2025-06-01 21:23:42
Numero di risposte: 8
La risoluzione del contratto per inademp":imento è un istituto giuridico che consente alle parti di un contratto di sciogliersi dallo stesso a causa dell’inadempimento.
Il primo comma dell’art. 1453 del Codice Civile Italiano prevede infatti che: “nei contratti con prestazioni corrispettive, quando uno dei contraenti non adempie le sue obbligazioni, l’altro può a sua scelta chiedere l’adempimento o la risoluzione del contratto, salvo, in ogni caso, il risarcimento del danno. La risoluzione del contratto per inadempimento si distingue dalla risoluzione consensuale, in cui le parti decidono di comune accordo di sciogliere il contratto, e dalla risoluzione per impossibilità sopravvenuta, in cui l’esecuzione del contratto diventa impossibile a causa di eventi imprevedibili e non imputabili alle parti.
La parte inadempiente ha un termine di tempo, non inferiore a quindici giorni salvo diversa pattuizione delle parti o salvo che, per la natura del contratto o secondo gli usi, risulti congruo un termine minore, per adempiere alle proprie obbligazioni.
Decorso inutilmente il termine, il contratto s’intende risolto di diritto, senza necessità di ulteriori comunicazioni o interventi giudiziari. Deve trattarsi però di un inadempimento “grave”.
La risoluzione di un contratto rappresenta un rimedio molto drastico che deve essere utilizzato solo in casi di inadempimento grave.
La norma si ispira al principio generale della conservazione dei rapporti contrattuali che poggia, a sua volta, sul principio della buona fede contrattuale.
La parte che ha subito la violazione, se ne esistono i presupposti legali, può richiedere il risarcimento dei danni subiti.
Ricorrere alla negoziazione assistita, alla mediazione o al giudice – Se la controparte non accetta la risoluzione del contratto o se non si raggiunge un accordo sul risarcimento dei danni, è possibile avviare un procedimento rituale per risolvere la disputa.

Claudia Neri
2025-05-20 10:58:14
Numero di risposte: 5
La legge dà la possibilità di procedere alla risoluzione del contratto, ossia la sua cancellazione ma non solo, essendo il contratto un impegno vincolante, la conseguenza sarà anche quella di poter ottenere un risarcimento danni. Il risarcimento sarà disposto a favore della persona che ha subito l’ingiustificata inadempienza della controparte, evidentemente infatti solo nella sfera giuridica della persona che ha subito i danni, rispettosa dunque dell’accordo, nascerà il diritto al risarcimento, che invece risulterà essere una conseguenza sanzionatoria per chi si è sottratto o non ha rispettato come previsto l’impegno stabilito.
In caso di inadempimento della nostra controparte contrattuale, dunque, possiamo procedere con due strumenti: quello della risoluzione che porrà fine al contratto e quello del risarcimento danni.
La risoluzione contrattuale ha l’effetto di cancellare il contratto sin dall’inizio, se l’esecuzione del contratto è istantanea, ad esempio in una compravendita finita male in cui non abbiamo ricevuto il nostro bene, non dobbiamo pagare niente.
Il risarcimento dei danni da inadempimento contrattuale è un valore determinato infatti in base al danno emergente e al lucro cessante, in parole più semplici, è un importo calibrato sulla perdita che abbiamo subito immediatamente e da quella che abbiamo subito come mancato guadagno.
Il danno, morale o patrimoniale, è un’alterazione negativa immediata nella nostra sfera personale o patrimoniale, il mancato guadagno è ciò avremmo potuto avere ma che per l’inadempienza della controparte non abbiamo potuto conseguire.

Luciano D'amico
2025-05-20 07:51:36
Numero di risposte: 3
Chi non rispetta una scrittura privata subisce le stesse conseguenze di chi non rispetta un atto pubblico: un’azione di carattere civile rivolta ad ottenere una sentenza di condanna.
Quando una persona non rispetta l’impegno assunto con un accordo – scritto o verbale che sia, con scrittura privata o con atto pubblico – si verifica ciò che tecnicamente si chiama inadempimento contrattuale.
L’inadempimento contrattuale è un illecito di carattere civile le cui conseguenze sono l’avvio di un processo e la condanna da parte del giudice nei confronti della parte inadempiente.
Quest’ultima può essere condannata all’adempimento forzato della scrittura privata non rispettata o, in alternativa, al risarcimento del danno.
Dunque, chi non rispetta una scrittura privata subirà innanzitutto la notifica di un atto di citazione in giudizio e poi la condanna giudiziale, a cui si aggiungerà anche l’obbligo del rimborso delle spese processuali alla parte vincitrice.
Si pensi al caso di un soggetto che, non rispettando l’impegno di pagamento assunto con una scrittura privata, si veda condannare dal giudice al versamento della somma in questione, con gli interessi e le spese legali.
Si pensi a chi, invece, non avendo restituito un oggetto ottenuto in prestito da un altro con una scrittura privata, si veda obbligato dal giudice a rispettare l’impegno e a risarcire il danno per il ritardo.
Leggi anche
- Un accordo di separazione omologato è titolo esecutivo?
- Accordo di separazione: cos'è e quando serve?
- Separazione consensuale: amichevole o conflittuale?
- Separazione consensuale: conviene davvero?
- Accordo di Separazione Omologato: Che Natura Giuridica Ha?
- Accordo di separazione omologato: cosa significa?
- Cosa succede se violi un accordo di separazione?
- Separazione Consensuale: E poi? Cosa Aspettarsi?
- Omologa di separazione: a cosa serve?
- Separarsi è impossibile se un coniuge si oppone?
- Separazione consensuale: quali effetti legali comporta?
- Non vuole il divorzio? Cosa fare?
- Non firmare la separazione consensuale: cosa succede?
- Art. 1460 c.c.: Cosa stabilisce?
- Conciliazione fallita: E ora?
- Separazione: se un coniuge si oppone?
- Separazione non accettata: cosa fare?
- Cosa succede se non rispetti l'accordo di separazione?
- Separazione: cosa fare se un coniuge è contrario?