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Non vuole il divorzio? Cosa fare?

Antonina Ferretti
Antonina Ferretti
2025-05-20 16:05:59
Numero di risposte: 8
La separazione si può ottenere anche nel caso in cui vi sia un coniuge che non intende separarsi e, più semplicemente, si disinteressi della cosa non partecipando alla procedura e alle udienze. L’aspetto negativo del dover ricorrere alla separazione giudiziale è legato ai tempi e ai costi di una tale procedura. La durata media potrebbe essere di circa due anni: molto di più di una separazione che dura meno della metà. La separazione giudiziale è una vera e propria causa civile, con i tempi di tali procedure. È vero che già dopo pochi mesi ci sarà un provvedimento provvisorio che regolerà fin da subito gli aspetti rilevanti della separazione (gestione dei figli, casa, mantenimento, ecc.) ma perché la procedura finisca occorrerà istruire e decidere la causa. I dati ISTAT 2018 indicano una grande differenza tra la durata della separazione consensuale e di quella giudiziale: la prima ha una durata media in Italia di 127 giorni, mentre la seconda una di 824 giorni. Peraltro, questi sono dati medi perché le differenze a livello locale possono essere anche maggiori. La procedura giudiziale, a differenza di quella consensuale, prosegue però oltre andando la causa istruita con le richieste di prove, le prove, e poi la sentenza definitiva. All’udienza l’altro coniuge potrebbe comparire e difendersi o anche non comparire: in tutti i casi il giudice procederà (chiaramente se la notifica è stata regolare) adottando i provvedimenti provvisori necessari su figli, diritto di visita, mantenimento al coniuge o per i figli, assegnazione della casa coniugale.
Clodovea Cattaneo
Clodovea Cattaneo
2025-05-20 15:44:01
Numero di risposte: 3
Quando la moglie non vuole concedere la separazione per il marito, è comunque possibile procedere depositando in Tribunale un ricorso per la separazione giudiziale con l’assistenza di un Avvocato esperto in diritto di famiglia. La separazione giudiziale, infatti, è quella procedura per la separazione personale di due coniugi che deve essere svolta in Tribunale nel momento in cui non c’è accordo sulle condizioni di separazione oppure proprio quando uno dei due non vuole concederla. Per questo, sebbene la soluzione consensuale debba essere sempre preferita, è importante chiedere assistenza legale ad uno Studio che possa non solo consigliare la parte dal punto di vista giuridico ma che possa contare su un team di Professionisti multidisciplinari, che operano su diversi livelli, anche all’estero, al fine di poter avviare indagini approfondite che chiariscano le condizioni economiche delle parti ma, ove sia richiesto, possano dare consulenza sugli aspetti psicologici della separazione soprattutto se sono coinvolti i minori. La legge italiana prevede che si possa chiedere al giudice di pronunciare la separazione tra i coniugi con addebito nei confronti di quello che ha avuto comportamenti contrari ai doveri derivanti dal matrimonio come la fedeltà, l’assistenza morale e materiale, la fedeltà, l’obbligo di coabitazione.
Ruth Negri
Ruth Negri
2025-05-20 13:56:58
Numero di risposte: 6
Non mi sembra giusto. Io credo nel matrimonio che deve durare tutta la vita. Capisco, tuttavia anche la prospettiva di rimanere sposato con una persona che non vuole più stare con lei non mi sembra una soluzione. Dopo la riforma del diritto di famiglia del 1975, il coniuge che intende ottenere la separazione non deve più dimostrare che l'altro ha tenuto comportamenti contrari ai doveri che derivano dal matrimonio. Basta la prova della impossibilità della convivenza, anche se questa non dipende da colpe del coniuge nei cui confronti la separazione è chiesta. I nostri tribunali hanno interpretato questa norma seguendo un principio ispirato al buon senso: la convivenza è impossibile anche se uno solo dei coniugi non la sopporta più. Questo significa, in concreto, che per ottenere la separazione basta affermare di non voler più convivere. Il medesimo schema si ripropone al momento del divorzio. Per ottenerlo è sufficiente affermare di non avere intenzione di ricostituire la convivenza: se sono passati i sei mesi o l'anno dalla separazione, il tribunale pronuncia il divorzio anche se l'altro coniuge si oppone e non ha alcuna colpa. Sia la separazione, sia il divorzio, sono considerati dalla legge come rimedio a una situazione oggettivamente insostenibile. Coerentemente con questa impostazione, a differenza di quanto prevedono molte legislazioni straniere, in Italia non incidono sui presupposti della separazione e del divorzio, né il fatto che entrambi i coniugi siano d'accordo, né le loro reciproche colpe. Ho qualche strumento giuridico per non subire la volontà di mia moglie? Ricordo un signore che si era opposto con ogni mezzo alla richiesta di separazione presentata dalla moglie che lo aveva tradito più volte. Aveva invocato la Costituzione, aveva sostenuto la tesi che la legge sul divorzio è in contrasto con il Concordato; tutto invano. Un giorno lui si è reso conto che stava buttando via inutilmente anni della sua vita. Ha quindi offerto alla moglie di comprare la sua metà della casa ad un prezzo equo; la moglie ha subito accettato. Quando finalmente è venuto il giorno in cui lei ha lasciato la casa, lui ha preferito non esserci. Le ha scritto solo un biglietto: “Con te se ne parte la primavera”.
Agostino Costa
Agostino Costa
2025-05-20 13:55:22
Numero di risposte: 6
Se il mio coniuge non vuole assolutamente separarsi, non potrò ricorrere alla negoziazione assistita né procedere con un ricorso per separazione consensuale ma dovrò depositare in Tribunale un ricorso per separazione giudiziale, incardinando un procedimento che si concluderà con una sentenza, che dichiarerà la separazione e detterà la disciplina quanto a collocamento dei figli, mantenimento dei figli, affidamento della prole, mantenimento del coniuge e assegnazione della casa coniugale. Per avere la separazione coniugale non occorre il consenso dell’altro coniuge. L’art. 151 c.c. prevede che la separazione possa essere richiesta qualora, anche indipendentemente dalla volontà di uno o entrambi i coniugi, si verifichino fatti tali da rendere intollerabile la prosecuzione della convivenza. A tal fine, secondo la giurisprudenza, rileva anche la mera disaffezione al matrimonio da parte di un solo coniuge tale da rendere incompatibile la convivenza. In altri termini, per avere la separazione basta volerla, anche perché il rapporto coniugale è incoercibile e collegato al perdurante consenso di ciascun coniuge.
Ugo Gatti
Ugo Gatti
2025-05-20 13:01:20
Numero di risposte: 10
Se mio marito / mia moglie non vuole la separazione, cosa succede se il marito non accetta la separazione, se la moglie rifiuta di separarsi, in questo caso il coniuge che vuole separarsi deve instaurare un procedimento giudiziale attraverso il proprio avvocato. Ed infatti, a prescindere dalla volontà dell'altro, un coniuge può sempre chiedere al Tribunale di pronunciare la separazione personale quando la convivenza è divenuta intollerabile. Se i coniugi non trovano un accordo sulla separazione il coniuge che vuole separarsi deve prendere l'iniziativa e, tramite il proprio avvocato, instaurare un procedimento di separazione giudiziale davanti al Tribunale competente. E dunque la separazione si ottiene anche: - se il coniuge non vuole separarsi; - se il coniuge non si costituisce in giudizio tramite il proprio avvocato; - se il coniuge non si presenta davanti al giudice all'udienza fissata dal Tribunale.
Tosca Silvestri
Tosca Silvestri
2025-05-20 12:37:40
Numero di risposte: 7
Non vuole il divorzio? Cosa fare? Lo studio dell’Avvocato Marinelli è professionale e molto competente. Mi ha risolto un problema in sole tre settimane. In questo studio trovi oltre la professionalità anche simpatia e umiltà che non è facile trovare. Complimenti anche allo staff. Vi contatterò anche per altre questioni. Con stima Irene. Voglio ringraziare di cuore lo studio Marinelli e soprattutto l’Avvocato Vittorio Amedeo Marinelli per la disponibilità, professionalità ed efficienza che ha dimostrato nell’occuparsi del mio caso. Sono rimasto veramente soddisfatto dall’attenzione e la cura che sono stati messi nel gestire la mia pratica. Grazie ancora. L’avvocato Marinelli mi ha aiutato a risolvere una controversia condominiale dimostrandosi disponibile e attento a tutti gli aspetti della questione. Inoltre la sua simpatia ci ha dato maggior supporto. Grazie alla collaborazione anche dell’avv Di Bella. Studio legale consigliatissimo! Molti legali e tante specializzazioni e aree di competenza. Hanno assistito la nostra azienda in una questione spinosa a seguito di problematiche legate al Covid, con ottimi risultati! Grande professionalità unita ad un vero senso del piacere conviviale ed umano! Raccomando questo studio, il suo titolare Vittorio e la passione che accompagna il gruppo di lavoro. Grazie.
Nadia Marchetti
Nadia Marchetti
2025-05-20 12:24:11
Numero di risposte: 1
Pertanto, il coniuge che intende separarsi, può superare il diniego dell’altro, depositando in Tribunale un ricorso per la separazione giudiziale, con l’assistenza di un Avvocato esperto in diritto di famiglia. Questa è quindi la procedura che si deve incardinare davanti al competente Tribunale, se uno dei due coniugi non vuole “concedere” la separazione o quando le parti non riescono a raggiungere un accordo in merito. In questo caso, le parti rimetteranno al giudice la decisione in merito ai temi principali, ovvero: l’affido dei figli, il loro collocamento, l’assegnazione della casa famigliare, il mantenimento ordinario e straordinario dei figli e, laddove dovuto, quello del coniuge più debole. Normalmente, nel corso di una separazione giudiziale, le parti possono, in qualsiasi momento, concludere la procedura con un accordo.